Utente:LoStrangolatore/Germania/Lingua: differenze tra le versioni
m Ha protetto "Germania/Lingua": Reiterati vandalismi ([edit=autoconfirmed] (scadenza: 22:37, 25 dic 2011 (UTC))) |
m da aiutare |
||
Riga 1: | Riga 1: | ||
{{A|copiata e non importata da wikipedia, sarebbe da cancellare|19 dicembre 11}} |
|||
[[File:Historical German linguistical area.PNG|thumb|right|300px|La diffusione della lingua tedesca nel 1929]] |
[[File:Historical German linguistical area.PNG|thumb|right|300px|La diffusione della lingua tedesca nel 1929]] |
||
[[File:Verbreitungsgebiet der deutschen Sprache.PNG|thumb|right|300px|La diffusione odierna del tedesco in Europa]] |
[[File:Verbreitungsgebiet der deutschen Sprache.PNG|thumb|right|300px|La diffusione odierna del tedesco in Europa]] |
Versione delle 23:40, 19 dic 2011
![]() | Questa pagina non corrisponde agli standard minimi di Wikibooks. Nota: copiata e non importata da wikipedia, sarebbe da cancellare
L'argomento è comunque interessante, cerchiamo di aiutarlo altrimenti potrebbe essere cancellato. |
Il tedesco è una lingua indoeuropea appartenente al ramo occidentale delle lingue germaniche.
È la lingua con il maggior numero di parlanti nativi dell'Unione europea,[1] parlata come prima lingua e riconosciuta come lingua ufficiale in Germania, in Austria, in Lussemburgo, in Belgio, in Liechtenstein ed in Svizzera dove, soprattutto nella parte settentrionale, si parla una variante conosciuta come svizzero tedesco.
All'interno del gruppo germanico è la lingua più diffusa nel mondo dopo l'inglese.
Distribuzione geografica
In Italia il tedesco è riconosciuto come lingua ufficiale regionale assieme all'italiano in Trentino-Alto Adige, dove viene parlato prevalentemente (solo) nella Provincia autonoma di Bolzano. Gode inoltre dello status di coufficialità nella Val Canale in Friuli-Venezia Giulia.
Dialetti ascrivibili alla famiglia linguistica del tedesco sono parlati dalle minoranze walser del Piemonte e della Valle d'Aosta, da quelle mochene del Trentino e da quelle carnico-germaniche di Sauris, Timau nel Friuli e Sappada in Veneto. Sempre alla famiglia delle lingue germaniche appartiene la lingua cimbra, parlata dalla minoranza linguistica dei cimbri presente tra Veneto e Trentino.
Il tedesco viene inoltre parlato in parti della Romania, della Polonia (Voivodato di Opole), dell'Alsazia e della Lorena (Francia) ed è parlato negli Stati Uniti negli stati di New York, Pennsylvania e Ohio. Anche ex possedimenti coloniali della Germania, come per esempio la Namibia, hanno una significativa percentuale della popolazione che ancora oggi parla il tedesco.
Con circa 112 milioni di parlanti distribuiti in 38 stati è una lingua pluricentrica come l'inglese. Vi sono isole linguistiche in tutti i continenti e alcune di queste comunità esistono da diversi secoli.
Secondo Ethnologue, la lingua tedesca è la 11ª lingua parlata come prima lingua per dimensione; essa è parlata in complessivamente 43 paesi da 90,3 milioni di persone.[2]
Storia
![]() |
Per approfondire, vedi Alto tedesco antico, Alto tedesco medio e Alto tedesco moderno. |
È possibile esaminare lo sviluppo storico della lingua tedesca attraverso la sua suddivisione nei seguenti periodi:
- Alto tedesco antico (750-1050)
- Alto tedesco medio (1050-1350)
- Alto tedesco moderno (1350-1750)
Grammatica
![]() |
Per approfondire, vedi Grammatica tedesca. |
La lingua tedesca è una lingua flessivo-fusiva.
A causa della presenza dei casi, e della conseguente declinazione dei sostantivi (però molto ridotta nella lingua moderna) e degli aggettivi, il tedesco è una delle lingue germaniche moderne con la grammatica più complessa.
I casi in tedesco sono quattro: nominativo, genitivo, dativo ed accusativo. I sostantivi (che, come le parti del discorso sostantivate, si scrivono sempre con l'iniziale maiuscola[4]) presentano tre generi: maschile, femminile e neutro.
