Pierre Mondy

attore francese

Pierre Mondy, pseudonimo di Pierre Cuq (Neuilly-sur-Seine, 10 febbraio 1925Parigi, 15 settembre 2012), è stato un attore e regista francese.

Pierre Mondy nel 1953 (Studio Harcourt).

È noto al pubblico televisivo quale protagonista della serie poliziesca Il commissario Cordier.

Biografia

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Infanzia e giovinezza

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Pierre Mondy nacque con il nome di Pierre Cuq a Neuilly-sur-Seine il 10 febbraio 1925, presso l'Externat Saint Joseph, un'istituzione cattolica privata di cui il padre Louis era direttore e di cui la madre Marguerite seguiva l'attività amministrativa[1]. I coniugi Cuq, già genitori di un altro figlio, André (nato nel 1915), che in età adulta diventerà commissario di polizia, incoraggiarono fin dall'infanzia le inclinazioni artistiche di Pierre (soprannominato in famiglia “Bibi”[2]) e la sua passione per la recitazione. All'età di sette anni egli interpretò infatti il suo primo ruolo, quello del piccolo Eliacin, in una rappresentazione amatoriale della tragedia Atalia di Jean Racine[3].

Nel 1936 la famiglia Cuq si trasferì ad Albi, capoluogo del dipartimento del Tarn (regione del Midi-Pirenei), dove il giovane Pierre trascorse un'adolescenza spensierata, coltivando la passione per il rugby e per gli sport nautici, per la letteratura (in particolare i romanzi di Charles Dickens e Alexandre Dumas), per i testi teatrali e per la musica jazz, che in futuro introdurrà spesso come colonna sonora nelle sue rappresentazioni e allestimenti scenici[4]. Ad Albi scoprì anche il cinema, appassionandosi alla commedia musicale e a film avventurosi come King Kong (1933), I lancieri del Bengala (1935) e La leggenda di Robin Hood (1938), e ad interpreti del calibro di Humphrey Bogart, James Cagney e Spencer Tracy[5].

Dopo le prime esperienze teatrali come attore e regista presso un istituto superiore di Galliac, nel 1943 Mondy decise di abbandonare gli studi e di raggiungere a Parigi il fratello André, divenuto ispettore di polizia nel XVII arrondissement della capitale, in quel periodo sottoposta all'occupazione tedesca[6]. Determinato a intraprendere definitivamente la carriera artistica e a tentare il Concorso al Conservatoire national supérieur d'art dramatique, il giovane aspirante attore si iscrisse ai corsi di René Simon, fondatore e titolare di una prestigiosa scuola parigina di recitazione, all'epoca situata al 36 di Boulevard des Invalides, presentandosi alla prima audizione con il monologo di Sosia in Anfitrione di Molière, con le stanze del Poliuto di Corneille e con un monologo del dramma Hernani di Victor Hugo[7].

Dopo appena cinque mesi trascorsi a Parigi, Mondy fu costretto a rientrare precipitosamente ad Albi per tentare di sfuggire al Service de travail obligatoire ed evitare il trasferimento coatto in Germania. Malgrado i suoi tentativi, venne raggiunto dalla carte de travail e fu inviato a lavorare a Monaco di Baviera presso le Officine Messerschmitt, un'azienda aeronautica produttrice della maggior parte degli aerei da caccia usati dalla Luftwaffe durante la seconda guerra mondiale. Riuscito a fuggire, si unì a un'organizzazione militare di attivisti, fino alla smobilitazione nel 1945[8].

Gli esordi teatrali e cinematografici

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Dal gennaio 1946, Mondy riprese a frequentare i corsi di René Simon, il quale iniziò a intravedere nel giovane allievo le potenzialità dell'interprete non protagonista, colui che non ha mai il primo nome in manifesto, prospettandogli non un'ascesa folgorante, quanto piuttosto una lenta ma sicura conquista della fama[9][10]. Di corporatura tarchiata e di media statura, non possedendo pertanto caratteristiche fisiche da jeune premier[11], Mondy scoprì di poter ampliare la propria gamma interpretativa rivolgendosi anche ad altri generi, come quello della commedia, e, incoraggiato da Simon, iniziò a esplorare altri autori come Sacha Guitry, Jean Anouilh, Marcel Achard, Pierre de Marivaux e Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais.

