Nell'annata che andò a chiudere il ciclo di Bersellini in panchina[4], la squadra interista — nelle cui file si aggiunsero Bagni, Centi, Bachlechner e debuttò l'appena maggiorenne Riccardo Ferri —[5] si aggiudicò la terza Coppa Italia della sua storia dopo i trionfi del 1939 e 1978.[6] I nerazzurri esordirono nella fase a gironi battendo Pescara e Hellas Verona[7], per poi impattare con la S.P.A.L. e nel derby: a realizzare il 2-2 contro i neopromossi concittadini fu Bergomi[8], al suo primo gol con la Beneamata.[9] Nei quarti di finale i meneghini rimontarono la Roma dopo una sconfitta per 4-1 all'andata[10], imponendosi col punteggio di 3-0 e accedendo alle semifinali[11]; avversario in tale turno fu il Catanzaro, battuto a San Siro e vittorioso nei supplementari al ritorno.[12]
Gli uomini di Bersellini conquistarono il trofeo contro il Torino, aggiudicandosi la prima sfida con rete di Serena (rientrato a Milano dopo le esperienze in serie cadetta con Como e Bari[13]) e pareggiando nel retour match con Altobelli che replicò al vantaggio di Cuttone.[6] In campionato i lombardi non andarono oltre la quinta posizione[6], esito riconducibile ad un buon girone d'andata — chiuso al terzo posto dietro Juventus e Fiorentina —[14][15] mitigato da un crollo nella fase di ritorno[16][17], per 35 punti totali in classifica.[18] Sotto il profilo statistico da segnalare i 12 rigori (di cui 8 realizzati) concessi, cifra che costituisce un primato per i tornei con 16 partecipanti.[19]
Degno di nota il doppio successo nei confronti col Milan, fatto che contribuì alla retrocessione del Diavolo: a risolvere la stracittadina del 25 ottobre 1981 fu una rete di Oriali[20], il quale subì poi una grave ferita all'arcata sopraccigliare per uno scontro di gioco con Tassotti.[21] Con la formazione eliminata nei sedicesimi di finale della Coppa UEFA dalla Dinamo Bucarest, il biglietto europeo per la stagione seguente venne garantito dall'affermazione nel secondo torneo nazionale.[6]