Luciano De Crescenzo

scrittore, regista e attore italiano (1928-2019)

Luciano De Crescenzo (1928 – 2019), scrittore, regista e attore italiano.

Luciano De Crescenzo

Citazioni di Luciano De Crescenzo

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  • A quanti vogliono sapere se io sono di centro destra o di centro sinistra, io rispondo che sono del centro storico. (citato in De Crescenzo candidato del Polo? "No, grazie", la Repubblica, 8 settembre 1995, p. 9)
  • Alcuni temono che la Felicità sia un bene molto lontano, quasi irraggiungibile, motivo per cui corrono a più non posso nella speranza di avvicinarla, senza mai rendersi conto che più corrono e più se ne allontanano. (da Il tempo e la felicità, Mondadori, 1998)
  • Con il tempo, anche il bello diventa meno bello, e il brutto meno brutto. Bellezza e bruttezza, infatti, sono caratteristiche dei primi approcci; in seguito tendono ad avvicinarsi. (da Panta Rei, Mondadori)
  • Dovendo fare un viaggio con qualcuno, preferirei mille volte la compagnia di un ateo che non quella di un religioso. Perfino il nostro Papa potrebbe crearmi dei problemi, se non altro per la conversazione. Sì, lo so: mi dicono che sia tanto una brava persona. Non può negare, però, di essere religioso. (da Il pressappoco, Oscar Mondadori, Milano, 2007, p. 97)
  • Filippo Neri credeva negli uomini, credeva nella loro energia e nella loro capacità di stare insieme. (da Tutti santi: me compreso, p. 85)
  • I napoletani sono un popolo pieno di devozione cristiana, ma non hanno mai veramente abbandonato le tradizioni pagane. Sono sempre rimasti un po' politeisti. È proprio l'idea di Dio, del Dio che è uno, che noi napoletani facciamo fatica a digerire. Prendete i protestanti, quelli appena hanno un guaio, anche piccolissimo, dicono subito: "My God". Noi non diciamo mai "Mio Dio", preferiamo rivolgerci a qualcuno di più preciso, per questo invochiamo i santi [...]. In certi casi particolari, si sceglie di rivolgersi alle anime del purgatorio. Qui qualcuno può obiettare: e perché non a quelle del paradiso, non sono più influenti, più introdotte? Ma il punto è proprio questo e i napoletani lo sanno. Le anime del paradiso se ne fottono, ormai vivono la loro estasi celeste, hanno raggiunto l'obiettivo e di quello che succede quaggiù non gliene importa niente. Invece le anime del purgatorio lottano ancora, hanno bisogno delle preghiere. E allora nasce lo scambio, la convenienza reciproca. (da Tutti santi: me compreso, p. 51)
  • [ Su di Ulisse] Il più astuto di tutti gli eroi greci, dal multiforme ingegno, ma anche il più umano e la personificazione stessa del coraggio. A lui che fra tutti mi è il più caro, a lui che di tutti è il più fico, dedico la parte finale di questo libro. (da Ulisse era un fico, Mondadori, 2010, p. 129)
  • Il pregiudizio è un limite di chi lo attua, non di chi lo riceve. (dall'intervista di Eleonora Barbieri, "L'amore eterno esiste davvero. Si chiama tifo per il calcio", Il Giornale, 23 gennaio 2017)
  • L'Auditel, in quanto gradimento della maggioranza, rappresenta la stupidità media di una nazione con conseguenze a dir poco catastrofiche. E vediamo perché. La parola audience (che, attenzione, si scrive audience ma che si pronunzia odiens, proprio per sottolinearne la pericolosità) produce un abbassamento della qualità di tutti i programmi televisivi. La tv, infatti, proprio per andare incontro al gusto delle masse abbassa il proprio gusto fino a farlo coincidere con quello della maggioranza. (da «Legge» dell'audience? Abbasso la maggioranza, Corriere della sera, 16 novembre 2002, p. 36)
  • Molti studiano come allungare la vita, quando invece bisognerebbe allargarla. (da Raffaele, Oscar Mondadori, Milano, 1978, p. 45[1])
  • "Solo gli imbecilli non hanno dubbi"; "Ne sei sicuro?"; "Non ho alcun dubbio!" (da Il dubbio, Mondadori)
  • Spesso mi sono chiesto se il «benpensante» è anche uno che pensa. In realtà non pensa affatto, anche perché, a forza di pensarla come la pensano gli altri, gli si è atrofizzato il cervello.[2]