Mentre frequentava il Conservatoire, assunse il definitivo cognome d'arte di Mondy e iniziò un periodo di due anni di apprendistato con la compagnia di Georges Vitaly, debuttando nella pièce La bête noire di Jacques Audiberti, in scena al Théatre de la Huchette, in cui interpretò il ruolo di un arcivescovo[12], e ottenendo un primo contratto come sostituto di Robert Murzeau in La route des Indes al Théatre des Ambassadeurs. Nello stesso periodo lavorò nei cabaret notturni parigini, dove condivise la scena con altre future star del cinema e del teatro francese, come Jean-Pierre Cassel e Michel Serrault[13].

Il debutto nel cinema di Pierre Mondy risale al 1949, anno in cui apparve in due film. Interpretò il ruolo di un giovane studente dei corsi di arte drammatica in Le sedicenni, diretto da Jacques Becker, che lanciò altri giovani interpreti come Daniel Gélin, Nicole Courcel e Maurice Ronet, e ottenne un enorme successo di pubblico, diventando una sorta di manifesto in cui si identificò la nuova generazione francese[14]. Il secondo film fu Les anciens de Saint-Loup, per la regia di Georges Lampin, in cui Mondy inpersonò un giovane di provincia dai folti baffi, accanto a Bernard Blier, François Périer e Serge Reggiani.

Nel frattempo l'attore proseguiva la sua attività teatrale con ruoli sempre più rilevanti. Nel 1951 interpretò il ruolo dell'infermiere nell'adattamento di Marcel Achard della commedia americana Harvey di Mary Chase, in scena al Théatre Antoine[15], dopodiché prese parte alla pièce Le moulin de la Galette, accanto a Pierre Fresnay e Yvonne Printemps, in scena al Théatre de la Michodière, in cui impersonò un giovane garagista che presta denaro a una coppia povera che intende ospitare un cugino con la sua amante (Melina Merkouri)[16]. Prima di lasciare la compagnia di Vitaly, alla scadenza dei due anni di apprendistato, nel 1952 l'attore interpretò il suo primo vero ruolo da protagonista in La pulce nell’orecchio di Georges Feydeau, commedia degli equivoci in cui ricoprì sia il ruolo di Chandebise che quello del suo sosia Poche, e in cui lavorò per la prima volta con Louis de Funès[17].

All'inizio degli anni cinquanta, Mondy lavorò per la prima volta in televisione, durante la fascia pomeridiana dedicata alla programmazione per ragazzi, interpretando un tenente della dogana, e sperimentando le difficoltà di rappresentare lavori sul piccolo schermo andando in onda rigorosamente in diretta[18]. Mentre la sua esperienza professionale si ampliava, nel 1954 ebbe l'occasione di affrontare un ruolo particolarmente impegnativo nella pièce Il crogiuolo (in francese Les sorcières de Salem) di Arthur Miller, accanto a Yves Montand e Simone Signoret. Il regista Raymond Rouleau gli affidò il difficile ruolo del tormentato pastore che prende le difese di una coppia accusata di stregoneria, e Mondy ne diede un'intensa interpretazione che gli fece guadagnare notevole credito nell'ambiente teatrale. Il dramma fu rappresentato con grande successo al Théâtre de la Ville – Sarah Bernhardt e le repliche durarono un anno[19].

L'affermazione e il successo

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Nel 1955 anche la carriera cinematografica di Mondy sembrò decollare definitivamente. Il regista Henri Verneuil lo volle nel film Appuntamento al Km. 424, in cui Mondy e Jean Gabin interpretarono i ruoli di due camionisti. Seguirono Godot (1957) di Yves Allégret, al fianco dell'esordiente Alain Delon (si ritroveranno nel 1982 sul set del film Braccato, in cui Mondy interpreterà un commissario di polizia dalle caratteristiche simili al tenente Colombo)[20], e La legge del più furbo (1958), primo grande successo cinematografico di Louis De Funès. Ancora in attesa della definitiva consacrazione, Mondy non riuscì tuttavia a inserirsi nei mutamenti cui stava andando incontro il cinema francese con l'avvento della Nouvelle Vague, corrente artistica destinata a non incrociare il percorso professionale dell'attore[21].

