Canis lupus chanco

sottospecie di animale della famiglia Canidae

Il lupo grigio della Mongolia (Canis lupus chanco GRAY, 1863) è una sottospecie di lupo grigio, diffusa in Mongolia, Cina settentrionale e centrale, Corea e presso l'Ussuri, in Russia.

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Lupo grigio della Mongolia

Lupo della Mongolia nella Spiti Valley, a Himachal Pradesh
Stato di conservazione
Prossimo alla minaccia (nt)[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
OrdineCarnivora
FamigliaCanidae
GenereCanis
SpecieC.lupus
SottospecieC.l.chanco
Nomenclatura trinomiale
Canis lupus chanco
Gray, 1863
Areale
Distribuzione nel 2016.

Tassonomia

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Lupo della Mongolia durante le riprese de 'L'ultimo lupo

Al lupo della Mongolia fu dato il nome di Canis chanco nel 1863 dallo zoologo John Edward Gray, in base a una pelliccia d'un canide abbattuto dal sottotenente W. P. Hodnell nella Tataria cinese e che fu poi presentata da Lady A. Harvey al British Museum,[2][3] dove fu nominato chanco dal dottor Gray F. Cants.[2] Il nome deriva da chono, la parola mongola per lupo.[4] Nel 1880 St. George Jackson Mivart classificò l'animale come C. l. chanco, dopo aver esaminato l'esemplare di Gray.[2] Nel 1923 lo zoologo giapponese Yoshio Abe propose di classificare separatamente da C. l. chanco i lupi presenti sulla penisola coreana, costituendo una sottospecie a parte chiamata C. l. coreanus, in particolare per i loro musi più snelli.[5] Questa distinzione fu contestata da Reginald Innes Pocock, che considerava gli animali una semplice variante locale di lupo grigio cinese. Oltre che per l'incertezza delle distinzioni morfologiche alcuni studiosi hanno scartato la proposta di Abe come un esempio di tassonomia popolare, frutto del nazionalismo giapponese.[6][7] Nella terza edizione di Mammal Species of the World (MSW3), pubblicata nel 2005, tutti i sinonimi di C. l. chanco furono assegnati alla specie C. lupus, mentre C. l. coreanus fu considerato un sinonimo di C. l. chanco.[8]

C'è confusione riguardo alla tassonomia del lupo della Mongolia. Nel 1941, Pocock parlò del lupo tibetano come C. l. laniger, classificandolo come sinonimo di C. l. chanco.[6]; MSW3 però lo classificò come sinonimo di C. l. filchneri.[8] Ci sono ancora ricercatori che continuano a seguire Pocock nell'includere il lupo tibetano in C. l. chanco, causando confusione tassonomica. La NCBI/Genbank classifica C. l. chanco[9] come il lupo della Mongolia, separandolo da C. l. laniger,[10] e ci sono opere academiche che classificano il lupo della Mongolia come C. l. chanco.[11][12][13][14]

Descrizione

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Gruppo di lupi della Mongolia

Gray descrisse l'esemplare tipo come un animale simile al lupo grigio europeo, ma con arti più brevi e un manto più pallido e fulvo.[3] Lo zoologo sovietico Vladimir Grëgorevič Heptner descrisse i lupi presso l'Ussuri come più piccoli dei lupi siberiani, pesanti 22-30 chili, con pellicce ispide di colore grigiastro sfumate di ocra.[14]

Uno studio svolto nel Parco nazionale di Khustain Nuruu tra il 1994 e il 1997 indicò che le preferenze alimentari del lupo sono influenzate dal ciclo vitale del cervo reale. Secondo tale studio i mesi in cui i lupi si nutrono prevalentemente di prede selvatiche coincidono con la stagione dei parti dei cervi, mentre in altri periodi come fonte di cibo diventa prevalente il bestiame di allevamento.[15]