Così parlò Bellavista

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  • Napoli per me non è la città di Napoli ma solo una componente dell'animo umano che so di poter trovare in tutte le persone, siano esse napoletane o no. A volte penso addirittura che Napoli possa essere ancora l'ultima speranza che resta alla razza umana. (Due parole di prefazione; p. 9)
  • [...] l'umanità si divide in quelli che si fanno la doccia e in quelli che si fanno il bagno. (cap. 3; p. 30)
  • Se viene fatto con amore il caffè può diventare buonissimo. Veda: quello il caffè da dentro alla caffettiera lo sente se c'è simpatia tra chi lo sta facendo e chi se lo deve bere. (cap. 5; p. 38)
  • Lei deve sapere, carissimo ingegnere, che il caffè non è propriamente un liquido, ma è come dire una cosa di mezzo tra un liquido ed un aeriforme, insomma una cosa che non appena entra a contatto con il palato sublima, ed invece di scendere sale, sale, vi entra nel cervello e là resta quasi a tenervi compagnia, e così succede che uno per ore ed ore lavora e pensa: ma che bellu' cafè ca me so pigliato stamattina. (cap. 5; p. 38)
  • [...] quando un cristiano sente il desiderio di prendere un caffè, non è perché vuole bere un caffè, ma perché ha avvertito il bisogno di entrare di nuovo in contatto con l'umanità, e quindi deve interrompere il lavoro che sta facendo, invitare uno o più colleghi ad andare a prendersi il caffè insieme, camminare al sole fino al bar preferito, vincere una piccola gara con annessa colluttazione per chi offre i suddetti caffè, fare un complimento alla cassiera, due chiacchiere sportive con il barista ed il tutto senza dare alcuna istruzione sul tipo di caffè preferito, dal momento che un vero barista deve già conoscere il gusto del suo cliente. Tutto ciò è rito, è religione, e lei non me lo può sostituire con una macchinetta che da una parte si ingoia le cento lire e dall'altra mi versa un liquido anonimo e inodore! (cap. 5; p. 39)
  • [...] la parola esagerazione non esiste nel vocabolario dell'amore. (cap. 7; p. 65)
  • [...] di Berna si dice che sia grande il doppio del cimitero di Vienna ma che ci si diverta solo la metà. (cap. 7; p. 65)
  • «Ritornando a Napoli lei ritiene che i napoletani siano nella stragrande maggioranza uomini d'amore?»
    «Senza dubbio: in particolar modo il popolino.» (cap. 7; p. 67)
  • Per farsi un amico ci vuole quasi una vita. Bisogna essere stati poveri insieme e qualche volta felici. (cap. 13; p. 107)
  • «E chi lo sa! Chi lo sa come è Napoli veramente. Comunque io certe volte penso che anche se Napoli, quella che dico io, non esiste come città, esiste sicuramente come concetto, come aggettivo. E allora penso che Napoli è la città più Napoli che conosco e che dovunque sono andato nel mondo ho visto che c'era bisogno di un poco di Napoli.» (cap. 13; p. 114)
  • [...] diciamo che oggi il settanta per cento dell'umanità si muore ancora di fame, [...] e che il trenta per cento fa la dieta. (cap. 15; p. 118)
  • [...] il potere non sazia, anzi è come una droga e richiede sempre dosi maggiori. (cap. 17; p. 139)
  • [...] il borghese è in parole povere il benpensante, quello che è contento del sistema e pensa solo a difendersi quei quattro soldi che si è messo da parte. (cap. 21; p. 163)
  • Siamo angeli con un'ala soltanto e possiamo volare solo restando abbracciati.[3] (cap. 23; p. 167)
  • «Per quello che posso ricordare io», dice il dottor Vittorio, «è sempre stata una festa di pessimo gusto. Violenza e rumore, questa era Piedigrotta. Che oggi poi, a distanza di tanti anni, ci ricordiamo di Piedigrotta come di una festa divertente lo posso pure capire, ma è chiaro che il merito del ricordo è solo per la nostra adolescenza e non per la manifestazione che in se stessa non ha mai avuto nulla di edificante.»
    «Ecco qua», dice il professore, «mò è venuto Vittorio e mi ha fatto diventare una fetenzia pure il ricordo di Piedigrotta!»
    «Ma andiamo, siamo seri. Lo vogliamo capire o no che la morte di Napoli è stato il folklore! Tutti noi sappiamo che quando c'era Piedigrotta cercavamo di evitare le strade dove si svolgeva la festa, e allora confessiamolo onestamente che noi, a Piedigrotta, non ci siamo divertiti mai.»
    «Ma come non ci siamo divertiti mai, dottò!» dice Saverio. «Io ero piccolo è vero ma i carri me li ricordo ancora: e ci stava il carro con le maschere d'Italia, con Pulcinella, Arlecchino e compagnia cantando, e poi c'era il carro dei frutti di mare con le femmine con le cosce da fuori che uscivano da dentro alle cozze, e poi c'era il carro con il Vesuvio che fumava overamente, con la funicolare illuminata e con la gente che cantava: Iamme, Iamme. Era bella dottò Piedigrotta.» (cap. 23; pp. 167-168)
  • «Piano, piano con questa parola: industrializzazione» dice il professore. «Napoli è stata rovinata da Lauro, da Gava e dalla chimera dell'industrializzazione. Lauro l'ha gestita come l'ultimo dei Borboni, Gava ha addirittura fatto rimpiangere Lauro, ma nessuno dei due ha fatto tanto male a Napoli come chi ha creduto di risolvere il problema napoletano con l'industrializzazione. Voi invece immaginatevi una Napoli senza ciminiere, una Napoli che nella piana di Bagnoli al posto dell'Italsider avesse avuto tutta una serie di alberghi, di cottages, di villini e di casinò. Positano, Amalfi, Ischia, Capri, Procida, Baia, il lago d'Averno, Pompei. Ercolano, Vietri, Cuma, il Faito, il Vesuvio, isole, scogli, montagne, vulcani, laghi. il punto d'incontro del turismo mondiale! La Las Vegas d'Europa! Il paradiso in terra! Ma pensate, ad esempio, al Castello dell'Ovo, a questo bellissimo maniero medioevale, ricco di enormi sale, di piccole viuzze interne e di suggestive botteghe». (cap. 25; p. 178)
  • Masaniello, tra tutti i personaggi storici, comici, politici e artistici nati a Napoli, è quello che maggiormente incarnò lo spirito napoletano. E questo perché espresse le contraddizioni, l'istinto di amore, l'incapacità di esercitare il potere, la generosità e l'ignoranza del suo popolo. Masaniello è amore e disordine. (cap. 26; p. 202)