Giunto a un cruciale momento della propria carriera, Mondy ebbe una buona opportunità dalla radio, con la trasmissione La radio était là, prodotta da RTL come rivisitazione di grandi avvenimenti storici. Ma fu il teatro a dargli le maggiori soddisfazioni professionali nella seconda metà degli anni cinquanta, prima con La bagatelle di Marcel Achard, al fianco di Yves Robert e Danièle Delorme, in cui interpretò il ruolo di un giovanotto timido e ingenuo, quindi con Oscar di Claude Magnier, al fianco di Jean-Paul Belmondo e Maria Pacôme, commedia dal ritmo comico frenetico e ricca di gag e battute, che venne rappresentata con enorme successo di pubblico e di critica al Théatre de l'Atenée[22]. Mondy interpretò il ruolo di Oscar, futuro suocero di Belmondo, personaggio che diventerà in seguito uno dei cavalli di battaglia di Louis De Funès a teatro, e anche al cinema nel film Io, due figlie, tre valigie (1967).

Il ruolo di Napoleone

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In piena epoca di Nouvelle Vague, per Mondy giunse il grande ruolo cinematografico, quello di protagonista assoluto in Napoleone ad Austerlitz (1960), ambiziosa produzione con cui il maestro Abel Gance tornò dopo anni dietro la macchina da presa. Le riprese, effettuate in esterni in Jugoslavia, furono difficoltose in parte per il ridotto budget messo a disposizione, in parte per l'utilizzo di attrezzature e macchinari particolarmente vetusti[23]. Commentando la precarietà della lavorazione del film e gli inconvenienti susseguitisi sul set, nella sua autobiografia Mondy ricorda di aver terminato le ultime scene, in cui recitava un personale monologo, pochi minuti prima che la corrente elettrica venisse definitivamente interrotta[24]. L'interpretazione che l'attore diede di Napoleone Bonaparte fu particolarmente misurata, senza ricorso a effetti caricaturali, ma dando risalto all'orgoglio e alla determinazione del personaggio, e al tempo stesso esercitando un controllo rigoroso della sua collera ed impazienza[25]. Il talento registico di Gance e l'eccezionale cast, composto da molte star del cinema francese e internazionale, premiarono le ambizioni della pellicola, che venne presentata con buon successo di pubblico e di critica al cinema Gaumont-Palace di Place Clichy a Parigi[26].

Mondy resterà molto legato al personaggio di Napoleone, che gli verrà più volte riproposto in futuro, ma che egli rifiuterà sempre di reinterpretare. Nel 2005, in occasione del bicentenario della battaglia di Austerlitz, il film e Abel Gance ricevettero un omaggio postumo, e la scrittrice e critica cinematografica Nelly Kaplan definì Mondy "il miglior Napoleone del cinema francese"[27].

Gli anni sessanta

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Sempre nel 1960, Mondy recitò nella parte di un ottuso professore di disegno in L'affare di una notte, di Henri Verneuil, mentre dopo l'exploit di Napoleone ad Austerlitz, cambiò totalmente registro e apparve nel film Boulevard (1960) di Julien Duvivier, in cui interpretò il ruolo di un boxeur. Per affrontare la parte si allenò con l'ex campione francese dei pesi piuma Gérmain Perez, sotto la guida di Jean Bretonnel, il manager che aveva già preparato Alain Delon per Rocco e i suoi fratelli[28]. Dello stesso anno fu un'altra grande interpretazione nel film Il conte di Montecristo (1961) di Claude Autant-Lara, nel ruolo di Gaspard Caderousse, l'infame che tradisce Edmond Dantès (Louis Jourdan).

Durante le riprese de Il conte di Montecristo, Mondy si accordò con il produttore del film, Jean-Jacques Vital, per mettere in scena e dirigere la commedia teatrale Spéciale Dernière, adattamento della pièce The Front Page degli americani Ben Hecht e Charles MacArthur[29]. Ambientata nell'ufficio stampa di una prigione statunitense, alla vigilia di un'esecuzione capitale durante l'epoca del Proibizionismo, la rappresentazione venne inizialmente rifiutata da diversi teatri, ma trovò infine la sua collocazione al Théatre de la Renaissance. Interpretata da Philippe Noiret e da Pascale Roberts, Spéciale Dernière fu la prima regia teatrale di Pierre Mondy, ottenne uno strepitoso successo di pubblico e di critica, e rappresentò la svolta nella sua carriera, lanciandolo definitivamente come interprete-regista[30].

