Farmacologia/Morfina e congeneri: differenze tra le versioni

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La morfina è il più abbondante degli alcaloidi dell'oppio ed è stato il primo ad essere estratto in forma pura, studiato ed usato come capostipite dei farmaci oppioidi, è uno dei più utilizzati attualmente, soprattutto in fase acuta o come prima linea, ed anche il farmaco a cui vengono paragonati gli altri oppioidi come potenza e cinetica.
 
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==L'uso della morfina==
 
È da ricordare che gli oppioidi appartiene alla classe degli stupefacenti, ed oltre alle implicazioni legislative farmaceutiche raccolte nella legge n°49 del 2006 e la prescrizione con ricetta non ripetibile o col modello ministeriale a ricalco per le formulazioni iniettabili, è obbligatorio conservare il famaco sottochiave. Inoltre è consigliabile un uso attento con vigilanza sul paziente continua, in presenza o meno di storia di dipendenza, anche da altre sostanze. Le preparazioni sono incluse in fascia C o in fascia A.
 
La formulazione per l'uso parenterale è quella di Morfina cloridrato, anche in associazione con Atropina per l'uso in caso di IMA o nell'anestesia generale. La via endovenosa è quella che assicura una rapidità di azione maggiore ed un preciso controllo del dosaggio sia in caso di dolore acuto che di dolore cronico di tipo neoplastico. Nella somministrazione endovena si può usare una dose di 5 mg di farmaco, titolando la dose 1-2 mg per volta ogni 15 minuti regolandosi sulla risposta del paziente fino a 10 mg come primo step, arrivando anche a 20 in caso di dolore da infarto non controllato. Nel controllo del dolore per via epidurale la dosa iniziale è sempre di 2 mg, da portare a 4 in caso di i sufficiente controllo dei sintomi. È poi possibile la somministrazione intramuscolare di una dose di circa 10mg ogni 4 ore. È consigliabile partire da dosaggi più basi in caso di sospetta od accertata ipofunzione renale o epatica.
 
La morfina base o il cloridrato sono disponibili anche come formulazioni in gocce orali, mentre come solfato per le preparazioni solide. Negli adulti si può iniziare da 10 mg di principio attivo aumentando gradualmente della metà o raddoppiando la dose fino a 100mg ogni 3-4 ore, nelle formulazioni a lento rilascio si può usare un dosaggio proporzionalmente più alto con un intervallo più lungo; per il dolore postoperatorio iniziare da 20 mg. In caso di passaggio da formulazione parenterale, usare un dosaggio circa 3 volte più alto. Per i dosaggi pediatrici riferirsi alle indicazioni dei prodotto.
 
La somministrazione cronica può essere effettuata mediante infusione in soluzione fisiologica più volte al giorno o con l'uso di infusori ad elastomero per tempi più lunghi, in questi casi la dose utile va cercata accuratamente. Esistono poi dispositivi che permettono al paziente di aumentare momentaneamente il rilascio del farmaco in occasione di acutizzazioni del dolore; l'uso di questi dispositivi senza però un accurato monitoraggio espone ai rischi di sviluppare dipendenza psicofisica, ma solo quando la causa del dolore è già in via di risoluzione; i sintomi si manifestano dopo qualche ora dall'ultima dose e sono di segno opposto agli effetti del farmaco.
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==Ossicodone==
 
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