I pensieri di Bellavista

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  • Al Niente preferisco l'Inferno, se non altro per la conversazione.
  • Dopo morto i critici parleranno tutti bene di me. Peccato che non ci sia un Premio Strega alla memoria.
  • Due rette parallele s'incontrano solo all'infinito quando ormai non gliene frega più niente.
  • Il massimo della vanità è scrivere i propri pensieri, nascondere il quaderno e sperare che qualcuno lo trovi.
  • Il Medioevo è passato alla storia come il periodo dei secoli bui. Nessuno, però, mi ha spiegato chi era stato a spegnere la luce.
  • Io non sono te e tu non sei me. Però, tutti e due siamo noi.
  • La gioventù, la maturità e la vecchiaia sono tre periodi della vita che potremmo ribattezzare "rivoluzione, riflessione e televisione". Si comincia col voler cambiare il mondo e si finisce col cambiare i canali.
  • Nessuno è più infelice di un guardone in un campo di nudisti.
  • Sono affetto dal Dubbio Positivo. Ho sostituito il verbo "credere" con il verbo "sperare".

Il caffè sospeso

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  • Ma tre caffè al giorno costano quello che costano. Forse ce li dovrebbe passare la mutua.
  • Spesso quello che in un primo momento ci sembra irrimediabilmente nefasto può nascondere delle conseguenze positive assolutamente inaspettate, basta attendere un po' e lasciare che le cose abbiano il loro corso. Anche per i fatti insomma, come per le persone, non bisogna mai aver fretta di giudicare dalle prime apparenze.
  • [...] l'ozio è uno strumento utilissimo per misurare le qualità di un essere umano.
  • Stare fermi, insomma, e non fare altro che pensare, vuol dire anche crescere.
  • Che cos'è il potere? A pensarci bene, è una stronzata.
  • In pratica cresco pensando.
  • [In riferimento alla morte]I miei amici del liceo e dell'università, oggi morti purtroppo, dove stanno? Cesare, Pino, Mimì, Gennarino, rispondete: dove state?
  • [...] al posto della Fede ho finito con il contrarre il dono del Dubbio.
  • Non esistono razze, categorie o popoli cattivi, ma solo singoli individui non dotati di pietas.
  • L'uomo nasce buono di natura, salvo poi diventare una belva per colpa della Società.
  • Cominciamo dai più piccoli, dai ragazzini delle elementari, e spieghiamo loro che cos'è il rispetto verso i deboli. Chissà che col tempo non diminuiscano anche gli stupri.
  • E se proprio vogliamo dirla tutta, anche gli stupidi, spesso e volentieri, sono immuni dal Dubbio.
  • Il dolore per la Chiesa finisce con il diventare uno strumento di potere e quindi con l'aumentare l'audience.
  • Socrate: E tu gli hai chiesto i motivi della scelta? STREPSIADE: Sì, o Socrate, ed egli mi ha risposto: «Padre, credo ancora negli Dei di Atene, ma ciò non toglie che gli egizi abbiano bisogno di un'ala sinistra».
  • La Fede è violenza!
  • Il Dubbio invece, mio buon amico, è una divinità che bussa con gentilezza alla tua porta e chiede di essere ascoltata.
  • Non è l'individuo a creare il disordine, ma è l'ambiente a favorirlo.
  • «Preferirei morire piuttosto che provare del piacere!». FEDONE: Quello è sempre stato un esaltato.
  • Non c'è limite al sadismo del burocrate.
  • Socrate, pur essendo l'anagramma preciso di Storace, in materia di omosessualità la pensava in modo del tutto diverso dall'ex governatore della Regione Lazio.
  • Nessuno dei ragazzi si è mai voltato a guardare le modelle. Gli unici ad avere lo sguardo stravolto eravamo: io, i pompieri, i carabinieri e il funzionario di servizio.
  • La maggior parte degli italiani, infatti, la sera, dopo cena, tra un buon libro e una carota televisiva, sceglie sempre, inevitabilmente, la carota, anche quando questa non è di prima qualità.
  • La povertà del futuro sarà l'ignoranza, e le differenze sociali degli anni a venire saranno stabilite, più che dal denaro, dalla cultura di chi sa qualcosa e di chi non sa niente.
  • D'altronde la fantasia, al pari dei muscoli, se non viene esercitata si atrofizza.
  • "libridinoso" è semplicemente attratto dalla presenza dei libri, vorrebbe toccarne il più alto numero possibile, e, nei casi più gravi, vorrebbe annusarli.
  • Amare un libro, non solo per il contenuto, ma soprattutto per la sua fisicità, per il suo essere materia tangibile, è una malattia come un'altra.
  • Per gli individui affetti da questo morbo il libro, una volta letto, cessa di essere una delle tante copie in circolazione di un testo e diventa parte integrante del proprio corpo e, come tale, non può essere più ceduto in prestito a nessuno.
  • [In riferimento all'accesso al Paradiso] Quanto a mio padre, invece, ho qualche perplessità, a causa di quella sua abitudine di prendersela con il Padreterno nei momenti difficili.
  • Non c'è niente da fare, io l'ho sempre detto: eleganti si nasce. Uno può anche diventare ricco da un momento all'altro, però se non ha classe resta sempre 'nu pezzente!
  • Il Non Essere per Parmenide era l'apparire, tutto quello, cioè, che ci affascina con le sue tentazioni e che non mantiene mai le sue promesse. Come dire: se volete essere felici, badate più alla sostanza che non all'apparenza delle cose.
  • Prima di prendere sonno, infatti, potremo sempre fare un po' di sesso, a meno che non preferiremo farlo su Internet.
  • "Non è riprovevole entrare in casa di Laide, riprovevole è non saperne uscire"
  • Penso che nelle città ci dovrebbero essere appositi luoghi di decenza, tipo vespasiani, per consentire, a chi gli scappa, di telefonare senza essere visto.
  • Chiedermi un libro in prestito è come farmi uno sgarbo.
  • [...] il difetto principale del progresso: quello di non saper chiedere permesso.
  • Oggi l'avviso di garanzia dovrebbe cambiar nome: è a tutti gli effetti un avviso di sputtanamento, se non addirittura una condanna anticipata.
  • Nel frattempo rendiamoci conto che amare il prossimo e già un buon affare, qui sulla Terra.
  • Pare che in Italia, solo nell'ultimo secolo, ci siano state ben quattrocento Madonne piangenti e non una, dico una, che sorride.
  • La stupidità è il motore del mondo.
  • Più che ambire al titolo di dottore, ognuno cerchi di guadagnarsi almeno quello di egregio [da ex gregis = fuori dal gregge] e di pensare con il proprio cervello, avendo in massima cura le tradizioni.
  • Per me, il latino non è una lingua morta ma una lingua immortale.
  • Come tutti i single, dò molta importanza all'amicizia, seguo tutti gli amici con devozione.
  • Ho sempre pensato che i milanesi fossero delle persone attente, scrupolose, del tutto diverse da noi napoletani. E invece no: sono anche loro degli inzallanuti.
  • Se un giorno, in trattoria, vi capitasse di vedere un gruppo di giovani, seduti al tavolo accanto, che si sganascia dal ridere per battute che, onestamente, a voi non fanno nemmeno sorridere, non vi stupite: non stanno ridendo delle battute, ma di un'intera vita trascorsa insieme.
  • E dire che se nascevo in America non avrei mai conosciuto Totò. Pensate che disgrazia!
  • I marinai fanno parte del popolo e il popolo è nobile. Essere nobili vuol dire essere fieri di quello che si è.
  • Più il Caso diventa determinante in una scelta e più il sistema delle tangenti si troverebbe in difficoltà.
  • La verità è che è degli uomini, e non delle canzoni, che ci dovremmo preoccupare.
  • Bisognerebbe sempre ricominciare da capo, avere una seconda vita, come chi ha un secondo lavoro.