Ormai stabilmente impegnato sul palcoscenico, nel 1963 Mondy recitò al fianco di Yves Montand (interpretarono i ruoli di due fratelli) nella pièce Des clown par milliers, rappresentato al Théâtre du Gymnas. L'anno successivo affrontò un altro ambizioso impegno, quello di dirigere una versione di Piccole volpi, il dramma statunitense di Lillian Hellman, in cui Simone Signoret interpretò il ruolo di Regina Giddens Hubbard, personaggio portato alla celebrità sullo schermo da Bette Davis nell'omonimo film del 1940. Le difficoltà si presentarono fin dalle prime prove, ad iniziare dalla sostituzione di Bernard Blier (che diede forfait per girare un film) con Marcel Bozzuffi, meno adatto di Blier al ruolo del capofamiglia Hubbard[31]. La stessa Signoret ebbe difficoltà per problemi di impostazione vocale, mentre a un certo punto giunse dagli Stati Uniti proprio l'autrice Lillian Hellman, che si scontrò con la produzione su innumerevoli dettagli. Lo spettacolo risultò poi un mezzo fiasco, che fu principalmente imputato all'adattamento voluto dalla Signoret[32].

Il successivo impegno registico di Mondy fu per la commedia musicale Come far carriera senza lavorare, prodotta da Lars Schmidt, che, dopo tre mesi di estenuanti prove, ottenne un grande successo di pubblico e di critica[33]. Non ebbero altrettanta fortuna i due lavori successivi: sia La cuisine des anges (di cui curò la regia) che la commedia musicale Les joies du forum (diretta invece da Yves Robert) si rivelarono due insuccessi. Nel frattempo l'attore continuava a lavorare per il cinema, comparendo fra gli altri nel film Weekend a Zuydcoote - Spiaggia infuocata (1964), in cui interpretò un antieroe che esercita il mercato nero con i tedeschi, un genere di personaggio dalle caratteristiche negative di cui Mondy iniziava a essere specialista[34].

Nella seconda metà degli anni sessanta l'attore lavorò incessantemente per il teatro, da La dame de Chez Maxim di Georges Feydeau, con Zizi Jeanmaire e Claude Gensac, che inaugurò una proficua collaborazione tra Mondy e il direttore di scena Jean-Michel Rouzière, per proseguire con una fortunata tournée de La strana coppia di Neil Simon. Nel 1967 fu la volta di Jean de la lune di Marcel Achard, nel ruolo del protagonista Jeff, marito e poeta che non riesce a vedere il mondo se non con il cuore e con gli occhi del sognatore. L'anno successivo Mondy fu impegnato in quello che considerò il suo ruolo preferito tra quelli che affrontò per il grande schermo: fu diretto da René Allio nel film Pierre et Paul (1968), in un complesso ruolo di vittima della società dei consumi, che perde tutto, compresa la donna che ama (Bulle Ogier). L'interpretazione dell'attore, preparata coscienziosamente, culminò con l'intensa scena finale, in cui il protagonista, dopo aver perso anche il lavoro, prende il fucile del padre, si affaccia al balcone e spara un colpo in aria, sciogliendosi in lacrime[35].

Nel 1969 Mondy curò la sua prima e unica regia cinematografica, dirigendo Appelez-moi Mathilde con Jacqueline Maillan, adattamento della pièce C'était un mirage di Francis Veber, che non era stato un successo. Riprovò il tandem con Veber in Le contrat, ma la pièce ebbe solo un centinaio di repliche. Avrà più fortuna l'adattamento cinematografico, che si intitolerà Il rompiballe (1973), con le interpretazioni di Lino Ventura e di Jacques Brel[36].