 
Lupo della Mongolia in Inverno

L'areale di C. l. chanco ingloba la Mongolia,[2], la Cina settentrionale e centrale,[16][17] la penisola coreana[5] e la Russia orientale presso l'Ussuri, in cui gli animali sono migrati dalla Cina settentrionale in tempi storici a causa del decremento nella popolazione del suo concorrente principale, la tigre.[14] Nell'oriente il suo areale confine con quello di C. l. lupus presso i monti Altaj e il Tien Shan,[16] nel meridione con quello di C. l. filchneri nell'altopiano del Tibet, e con quello di un lupo ancora innominato nella Cina meridionale.[16][17]

  1. ^ Emma Clark e Javzansuren Munkhbat, Mongolian Red List Of Mammals, a cura di Dulamtseren, Baillie, Batsaikhan, Samiya e Stubbe, Regional Red List Series, Zoological Society of London, 2006, ISSN 1751-0031 (WC · ACNP).
  2. ^ a b c d Canis lupus var. chanco Mivart Monograph of Canidae, p. 8, pi. 3, 1890.
  3. ^ a b Gray, J. E. (1863). Notice of the Chanco or Golden Wolf (Canis chanco) from Chinese Tartary. Proceedings of the Zoological Society of London: 94
  4. ^ Living with Herds: Human-Animal Coexistence in Mongolia by Natasha Fijn. Cambridge University Press (2011) p 208
  5. ^ a b Abe Yoshio, "Nukutei ni tisuit" (On Nuketei) Dobutsugaku zasshi (Zoological Magazine) 35 (1923): 320-86
  6. ^ a b Pocock, R. I. (1941). Canis lupus chanco Pages 86–90 in: Fauna of British India: Mammals Volume 2. Taylor and Francis, London
  7. ^ Walker, B. L. (2009), The lost wolves of Japan, University of Washington Press, pp. 42-44, ISBN 0295989939
  8. ^ a b Wozencraft, W.C. (2005). "Order Carnivora". In Wilson, D.E.; Reeder, D.M. Mammal Species of the World: A Taxonomic and Geographic Reference (terza ed.). Johns Hopkins University Press. pp. 575–577. ISBN 978-0-8018-8221-0. OCLC 62265494
  9. ^ Canis lupus chanco, su ncbi.nlm.nih.gov.
  10. ^ Canis lupus laniger, su ncbi.nlm.nih.gov.
  11. ^ L Chen, HH Zhang, JZ Ma, The mitochondrial genome of the Mongolian wolf Canis lupus chanco and a phylogenetic analysis of Canis. Acta Ecologica Sinica, 2010
  12. ^ Honghai Zhang e Lei Chen, The complete mitochondrial genome of dhole Cuon alpinus: Phylogenetic analysis and dating evolutionary divergence within canidae, in Molecular Biology Reports, vol. 38, n. 3, 2010, p. 1651, DOI:10.1007/s11033-010-0276-y, PMID 20859694.
  13. ^ Murray Wrobel (a cura di), Elsevier's Dictionary of Mammals, Elsevier, 2006, pp. 840-857.
  14. ^ a b c Heptner, V.G. and Naumov, N.P. (1998). Mammals of the Soviet Union Vol.II Part 1a, SIRENIA AND CARNIVORA (Sea cows; Wolves and Bears), Science Publishers, Inc. USA., pp. 164-270, ISBN 1-886106-81-9
  15. ^ Hovens, J.P.M. and Tungalaktuja, K. (2005) Seasonal fluctuations of the wolf diet in the Hustai National Park (Mongolia). Mammalian Biology 70,210–217
  16. ^ a b c Andrew T. Smith, Yan Xie, Robert S. Hoffmann, Darrin Lunde, John MacKinnon, Don E. Wilson e W. Chris Wozencraft (a cura di), A Guide to the Mammals of China, Princeton University press, 2008, pp. 416-418, ISBN 978-0-691-09984-2.
  17. ^ a b Yingxiang Wang, A Complete Checklist of Mammal Species and Subspecies in China (A Taxonomic and Geographic Reference), China Forestry Publishing House, Beijing, China, 2003, ISBN 7-5038-3131-6.

Altri progetti

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