Il dubbio

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  • Supponiamo, ora, che io avessi la fortuna d'incontrare uno di questi "lettori forti", uno di questi stakanovisti del dopocena senza TV che ha letto tutti i miei libri, dalla prima all'ultima pagina: vuoi che non mi faccia riprendere accanto a lui per una foto ricordo, e che non lo festeggi come merita?
  • D'altra parte chi in vita sua non ha mai avuto dubbi? Solo uno stupido. Comprando, invece, un libro intitolato Il Dubbio, il lettore alla fine si rende conto di aver fatto bene a dubitare». «Ne sei proprio sicuro?». «Non ho alcun dubbio».
  • E così anche noi, diretti discendenti dei greci, siamo cresciuti con una sana diffidenza verso ogni forma di produttività eccessiva.
  • «perché sono rispettivamente figli del salumiere e del fruttivendolo. La dignità, nel mio caso, abdica in favore dell'appetito e induce il cervello alla rassegnazione».
  • Il Dubbio invece è una divinità discreta, è un amico che bussa con gentilezza alla vostra porta. Il Dubbio espone con calma le sue idee ed è pronto a cambiarle radicalmente non appena qualcuno gli dimostrerà che sono sbagliate».
  • «Ma è impossibile!». «Nossignore, è improbabile».
  • [...] perché il passato non sta mai fermo un attimo: è mobile come una bandiera in una giornata di vento. Visto con gli occhi del presente, tende continuamente a modificarsi, fino a diventare quello che Sant'Agostino definiva «il presente del passato».
  • Uno dei modi per essere sicuri dell'esistenza del tempo è quello di osservare qualcosa che si muove.