I grandi successi degli anni settanta

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Il nuovo decennio si aprì per Mondy con il ritorno a un grande successo teatrale, Une fille dans ma soupe, nella quale recitò con il giovane ed emergente Gérard Depardieu. Subito dopo iniziò il suo fortunato sodalizio professionale con l'autore, regista e attore Jean Poiret, con il quale collaborerà a lungo e si alternerà sulle scene, di volta in volta, scambiando con lui il ruolo di regista con quello di protagonista, e viceversa[37]. Con la commedia L'anatra all'arancia, il duo Mondy-Poiret ottenne il primo grande successo, ma l'autentico trionfo giunse subito dopo con La cage aux folles, con Poiret nelle vesti di attore e Mondy nel ruolo di regista. La storia dei due omosessuali che gestiscono il cabaret che dà il titolo alla commedia, Albin (interpretato da Michel Serrault) e Georges (impersonato dallo stesso Poiret), debuttò sulle scene il 1º febbraio 1973 e venne osannata dal pubblico e dalla critica[38]. La commedia verrà rappresentata ininterrottamente al Théâtre du Palais-Royal per i successivi cinque anni, diventando celeberrima in tutto il mondo grazie alla trasposizione cinematografica intitolata Il vizietto (1978), sempre con Serrault nel ruolo di Albin, e con Ugo Tognazzi in quello di Georges (nel film, "Renato"). Mondy stesso prestò la propria voce a Ugo Tognazzi nel doppiaggio francese del film.

Il 1973 fu un anno d'oro per Mondy. Oltre al trionfo teatrale de La cage aux folles, l'attore girò il primo di una trilogia di commedie cinematografiche di ambiente militaresco, Dov'è finita la 7ª compagnia? di Robert Lamoureux, al fianco di Jean Lefebvre e di Aldo Maccione. Il ruolo del sergente Chaudard sarà uno dei personaggi di Mondy più amati dal pubblico[39], riproposto successivamente in due sequel, Tre eroi in fuga (1975), nel quale Henri Guybet prese il posto di Aldo Maccione, e La Septième compagnie au clair de lune (1977), che ebbe però un minor successo dei precedenti. La trilogia ha mantenuto negli anni un'intatta popolarità presso il pubblico francese, testimoniata dal largo seguito che i tre film continuano a riscuotere ad ogni passaggio televisivo[40].

Forte di una celebrità senza precedenti, conquistata grazie al ruolo del capo sergente Chaudard[40], Mondy completò l'annata dirigendo al Théâtre Antoine una rappresentazione del dramma Qualcuno volò sul nido del cuculo, che però suscitò critiche controverse e terminò dopo 80 rappresentazioni[41]. Dopo aver vinto il premio “Dominique” per la migliore regia, Mondy fu impegnato nelle riprese del film La ragazza di Madame Claude (1975), in cui recitò al fianco di Mireille Darc, con la quale aveva già lavorato dieci anni prima a teatro, dirigendola in una versione della commedia A piedi nudi nel parco di Neil Simon, con Jean-Pierre Cassel. La ragazza di Madame Claude consentì a Mondy di variare il proprio registro interpretativo, affrontando il ruolo di Benoit Castejaq, un piccolo industriale di provincia, naif e assai poco mondano, che si innamora di una “call girl”.

L'anno successivo l'attore tornò al teatro, recitando nel ruolo di protagonista di Simon le bienheureux di Harold Pinter, che era stato un successo a Londra grazie all'interpretazione di Alan Bates. Il lavoro sarà però uno dei maggiori fiaschi di Mondy, ritenuto troppo fuori parte[42]. L'attore si rifece nel 1978, dirigendo e interpretando al Palais Royal la commedia Tout pour le tout, nella quale lavorò con l'attrice Michèle Morgan, al suo debutto assoluto sul palcoscenico, mentre nel 1979 diresse François Périer e il giovane Daniel Auteuil in Coup de chapeau, contribuendo all'affermazione di quest'ultimo.

