Thermopolium

luogo di ristorazione rapida nell'antichità romana

Il thermopolium (derivato dal greco θερμοπώλιον e chiamato termopolio in italiano,[1][2] formato dalle parole thermòs, "caldo", e pōlèō, "vendo") era un luogo di ristoro in uso nell'antica Roma, dove era possibile acquistare e consumare bevande calde[3] e a volte anche cibo pronto per il consumo.

Thermopolium negli scavi di Ercolano

Descrizione

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Era costituito da un locale di piccole dimensioni con un bancone nel quale erano incassate grosse anfore di terracotta, chiamate dolii o dolia, atte a contenere le vivande. Aveva probabilmente una funzione simile ai moderni bar.[1]

 
Un thermopolium negli scavi di Pompei
 
Thermopolium negli scavi di Ercolano

Ne sono conservati resti negli scavi archeologici di Pompei,[4] Ercolano e Ostia antica.

Thermopolia famosi

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Thermopolium di Asellina

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Il termopolio di Asellina (dal nome della proprietaria) è uno dei termopoli più completi scoperti a Pompei e si trova nella Regio IX.[5] Al momento del ritrovamento sono stati scoperti vari bicchieri e coppe sul banco del locale, delle anfore da vino e una piccola caldaia che conteneva ancora dell'acqua all'interno.[6][7] Il locale possedeva un piano di sopra con delle stanze adibite agli appuntamenti.[8]

Thermopolium della Regio V

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Tra il 2018 e il 2020 venne rinvenuto un termopolio intatto nella Regio V di Pompei.[9][10] Oltre a degli affreschi raffiguranti il cibo che si vendeva, è stato scoperto anche un affresco raffigurante un cane con un collare.[11] Nel luogo venne rinvenuto anche lo scheletro di un cane adulto e dentro i recipienti di terracotta, otto dolia, erano ancora presenti dei resti di cibo.[12]

Questo particolare termopolio era un locale al chiuso e dunque non era adibito alla vendita di cibo per strada.[13]

Thermopolium di Lucius Vetutius Placidus

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È famoso per il larario affrescato e perché risulta uno tra i termopoli meglio conservati. Si trova a Pompei e appartenne a Lucius Vetutius Placidus. È costituito da un ingresso indipendente che poi dà l'accesso alla casa del barista, dove si erge un triclinio decorato.[14]

  1. ^ a b Enciclopedia italiana.
  2. ^ termopolio: significato e definizione, su Dizionari - La Repubblica. URL consultato il 26 ottobre 2021.
  3. ^ Luigi Castellazzo, Tito Vezio: ovvero roma cento anni avanti l'era cristiana. Racconto storico, Bencini e Ricci, 1867. URL consultato il 26 ottobre 2021.
  4. ^ Eccezionale scoperta a Pompei: trovato un Termopolio intatto, in Giornale di Brescia, 26 dicembre 2020. URL consultato il 26 dicembre 2020.
  5. ^ Il thermopolium di Asellina a Pompei - StorieParallele.it, in StorieParallele.it, 21 gennaio 2021. URL consultato il 26 ottobre 2021.
  6. ^ Thermopolium di Asellina, su Pompeii Sites. URL consultato il 26 ottobre 2021.
  7. ^ (EN) Pompeii, OUP Oxford, 27 settembre 1990, ISBN 978-0-19-917158-3. URL consultato il 26 ottobre 2021.
  8. ^ Il Thermopolium, il fast food degli antichi Romani, su Archeotravelers.com, 8 maggio 2020. URL consultato il 26 ottobre 2021.
  9. ^ Riaffiora per intero il termopolio della Regio V. Tra scene di nature morte, resti di alimenti, ossa di animali e vittime dell'eruzione, su Pompeii Sites. URL consultato il 19 ottobre 2021.
  10. ^ Pompei, scoperto un bar tavola-calda intatto: i cibi ancora in pentola, su ilmessaggero.it. URL consultato il 26 ottobre 2021.
  11. ^ Ritrovato a Pompei un grande Termopolio con magnifiche decorazioni e resti alimentari, su Napoli da Vivere, 27 dicembre 2020. URL consultato il 26 ottobre 2021.
  12. ^ Straordinaria scoperta a Pompei, ritrovato un termopolio intatto: "Ancora cibo nelle pentole", su la Repubblica, 26 dicembre 2020. URL consultato il 26 ottobre 2021.
  13. ^ La “bottega dello street food” di Pompei, su blog.terminologiaetc.it. URL consultato il 19 ottobre 2021.
  14. ^ Termopolio di Pompei, su pompei.it. URL consultato il 26 luglio 2022.

Bibliografia

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  • Berry, Joanne, The Complete Pompeii, Londra, Thames & Hudson, 2007.
  • Ellis, Steven J. R., "The Distribution of Bars at Pompeii: Archaeological, Spatial and Viewshed Analyses". Journal of Roman Archaeology, 17: 371–384, 2004.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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