Non parlare, baciami: La Filosofia e l'Amore

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  • "Amo ergo sum" dico io. Amo, ed è grazie a questo amore che "sono", che esisto.
  • Continuo a dire, a costo di ripetermi, che innamorarsi non conviene. In ogni relazione amorosa, infatti, c'è sempre uno che soffre e l'altro che si annoia, e questo perché l'amore inizia contemporaneamente per poi finire in tempi diversi.
  • [...] perché mi sono accorto che l'amicizia è un sentimento più vicino alla mia natura di uomo libero.
  • In alcuni momenti dell'esistenza, infatti, la linea di confine tra libertà e solitudine diventa sempre più sottile.
  • Insomma, ci sono momenti della vita in cui la nostra individualità e le nostre esigenze personali hanno il sopravvento sulle necessità di chi amiamo.
  • Come ho scritto tempo fa, da sempre gli uomini studiano come allungare la vita, mentre bisognerebbe allargarla. In fondo, il tempo non è altro che un'emozione, e l'amore ci aiuta a rendere i suoi attimi più larghi.
  • L'amore è quel sentimento che più di tutti ci aiuta a capire il significato del tempo, e non perché duri per sempre – forse solo l'amore per un figlio si può considerare "eterno" – ma semplicemente perché ci consente di avere una diversa percezione della durata della nostra vita.
  • Come dico sempre, Amore è uno scugnizzo napoletano.
  • L'abbraccio è l'espressione più bella dell'amore, ma quando è anche passionale, quando due corpi innamorati decidono di fondersi, ci incastriamo a tal punto con l'altra persona che proprio in quel momento ci sembra di aver trovato la nostra parte mancante, la nostra anima gemella.
  • Ci si ama quante volte occorre, quante volte occorre per essere felici.
  • L'amore è un'urgenza che solletica le nostre vite fino a trasformarsi in una necessità.
  • Le donne devono essere adulate, bisogna far credere loro che ogni rifiuto è per gli uomini fonte di un grande dolore.
  • [...] sostiene il poeta, le donne sono molto più bugiarde degli uomini.
  • [ In riferimento alle relazioni amorose] Ingannare chi inganna, questa è la regola!
  • Tirando le somme, essere cattivi non conviene, è preferibile fare emergere con un po' di volontà le nostre parti buone. Essere buoni mi sembra il miglior affare, qui sulla terra.
  • Se vogliamo dirla tutta, però, per Ovidio le donne conoscono le arti più scellerate, e sono disposte a qualsiasi cosa pur di ottenere ciò che più desiderano.
  • Non darle mai torto, aggiungerei io. Una donna, se contrariata, può diventare pericolosissima.
  • Anche se, a pensarci bene, è proprio quest'ultima eventualità a spaventarmi: nascere donna! Forse non sarei in grado: oltre a partorire, che dev'essere tremendo, anche crescere dei figli, soprattutto nei primi anni di vita, è difficilissimo.
  • L'attesa e il desiderio possono essere più belli della conquista finale. A volte mi chiedo: non è meglio restare così come stiamo? E se poi conoscendo meglio l'altro andiamo incontro a una delusione? No no, mi sa che in alcuni casi è sempre meglio continuare a sognare.
  • Secondo il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche, non è la mancanza di amore, ma la mancanza di amicizia che rende infelici i matrimoni.
  • Io resto sempre un po' scettico di fronte a chi afferma: "Ti amo come il primo giorno". Non è impossibile, diciamo che è altamente improbabile.
  • «Che colpa? Le donne sono ingannatrici, cercano in ogni modo di celare i propri difetti, e se risultano simpatiche e affascinanti tutto il resto passerà in secondo piano e l'uomo cadrà vittima del loro incanto d'amore.»
  • Per quanto una donna possa essere "piacente e simpatica al tratto", da alcuni anni a questa parte non so più se valga la pena cedere alle lusinghe dell'amore carnale. Come dico spesso: dura poco, la fatica è tanta e la posizione è ridicola.
  • A tredici anni mio padre mi portò allo stadio, e da allora l'azzurro è diventato il mio colore preferito.
  • Ho sempre tifato Napoli.
  • Se ci pensate bene, quello per la vita è forse l'unica forma di amore che ci rende davvero liberi. Del resto, a proposito del dilemma amore o libertà, mi sento di rispondere alla maniera di Socrate. Quando qualcuno gli chiedeva se è meglio sposarsi o restare soli, lui rispondeva: "Fai come vuoi, tanto ti pentirai comunque!".
  • [...] perché anche l'amore per una città può essere incondizionato, soprattutto se la città in questione è Napoli.
  • Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
  • [...] la nostra non è più l'epoca dei legami, ma delle connessioni.

Oi dialogoi

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Luciano De Crescenzo
  • Napoli e Milano. Sono due popoli diversi uniti dalla stessa televisione.
  • Qualsiasi ipotesi di beatitudine eterna, di reincarnazione, non ha per me alcun interesse se non è collegata in qualche modo con il passato. Quando non si ha memoria del già vissuto, che senso ha parlare di reincarnazione? A che serve sapere che in un'altra vita sono stato Giulio Cesare se di questa precedente esperienza non conservo alcun ricordo e insegnamento?
  • La morte esiste solo come evento che procura dolore ai superstiti soltanto. Lo diceva anche Epicuro: "Perché spaventarsi della morte: se ci sei vuol dire che non sei morto, se sei morto vuol dire che non ci sei!". Quindi una morte collettiva, totale, non può preoccupare [...]; è una morte senza funerali, senza lacrime.
  • L'animo umano ha bisogno di nutrirsi di speranza, così come lo stomaco ha bisogno di cibo. La vita invece spesso è amara e non concede scappatoie ai desideri dei mortali. Alcune verità sono senza alternative: tutti dobbiamo morire, chi è brutto non potrà mai diventare bello, chi è vecchio non potrà mai ritornare giovane e chi vive una vita opaca e senza entusiasmi sa che molto difficilmente riuscirà a cambiarla. E allora che fare? Non resta che rifugiarsi nel mistero, evadere nel trascendente. Ed ecco fiorire da ogni parte le favole, gli extraterrestri, gli oroscopi, le droghe e gli estremismi politici.
  • Adesso i delinquenti sembrano tanti solo perché è aumentata l'informazione. Una volta ce n'erano di più, ma nessuno ne sapeva niente. Pensate che fino a pochi anni fa tutti quelli che uscivano per strada erano costretti ad andare in giro con le spade.
  • Dice Popper: la lotta alla miseria deve essere condotta dal Governo, mentre la ricerca della felicità deve essere lasciata all’iniziativa privata. In altre parole, bisogna essere socialisti al vertice e liberi imprenditori alla base.