Gli anni ottanta

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Il nuovo decennio si aprì nel 1980 con una nuova riproposizione al Theatre de Montparnasse de La cage aux folles, dopodiché con un'altra fruttuosa collaborazione con Jean Poiret, la commedia Joyeuse Pâques, storia di un uomo che, rimasto solo durante il weekend pasquale, porta a casa una ragazza e, per giustificarsi di fronte all'inatteso ritorno della moglie, racconta che la ragazza è la propria figlia. Dopo il debutto nel 1982 e 540 repliche, come già in passato, Jean Poiret e Mondy si avvicendarono nei ruoli, il primo passando alla regia e il secondo rilevando dal collega il ruolo di protagonista[43]. Nel frattempo Mondy non aveva trascurato il cinema, interpretando tra gli altri il film Il regalo (1981), al fianco di Clio Goldsmith, nuovamente in una vicenda in cui un uomo maturo si innamora di una “call girl”. Il regista del film gli regalò una scena di danza alla “Fred Astaire e Ginger Rogers”[44].

Nel 1983 Mondy inaugurò un nuovo sodalizio professionale, questa volta con l'attore Christian Clavier, che diresse prima in Ma vedette americaine e successivamente in Double mixte di Ray Cooney (1987)[45]. Ritrovò inoltre Daniel Auteil ne L'Amuse-gueule, in scena al Palais Royal nel 1986. Nello stesso periodo, Mondy ebbe l'onore di dirigere due lavori per la prestigiosa Comédie Française, Monsieur de Pourceaugnac di Molière e La Poudre aux yeux di Eugène Labiche, ma rimase per lui un'esperienza isolata, poiché non riuscì ad adattarsi ai rigori e alle tradizioni dell'antica e autorevole istituzione teatrale francese[46].

Al 1991 risale l'ultima collaborazione di Mondy con Jean Poiret, questa volta nella commedia Rumors di Neil Simon. Poiret morì improvvisamente nel 1992, nello stesso anno in cui Mondy perse altri due vecchi amici e collaboratori sulla scena, l'attrice Jacqueline Maillan e il regista Jean-Michel Rouzière. Dal punto di vista professionale, il 1992 fu invece un anno trionfale per l'attore, che prima girò il film televisivo Le frère trahi di Philippe Monnier, ambientato in Romania, in cui interpretò il ruolo di un pensionato che ha sacrificato tutta la propria esistenza al lavoro. L'interpretazione gli fece ottenere lusinghiere critiche e l'apprezzamento del pubblico, sorpreso dalla sua bravura in un ruolo così complesso[47]. Al successo di Le frère trahi, si aggiunse nello stesso anno il consenso decretato dagli otto milioni di spettatori che assistettero all'episodio pilota di una nuova serie televisiva, Il commissario Cordier, prodotta da TF1[47].

Il commissario Cordier

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Mondy fu inizialmente restio a interpretare il ruolo del commissario Cordier, convinto che il piccolo schermo fosse già saturo di figure analoghe[48]. Tuttavia il personaggio gli piacque, trovandolo molto vicino alla propria indole, così come gli piacquero il suo carattere burbero ma dal cuore tenero, e la gestualità assai simile alla sua[49]. La serie si fissò ben presto su due costanti caratteristiche, la parte prettamente poliziesca con la conduzione delle indagini svolte dal commissario e dal suo staff di agenti e colleghi, e quella più leggera e umoristica, incentrata principalmente sulle vicende familiari di Cordier e sul suo rapporto con l'impetuosa moglie Lucia (Antonella Lualdi), con il figlio e collaboratore Bruno (Bruno Madinier), giudice istruttore, e con la figlia Myriam (Charlotte Valandrey), giornalista.

Mondy arricchì via via il personaggio di tocchi personali, forte della propria decennale esperienza di “comédien”, e la formula iniziale si protrasse fino al 2005, anno in cui Bruno Madinier lasciò la serie, e il Commissario Cordier proseguì le sue indagini avvalendosi di nuovi collaboratori, ma sempre rimanendo al centro della scena. La nuova serie si protrasse per altre tre stagioni, fino alla chiusura definitiva nel 2008.

Gli anni novanta

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Dopo la scomparsa di Jean Poiret nel 1992, il prosieguo della carriera teatrale si fece difficile per Mondy, che però trovò un ennesimo riscatto portando in scena Le diner des cons di Francis Veber, un progetto esaltante che gli restituì entusiasmo per la professione[50]. La prima rappresentazione della commedia avvenne il 18 settembre 1993 al Théâtre des Variétés, protagonisti Jacques Villeret nel ruolo di François Pignon e Claude Brasseur in quello di Pierre Brochant, l'arrogante editore che tutti i mercoledì sera si ritrova con amici per la cosiddetta “cena dei cretini”, alla quale i partecipanti si presentano portando con sé un ospite considerato stupido, per prendersene gioco durante la serata, e che trova come candidato perfetto l'ingenuo, maldestro ma intraprendente Pignon.