Il paradigma dei verbi tedeschi irregolari ha quattro forme, diversamente dall'inglese che ne ha tre: l' Infinitiv (infinito), l' Indikativ Präsens (indicativo presente), l' Indikativ Präteritum (preterito, ovvero indicativo imperfetto/passato remoto) ed il Partizip II (participio passato). Il Plusquamperfekt (piuccheperfetto, corrispondente all'indicativo trapassato prossimo/trapassato remoto), il Futur I (futuro semplice), il Futur II completano il quadro dei tempi dell'indicativo.
Il Konjunktiv I (primo congiuntivo) ha quattro tempi (presente, perfetto, futuro I, futuro II), e si usa in prevalenza nel discorso indiretto.
Il Konjunktiv II (secondo congiuntivo) ha due tempi (preterito e piucchepperfetto). Alcuni suoi usi corrispondono a quelli del condizionale in italiano; secondariamente, si può trovare nel discorso indiretto. È molto più usato del Konjunktiv I.
È quindi tipico del tedesco e delle lingue germaniche, in generale, l'uso di costruzioni analitiche, realizzate cioè tramite largo uso di ausiliari (come sein essere, haben avere e werden divenire) per esprimere i diversi tempi verbali.
Fonetica e fonologia
![](https://cdn.statically.io/img/upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/4/49/Knowledge_German_EU_map.png/250px-Knowledge_German_EU_map.png)
La pronuncia del tedesco segue quasi sempre delle regole precise.
Vocali
- Il tedesco distingue tra vocali lunghe e vocali brevi: in genere le vocali seguite da singola consonante sono lunghe, mentre quelle seguite da doppia consonante sono corte, come wen [veːn] e wenn [vɛn].
- Una regola fondamentale dice che le vocali lunghe sono chiuse le vocali brevi sono aperte. L'unica eccezione è la ä lunga [ɛː] che è quasi sempre aperta.
- Un caso speciale è la e atona [ə], tipicamente nei suffissi della flessione (-e, -en) o nel prefisso be-. È una semivocale quasi non articolata, poco percepibile e a volte (nel suffisso -en) quasi inesistente. Assomiglia alla vocale ebraica shevà ed alla vocale turca ı.
- Quando una sillaba inizia con una vocale, essa è sempre preceduta da una consonante non scritta, l'occlusiva glottidale [ʔ]. Nella sua pronuncia le corde vocali (chiuse prima) si aprono con una piccola esplosione per dare via al fiato che forma la vocale (esempio: beeile (dich)! [bəʔaɪlə] "sbrigati!"). Per questa caratteristica della pronuncia le sillabe danno l'impressione di essere più staccate che in altre lingue.
- Per indicare la presenza di una vocale lunga si possono usare le doppie vocali, come in Saal, Seeelefant [zeːʔelefant], Boot oppure in alcuni casi (specie prima di l o n) si può trovare un'h (Dehnungs-h) che non va pronuciata ma serve a specificare la pronuncia lunga della vocale precedente (ad es. "zehn" [ʦeːn] "dieci"). Soltanto dopo la i si può trovare una e con la medesima funzione (ad es. "Miete" [miːtə] "affitto").
- y corrisponde a ü e si trova in parole di origine greca, inglese o francese, e non viene usata nelle parole tedesche originarie. La sua pronuncia può essere lunga [yː] o breve [ʏ] in parole di origine greca (come Olympiade), mentre corrisponde alla pronuncia inglese o francese per le parole originarie di queste lingue.
Umlaute - metafonemi
![]() |
Per approfondire, vedi Metafonesi. |
Sei fonemi vocalici sono indicate dai caratteri latini a, o e u con due puntini, graficamente uguali alla dieresi, che però non indicano uno iato vocalico, bensì una metafonesi o metafonia. Il termine Umlaut (plurale Umlaute) non indica i puntini, ma le vocali.
- ä [ɛː], come in bene [ˈbɛːne].
- ą lunga [ɵː], breve [ɶ] (più aperto); suono particolare che non esiste in italiano simile a una e pronunciata posteriormente, ma molto chiuso con un suono intermedio tra la e e la o, come se fossi una o molto chiusa come in cold, altre volte come la o tedesca in schon
- ü lunga [yː], breve [ʏ] (più aperto); suono simile alla u francese, ossia una u anteriore, con un suono intermedio tra la "u" e la "i"
Dittonghi fonologici
- ei, ai, ay [ae] oppure [aɪ]. La seconda vocale è abbastanza bassa e si avvicina alla prima e di aereo (come nei nomi di Einstein e Heisenberg).