Ordine e Disordine

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  • L'ideologia predominante dei giovani è quella dello stare insieme agli altri giovani, o, che è lo stesso, dello stare lontani dai vecchi. (cap. VII, p. 64)
  • I vecchi che posseggono il senso dell'humour hanno diritto al trenta per cento di sconto sull'età. (cap. VII, p. 64)
  • La verità è che i quadri degli astrattisti lasciano sempre un po' interdetti. «Sarà davvero un bravo pittore, o ci marcia?» si chiede il profano, e non gli si può nemmeno dare torto. Nel secolo scorso, lo psichiatra Benedict August Morel, nel Trattato sulla degenerazione fisica e morale della specie umana, condannò ogni specie di astrattismo, e l'anno successivo il medico lombrosiano Max Nordau sostenne l'ipotesi che gli impressionisti dovevano avere un qualcosa nella retina che non funzionava a dovere. Gli artisti del Disordine, però, continuarono imperterriti a dipingere i loro quadri come sempre avevano fatto, e cioè badando più al loro mondo interiore che non a quello esterno. (cap. XI, p. 94)
  • [Indro Montanelli] A leggerlo sembrerebbe un disordinatore di professione: sempre pronto a mugugnare, sempre a prendersela con qualcuno. Poi però, quando si tratta di scendere sul pratico, ci consiglia di turarci il naso e di andare a votare per l'Ordine. vallo a capire. (Appendice, p. 151)

Storia della filosofia greca. I presocratici

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  • La ricchezza è una condizione relativa: è ricco chi guadagna di più di quanto spende e, viceversa, è povero chi ha esigenze superiori al reddito.
  • Noi tutti prendiamo più sul serio ciò che costa che non quello che è gratuito.
  • Provate a osservare l'atteggiamento degli intellettuali italiani quando vengono intervistati in TV: noterete subito come il loro sguardo è sempre permeato da una austera consapevolezza. Dio solo sa quali oscuri meccanismi calvinisti, fatti di complessi di colpa e di desideri di espiazione, li rendono così allergici alla comicità. Forse il motto latino «risus abundat in ore stultorum» è stato messo in giro proprio da un antenato di Moravia, di Sciascia o di Giorgio Bocca. Fortunatamente, di tanto in tanto, spunta un Einstein o un Bertrand Russell e il cielo della cultura torna a tingersi di azzurro.
  • Quando in un posto ci si diverte, spuntano sempre i censori a dirne peste e corna.

Storia della filosofia greca. Da Socrate in poi

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  • E quando dico "lavoro" non penso ad una fatica, ad un supplizio che uno deve sopportare dalla mattina alla sera per rendersi indipendente dal punto di vista economico, ma ad una opportunità che Dio ci ha offerto per dare più senso alla nostra esistenza. Ricordatevi quello che vi dico: una cosa è "fare" il tabaccaio, e una cosa è "essere" tabaccaio. (p. 115)
  • I grandi profeti hanno sempre stabilito un nesso fra la Povertà e l'Amore. Il ricco del Vangelo, quello del cammello e della cruna dell'ago, è solo uno dei tanti esempi possibili. La ricchezza porta all'egoismo ed è abbastanza facile riscontrare come, nelle città più ricche ed evolute, siano diventati freddi e difficili i rapporti tra le persone.
  • «Napoli è una mazza, come quelle che si usano per suonare i gong. La mazza è sempre la stessa, ma il suono che ne esce è diverso perché sono diversi i piatti che rimbombano.» «E noi saremmo i piatti?» chiedo io. «In altre parole, non suoniamo ma siamo suonati.»
  • Quando hai paura di qualcosa, cerca di prenderne le misure e ti accorgerai che è poca cosa.
  • Salutame a Socrate.
  • Spesso fa più male la paura di morire che la morte.

