Antonio Centa

attore italiano (1907-1979)

Antonio Centa (Maniago, 10 agosto 1907Rovigo, 19 aprile 1979) è stato un attore italiano.

Antonio Centa in una foto giovanile, quando era all'apice del successo

Biografia

modifica

Di origini friulane, nacque a Maniago, che allora era in provincia di Udine, e si trasferì durante la prima guerra mondiale a Ferrara con la famiglia. Cresciuto, lavorò nel mondo delle ceramiche friulane emigrando poi giovanissimo, nel 1929, negli Stati Uniti dove proseguì la sua attività artigianale ed entrò nello staff del famoso pugile di origine friulana Primo Carnera, mettendosi in luce come giovane brillante, affascinante e volitivo. Rientrato in Italia, ebbe l'occasione di entrare nel mondo del cinema e si impose nella metà degli anni trenta, esordendo nel film La luce del mondo (1935) di Gennaro Righelli, accanto a Kiki Palmer, Corrado Racca, Enzo Biliotti e Aristide Baghetti.

Diventò uno dei nomi più interessanti dello star system italiano negli anni tra il 1935 e il 1943, ottenendo il suo primo grande successo con Lo squadrone bianco (1936), film di propaganda che lo lanciò in modo definitivo. Fu partner di Assia Noris, Alida Valli, Isa Miranda, Caterina Boratto, Doris Duranti, María Denis, Elsa De Giorgi, Elisa Cegani, Vivi Gioi, Luisa Ferida, Adriana Benetti e successivamente di Yvonne Sanson, Valentina Cortese, Dina Sassoli e molte altre dive. Incarnò spesso il ruolo di antagonista dell'eroe positivo proprio per la sua aria ironica e beffarda, rivaleggiando con Fosco Giachetti in Un colpo di pistola e Fari nella nebbia, Andrea Checchi in Solitudine, Gino Cervi in Gente dell'aria e T'amerò sempre, e altri ancora. Fu diretto da registi come Augusto Genina, Alessandro Blasetti e Mario Camerini.

 
Antonio Centa con Assia Noris nel film Un colpo di pistola (1942)

Dopo l'ultimo conflitto, Centa stentò a ritrovare ruoli primari, forse per i mutati gusti del pubblico o forse per via del suo look un po' appesantito. Prese comunque parte a film importanti come Assunta Spina (1948) di Mario Mattoli, accanto a Eduardo De Filippo e Anna Magnani, Il cavaliere misterioso (1948), accanto a Vittorio Gassman, La montagna di cristallo (1949), con Valentina Cortese, e Ombre sul Canal Grande (1951) di Glauco Pellegrini, dove ritrovò Isa Pola. Venne però sempre più spesso impiegato in ruoli secondari, seppure all'interno di film memorabili come Una vita difficile di Dino Risi, dove è l'accompagnatore e maturo corteggiatore di Lea Massari nel night club versiliano, oppure nel celeberrimo Vite vendute di Clouzot, dove è il convincente capitano del campo.

Il 10 novembre 1974, per la Rai, Francesco Savio gli fece un'intervista radiofonica tuttora conservata presso il Centro Sperimentale di Cinematografia.

Pur avendo mantenuto la sua residenza ufficiale al paese natio, Maniago, Centa andò a vivere - dopo essersi ritirato definitivamente dal mondo del cinema alla fine degli anni sessanta - di nuovo a Ferrara dove gestì, per un certo periodo, un importante e storico ristorante nel centro della città estense. Fu proprio sulla strada del ritorno verso Ferrara che, dopo aver passato la Pasqua a Maniago, ebbe un incidente stradale nei pressi di Rovigo e morì a seguito delle ferite riportate il 19 aprile 1979.[1]

Alla sua figura, al suo percorso nel cinema, e alla sua vita privata, non sempre illuminata dai riflettori delle cronache mondane, e anzi per qualche aspetto ancora avvolta dal mistero, è dedicato Il perdente gentiluomo: vita e arte di Antonio Centa di Gloria De Antoni e Oreste De Fornari, prodotto dalla Cineteca del Friuli.

Filmografia parziale

modifica
 
Antonio Centa ne Lo squadrone bianco (1936)
 
Antonio Centa ne La principessa del sogno (1942)
  1. ^ Morto l'attore Antonio Centa in un incidente d'auto - "La Stampa", 20 aprile 1979

Bibliografia

modifica
  • Gli attori, Gremese editore Roma 2003
  • Ma l'amore no, di Francesco Savio, Sonzogno Milano 1975
  • Il perdente gentiluomo-vita e arte di Antonio Centa, di Oreste De Fornari e Gloria De Antoni, documentario 2008

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica
Controllo di autoritàVIAF (EN90350345 · ISNI (EN0000 0000 7891 4436 · SBN SBNV002760 · LCCN (ENno2010086726 · GND (DE1019547820 · BNF (FRcb170708928 (data) · J9U (ENHE987007335340505171