- au [ao]. La seconda vocale è abbastanza bassa e si avvicina alla o di caos; esempio: Maus ("topo").
- eu, äu [ɔi] oppure [ɔʏ]. La combinazione non esiste in italiano. Si avvicina a poi [ˈpɔi] ma il secondo elemento vocalico è arrotondato e più basso. Bisogna notare che solo in alcuni dialetti tedeschi il dittongo è effettivamente pronunciato [ɔi]. Esempi: Deutschland, Freud e Fräulein. Il dittongo äu si usa anche come forma metafonizzata di au: per esempio Mäuse, plurale di Maus (topo).
Altre combinazioni vocaliche
- ie [iː] come in Siemens. Se tale combinazione è eterosillabica (cioè i due suoni appartengono a due sillabe differenti) si pronuncia [je] (simile all'italiano) come in Italien, Brasilien, Spanien ed altre parole d'origine straniera.
- äi è sempre eterosillabico e le due vocali si pronunciano separate: la prima è sempre [ɛː], la seconda può essere [iː] o [ɪ]. Esempio: europäisch.
- la combinazione "eu" si pronuncia [ɔi] oppure [ɔʏ]. Esempio: la parola "deutsch" (tedesco) si pronuncia [dɔʏʧ]. Questo vale in tutte le parole contenenti "eu", senza eccezioni.
Consonanti
- b [b] viene pronunciato b di banco, ma in alcuni casi si pronuncia β o non è pronunciato generalmente ɕ, perché una vocale è atona, ma in altri casi viene pronunciato ʙ, come vibrante bilabiale.
- wu [ɷ] viene pronunciato come una u molto chiusa e arrotondata.
- c è presente solo in parole straniere e si pronuncia z (aspra) davanti alle volcali e, i, ä, ö. Si pronuncia k se precede le vocali a, o, u oppure consonanti.
- ch è una sequenza che corrisponde a due suoni diversi, a seconda dei suoni che precedono o seguono. Rappresenta una fricativa velare sorda [x] dopo i fonemi /o/,/a/, /u/; il punto di articolazione diventa palatale, cioè con un suono molto vicino a sc di scena, ma con le labbra meno arrotondate [ç] dopo /i/ e /e/ e le vocali con la dieresi (si pronuncia più avanti nel palato, come dicono i tedeschi "come un gatto cattivo"). La pronuncia è più dura, uvulare [χ] nelle regioni meridionali. All'inizio di parola il suo suono dipende dalla vocale che segue. Ad esempio in China o Chemie è realizzata come [ç] oppure [ɕ]. Si pronuncia generalmente come un'h molto aspirata, palatale.
- chs si pronuncia x. Ad esempio Sechs -> /sex/
- ck si pronuncia kk. Ad esempio Zucker -> /zukker/
- d [d] corrisponde alla d di dente, ma in alcuni casi il suono va pronunciato ʒ oppure ha fonemi uniti come ð, e in altri casi θ, ma viene pronunciato alla fine di una parola ɕ.
- dsch [ʤ] corrisponde al suono in italiano della g seguita da e o i. Frequentemente è sostituito da [ʧ] o da una via di mezzo [tʒ]. Viene utilizzato in parole di origine straniera, come ad esempio Dschungel, "giungla" (d'origine indiana, simile all'inglese jungle).
- f [f] non si pronuncia come in italiano ma ha fonemi uniti come "θ", "ð", ma a fine di una parola si pronuncia sempre ɕ,ma se succede ad una u il suono cambia che la f non si deve pronunciare mai e il suono uscito dalla f alla fine di ogni parola in tedesco si pronuncia generalmente ɷ.
- g [ɡ] è sempre dura, mai affricato come nell'italiano "gente"; perciò ge è pronunciato ghe', inoltre ig alla fine delle parole viene pronunciato [ɪç], per esempio Honig [ˈhoːnɪç], come se fosse una fricativa alveolopalatale sorda.
- gh [ɕ] viene pronunciato come fricativa alveolopalatale sorda, cioè come se fosse una consonante palatale e vibrante come in tedesco churrand.
- h [h]. Prima di una vocale si deve sempre pronunciare, poiché la h è una consonante al pari delle altre e la sua presenza può differenziare parole altrimenti identiche (esempio Hund = cane, und = e). La h dopo una vocale è muta e allunga la vocale stessa (Dehnungs-h), come in wohl.