Ti porterà fortuna: Guida insolita di Napoli

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  • [...] la lunghezza effettiva della vita è data dal numero di giorni diversi che un individuo riesce a vivere, i giorni uguali invece non contano.
  • Sui ragazzi me ne dicono di tutti i colori: che sono poco attenti alla lettura, tutti presi dai loro aggeggi tecnologici, che hanno elevato l'incomunicabilità a livelli mai sperimentati dalle generazioni precedenti. Sarà, ma io non mi fido. Non credo nei luoghi comuni, sono di natura portato a sperare nell'evoluzione dell'uomo.
  • «Andare insieme a Napoli.» «A Napoli?» «Solo nella mia città posso mostrarti come mi sono formato. Potrai osservare il mondo che ha orientato la mia esistenza, il mondo che ha fatto di me un napoletano in ogni istante della mia vita.»
  • [...] io continuo a pensare che la lunghezza effettiva della vita è data dal numero di giorni diversi che un individuo riesce a vivere, i giorni uguali invece non contano.
  • [...] nelle persone, così come nei luoghi, c'è spazio per la ragione e per la passione.
  • E sì, perché avrà la gioia di leggere Gadda per la prima volta. Quanto darei per non aver letto molti dei romanzi che ho amato!»
  • Secondo alcuni, con il trascorrere del tempo il bello tende a diventare meno bello. Credo che Napoli sia una delle poche città al mondo che rappresenti l'eccezione a questa regola. Sarà che non ci vivo più da molti anni, ma ogni volta che ci torno non posso fare a meno di pensare che sia diventata ancora più bella dell'ultima volta in cui l'ho lasciata.»
  • "Quando hai paura di qualcosa" mi disse "cerca di prenderne le misure: ti accorgerai che si tratta sempre di una cosa molto piccola."
  • «La fretta, nenné, fa più danni della grandine!»
  • [...]Stammi a sentire: non ti fidare di chi ti dice che solo con le tue forze puoi farcela. Ci vuole anche ciorta, come diciamo qua.
  • I pensieri a volte si comportano come lo scotch biadesivo, ovvero quello che per quanto tu possa fare attenzione finisce sempre con l'incollarsi sulle mani.
  • Oltrepassare la linea gialla, infatti, rappresenta quel momento della vita in cui un uomo, a volte consapevolmente, altre inconsapevolmente, intraprende una strada piuttosto che un'altra. È una scelta difficile, perché la via che si sceglie di percorrere può cambiare irrimediabilmente il nostro futuro.
  • Correvo per il motivo più vecchio del mondo: per amore.
  • Da sempre sono convinto che esista una sottile differenza tra l'amare e il voler bene: l'amore, infatti, sebbene sia un sentimento forte, molto spesso tende a consumarsi e di conseguenza a finire. Il voler bene, invece, cresce sempre.
  • «È vero, ancora oggi mi piacciono, e non ricordo più il perché.»
  • [...] a ben vedere, l'esperienza di vita è una somma più lunga di avvenimenti. (p. 49)
  • Forse perché non ci rendiamo conto che la vera povertà è rappresentata dall'ignoranza, in quanto a stabilire le differenze sociali non sono i soldi, ma la cultura che si ha e quella che non si ha. (p. 49)
  • Il mio amico Ottavio Missoni era solito dire: “Credo che la fortuna vada aiutata. Per esempio, non ho mai perso al gioco, ma non ho neanche mai giocato”. (p. 55)
  • A Napoli gli omosessuali si dividono in due grandi categorie: i ricchioni e i femminielli. I primi sono persone uguali in tutto agli altri uomini, salvo il fatto che nelle relazioni amorose preferiscono il proprio stesso sesso, mentre i femminielli sono da considerare donne vere e proprie, spesso anche belle, che solo l'anagrafe continua a classificare come maschi. (p. 57)
  • Esistono due città nella stessa città. Avete capito bene, non è uno scioglilingua. C'è una città che vive alla luce del sole, in balìa del traffico, dei mercati rionali e delle grida dei 'uagliuncielli che giocano a pallone; e poi c'è un'altra città, più silenziosa, che si insinua tra le cavità sotterranee dove sopravvive una realtà contesa tra il mistico e il misterioso. (p. 58)
  • Augurati di avere incertezze sulla persona a cui tieni. (p. 60)
  • [In riferimento al matrimonio] La scena è tutta per la moglie, che lo ha prescelto, a sua insaputa, per una recita da spalla in questa che è la sua giornata. (p. 61)
  • Io credo che una vita piena offra già così tante occasioni, o obblighi, di incontro che più che moltiplicare le amicizie andrebbero diminuite. O almeno calmierate. (p. 68)
  • Abbiamo un cuore e una memoria troppo piccoli per contenere molti affetti e contatti. (p. 68)
  • Per me, quando si dice che Napoli ha un'atmosfera particolare, è in virtù della sua promiscuità culturale. (p. 86)
  • "Ciononostante, in questo mondo del progresso, in questo mondo pieno di missili e di bombe atomiche, io penso che Napoli sia ancora l'ultima speranza che ha l'umanità per sopravvivere." (p. 87)
  • Guarirà, se proprio deve. Ma pure da malata continuerà a insegnare qualcosa al mondo.

Vita di Luciano De Crescenzo scritta da lui medesimo

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  • [...] le barche, i pescatori, il sole, il mare, il Vesuvio, Capri, Sorrento e Posillipo. Oggi ho imparato che queste cose non bisogna nemmeno nominarle perché sono tutte folcloristiche.
  • Una famiglia non si sceglie: nasci e te la trovi intorno che ti sorride.
  • [...] come si dice a Napoli «sfortunate con i mariti», erano due zitelle di ritorno.
  • Mia madre m'insegnò l'anticonsumismo più intransigente: invece del «Nulla si crea e nulla si distrugge», lei praticava il «Nulla si compra e nulla si butta via».
  • L'erotismo è una stanza buia dove si entra con molta curiosità e un pizzico di paura. L'erotismo è il battito accelerato del cuore di fronte al mistero. L'erotismo è partire alla scoperta dell'America senza essere sicuri che ci sia una America dall'altra parte. L'erotismo è il possesso della persona amata unito all'ansia di perderla. L'erotismo è la continua ricerca del limite.
  • [...] ad esempio per prevenire l'uso della droga: il giorno in cui la parola «drogato» diventasse sinonimo di «imbecille» molti ragazzini, forse, ci penserebbero un po' prima di bucarsi.
  • Oggi la parola «casino» è sinonimo di «chiasso», eppure, credetemi, non esiste al mondo luogo più silenzioso di un casino durante le prime ore del mattino: le ragazze dormono, il telefono non squilla, i clienti non possono entrare e tutto è silenzio.
  • «Fa come vuoi, tanto in entrambi i casi ti pentirai».
  • Piangere è facilissimo: basta tirar fuori una lacrima che subito dopo arrivano le altre. Ci si commuove del fatto che si sta piangendo.
  • [...] un giorno, per telefono, le dissi: «Ti voglio molto bene». E lei di rimando mi sussurrò: «Anch'io ti voglio bene», o forse disse solo «Anch'io sto bene». La linea era disturbata.
  • Capri è uno scoglio tremendo. Un giorno qualcuno inventerà un contatore Geiger capace di misurare le radiazioni erotiche delle rocce, e quel giorno si saprà che Capri è il luogo più erotizzante del mondo. Da duemila anni, infatti, milioni di persone si sono innamorate guardando i Faraglioni, e ciò non sarebbe stato possibile se non ci fosse qualcosa di strano che viene fuori dalle rocce.
  • Il popolino di Santa Lucia «fece» subito i numeri: 11 'o Munnezzaro, 33 'a Storta e 56 la femmina incinta. Non ne uscì nemmeno uno, segno che la storia nascondeva altri significati.
  • [...] spietato con i nemici e tenero in famiglia.
  • Le tette di Rosy erano così belle che i camerieri del Colosimo's le avevano soprannominate Vesuvio e Monte Somma.
  • «Eccolo qua,» esclamò trionfante, mentre indicava un punto sulla carta «questo è il ventre della vacca!» «E come si chiama?» «Cassino.» E fu così che sfollammo tutti a Cassino. Papà, senza saperlo, ci aveva procurato alcune poltrone di prima fila per assistere a una delle più tremende battaglie della Seconda guerra mondiale.
  • [...] giacché chi lavora in IBM sa che deve prevedere ogni possibile contrattempo, e per ogni contrattempo, fine del mondo compresa, deve sempre avere a portata di mano una procedura d'emergenza.
  • La napoletanità era per me il dialogo, i rapporti interpersonali, la musica, il sentimento e tutte quelle manifestazioni umane di cui più sentivo la mancanza a Milano. La milanesità, invece, era il rispetto per il prossimo, la capacità di mettersi in fila, la puntualità e il senso civico.
  • «Disse: "Tu uomo lavorerai con sudore e tu donna partorirai con dolore!". Poi, quando li vide uscire dal cancello gettò loro l'ultimo anatema: "E tutti e due sarete perseguitati nei secoli dei secoli dal Secondo Principio della Termo-dinamica!".
  • «E allora aveva ragione Pascal quando diceva: "l'infelicità del mondo dipende dal fatto che nessuno vuole restare a casa sua".»
  • «Il saggio non nega e non afferma, non si esalta e non si abbatte, non crede né all'esistenza di Dio, né alla sua esistenza. Il saggio non ha certezze, ha solo ipotesi più o meno probabili.»