La pièce fu un trionfo di critica e di pubblico, paragonabile solo a quello che aveva ottenuto all'epoca La cage aux folles, e le repliche si susseguirono ininterrottamente per oltre due anni, fino al 31 gennaio 1996. Jacques Villeret, che Mondy conosceva dal 1987, quando avevano lavorato insieme in C'est encore mieux l'après-midi, interpretò il ruolo di Pignon sul palcoscenico per circa 600 volte, personaggio che riprese nel 1998 per la versione cinematografica, La cena dei cretini, accanto a Thierry Lhermitte nel ruolo di Brochant.

Principalmente impegnato sul set televisivo de Il Commissario Cordier, dalla fine degli anni novanta, dopo i trionfi di Le diner des cons, Mondy rallentò l'attività teatrale e tornò a un ruolo di protagonista sul palcoscenico solo nel 1998 con Le Sénateur Fox, una storia di intrighi politici e segreti di famiglia[51]. Nel 2004 ottenne invece il suo maggior successo televisivo dopo Il Commissario Cordier, nel film per il piccolo schermo dal titolo Joseph, storia di un anziano “paysan” che aiuta il nipote implicato in un traffico di droga. Il ruolo era già stato interpretato nel 1969 da Jean Gabin nel film Il clan degli uomini violenti, e il pubblico apprezzò l'interpretazione di Mondy, consentendogli di terminare in bellezza la propria carriera[52].

Nel luglio 2009 gli venne diagnosticato un linfoma, dal quale sembrò essersi ripreso dopo pochi mesi. Una recidiva della malattia lo colpì due anni più tardi, portandolo alla morte il 15 settembre 2012, all'età di 87 anni[53].

Vita privata

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Nel 1952 Mondy sposò l'attrice Claude Gensac, conosciuta mentre frequentava i corsi di recitazione di René Simon[54].

Durante le riprese del film Cherchez la femme (1955), si innamorò della partner Pascale Roberts e la sposò nello stesso anno, dopo il divorzio dalla Gensac. Il matrimonio durerà nove anni[55].

Nel dicembre 1967 si sposò per la terza volta con Anne Fournier, dalla quale ebbe due figli, Anne e Laurent[56].

Nel 1991 sposò in quarte nozze l'attrice Catherine Allary, che gli fu accanto fino alla morte.

Filmografia

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Televisione

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Doppiatore

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Doppiatori italiani

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Da doppiatore è sostituito da:

  • Sergio Matteucci in Asterix e la sorpresa di Cesare, Asterix e la pozione magica
  1. ^ Pierre Mondy, La cage aux souvenirs, Plon, 2006. pag. 12
  2. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 13
  3. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 16
  4. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 20-22
  5. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 18-19
  6. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 28
  7. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 29
  8. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 31
  9. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 36
  10. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 40-41
  11. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 30
  12. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 42
  13. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 46
  14. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 51
  15. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 58
  16. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 60
  17. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 64
  18. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 68
  19. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 73-76
  20. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 97
  21. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 102-103
  22. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 104
  23. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 109
  24. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 116
  25. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 106-107
  26. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 118
  27. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 119
  28. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 121
  29. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 125
  30. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 127
  31. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 132
  32. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 133
  33. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 139
  34. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 142
  35. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 162
  36. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 167
  37. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 173
  38. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 179
  39. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 184
  40. ^ a b Pierre Mondy 2006, pag. 188
  41. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 193
  42. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 203-204
  43. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 213
  44. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 205
  45. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 217
  46. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 225
  47. ^ a b Pierre Mondy 2006, pag. 229
  48. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 249
  49. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 251
  50. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 244
  51. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 255
  52. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 257
  53. ^ Pierre Mondy, le commissaire Cordier à la télévision, est mort (fr) Lemonde.fr
  54. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 62
  55. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 88-91
  56. ^ Pierre Mondy 2006, pag. 155-156

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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