Zio Cardellino

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  • [In riferimento all'IBM] «[...] una sola cosa ti viene proibita ed è quella di dire a voce alta che non hai intenzione di far carriera.»
  • Il potere piace proprio perché suscita invidia.
  • È incredibile come Milano, certe volte, sappia diventare bella a primavera!
  • [...] il nostro capo è tanto una brava persona, ma come tutti i milanesi ha un grosso difetto: è fissato con la puntualità. Dice sempre che se il maresciallo Grouchy fosse stato puntuale, Napoleone non avrebbe mai perso a Waterloo.
  • Ah Milano, Milano! Città di amanti in attesa d'amore: zoppi che si appoggiano ad altri zoppi per non cadere e che scoprono, dopo un po' di strada fatta insieme, di non avere la stessa camminata.
  • «Per me pazzo, significa diverso, e io penso di esserlo.» «Diverso in che senso?» «La mia è una diversità minima, eppure tanto strana da non essere accettata dalla collettività.»
  • «Zio Cardellino, che cosa è la morale?» «é una cosa molto bella che però, certe volte, può far diventare molto cattivi.»

Incipit di alcune opere

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La distrazione

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Se c'è un luogo al mondo perfetto per pensare questo è la vasca da bagno.[4]

Tale e Quale

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Tutto cominciò per colpa del toner. Ma, a proposito, lo sapete che cos'è il toner? È una sostanza inventata dal demonio: una vera e propria calamità naturale, una minaccia alla salute di chiunque si avvicini nei suoi paraggi!
Il toner è più sottile dell'aria, si espande come una nuvola e macchia tutto quello con cui viene a contatto. Guai a respirare in presenza del toner! Lui vi penetra nei polmoni e vi resta per sempre, per i secoli dei secoli. E non basta: sono convinto che, volendo, potrebbe macchiarvi anche l'anima.

  1. Riportato anche ne I pensieri di Bellavista, Le donne sono diverse e Storia della filosofia greca. I presocratici.
  2. Da Panta rei, Mondadori, 2014, p. 103. ISBN 88-520-5636-X
  3. La frase, qui firmata con le iniziali dell'autore (L.D.C.), è riportata anche in La distrazione (Mondadori, 2000) e I pensieri di Bellavista (Mondadori, 2005), oltre che nel film Così parlò Bellavista (1984). È inoltre ripresa in una poesia di Antonio Bello, cantata al termine del suo rito funebre, il 22 aprile 1993: «Noi siamo angeli con un'ala sola. Per volare, abbiamo bisogno di restare abbracciati al fratello, cui prestiamo la nostra ala e da cui prendiamo l'altra ala, necessaria per volare». (citato in Aa.vv., Don Tonino vescovo secondo Concilio, La meridiana, 2004)
  4. Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937

Bibliografia

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  • Luciano De Crescenzo, Così parlò Bellavista, Arnoldo Mondadori, Milano, 1977.
  • Luciano De Crescenzo, I pensieri di Bellavista, Mondadori, 2005.
  • Luciano De Crescenzo, Il dubbio, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1992.
  • Luciano De Crescenzo, Il caffè sospeso, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2008.
  • Luciano De Crescenzo, Non parlare, baciami: La Filosofia e l'Amore, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2016 ISBN 978-8804663546
  • Luciano De Crescenzo, Ordine e Disordine, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1996, ISBN 88-04-41598-3
  • Luciano De Crescenzo, Oi dialogoi, Mondadori.
  • Luciano De Crescenzo, Storia della filosofia greca. I Presocratici, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1983.
  • Luciano De Crescenzo, Storia della filosofia greca. Da Socrate in poi, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1986.
  • Luciano De Crescenzo, Ti porterà fortuna: Guida insolita di Napoli, Mondadori, 2014. ISBN 8804640642
  • Luciano De Crescenzo, Tale e Quale, Mondadori, 2001. ISBN 8804490012
  • Luciano De Crescenzo, Tutti santi: me compreso, Mondadori, Milano, 2011. ISBN 978-88-04-61029-8
  • Luciano De Crescenzo, Vita di Luciano De Crescenzo scritta da lui medesimo, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1986, ISBN 9788804348177
  • Luciano De Crescenzo, Zio Cardellino, Mondadori, 1995. ISBN 9788804370222

Voci correlate

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