- j [j] (in alcune varietà è più forte [ʝ]), come in Joghurt. Si pronuncia come i prevocalica italiana (ieri, iena) ma ci sono delle eccezioni per le parole di origine straniera, (per esempio Job si legge [ʤɔp] o, più comunemente, [ʧɔp], che si pronuncia a volte [ʝ],simile a un suono che tende al j francese di bonjour, ma aspirando un po' si ottiene il suono, perché in alcuni casi se succede a una u, post.intermedia che si pronuncia generalmente ɕ, in alcuni casi proprio, però alla fine di una parola la j non va pronunciata e si pronuncia generalmente ɷ.
- k corrisponde alla c (dura) italiana. Ad esempio Kind.
- zj [ʒ] (fricativa postalveolare) si pronuncia con un suono particolare che non esiste in italiano, tipico del dialetto francese simile a una g palatale strisciata simile alla j francese di bonjour.
- n [n] (nasale dentale e alveolare) si pronuncia come in italiano come in nave, ma il gruppo gn si pronuncia con ɕ + n, ma più precisamente ɲ.
- ng [ŋ] (nasale velare) sia in posizione mediana che finale. Quindi "ng" si pronuncia come la n di ancora [aŋˈkoːra] e la g non va pronunciata. Nelle regioni settentrionali è più spesso uvulare [ɴ], ma la q non si pronuncia perché è muta alla fine di una parola; ad esempio anqar viene pronunciato aɴaʀ.
- ph [f], come in Philosophie e altre parole d'origine greca.
- qu + vocale si legge [kv] (più precisamente [kβ]) + vocale, come in Quatsch [kvaʧ]. Questa è una caratteristica della pronuncia che si nota molto nell'accento tedesco
- r [ʀ]. Il suono della r in tedesco è uvulare, simile al francese e non alveolare come in italiano. Alla fine delle parole la r non si sente quasi: il suffisso er si pronuncia [ʀ] sillabico o [ɐ]. Spesso è una r arrotata.
- s si pronuncia [z] come in rosa se è da solo e precede una vocale (come in sein, Hase) ma [ʃ] (come sch) se all'inizio di una parola precede p e t (come in Straße) e nelle parole di origine straniera si può pronunciare come in italiano. Solo se è doppia o finale si pronuncia [s] (come in sasso).
- ß. E' una s sempre sorda e non si usa mai all'inzio di parola. Pertanto non esiste la ß maiuscola. Può essere sostituita da due s. (La doppia ss segue vocali corte, come in essen (mangiare, pron. essen); la ß segue sempre vocali lunghe, come in aßen ("mangiarono", [ˈa:sn̩] e i dittonghi come in heißen ("significare" oppure "chiamarsi" nel caso nomi propri, [ˈhaesn̩]).
- sch [ʃ] corrisponde al suono italiano scritto con sc quando in italiano segue i o e. A differenza dell'italiano è più breve, mentre in italiano standard è sempre doppio.
- tsch [ʧ] corrispondente al suono della cc (palatale) seguita da e o i (come in Deutschland).
- t [t] corrisponde al suono della s seguita da a, o, u, ma davanti a e, i si pronuncia come fricativa alveolopalatale sorda "ʃ" (più precisamente "ɕ"), ma più duro "ʕ" davanti ad ë, ï, ö, ä, ü.
- tz si pronuncia zz (aspra). Ad esempio jetzt.
- v si pronuncia "f" come in Volk [fɔlk] "popolo" (da cui Volkswagen, "auto del popolo") in parole tedesche ma [v] come in italiano in parole di origine straniera (soprattutto latina), come Vase.
- w [v] La "w" va letta come la "v" italiana. Ad esempio, la parola Wasser (acqua) si pronuncia [vɑsɐ], ma se succede a una u, in post.intermedia si pronuncia generalmente e in alcuni casi ɷ.
- x [x] La "x" non va letta come in italiano, ma va letta come "ʃ" se seguita da h, "ʨ" se seguita da k, ma in alcuni casi si pronuncia ɕ,ma se succede ad una j che ha fonemi uniti come b o c la x è muta è diventa che la Layson Tedesca è impossibile,ma se ci sono alcuni casi di cui la x deve essere pronunciata sempre ɷ.
- y si pronuncia come ü.
- z si pronuncia sempre aspra [ʦ] come in spazio e mai [ʣ] (come in azzurro).
Altre regole
- Alla fine delle parole o prima di una consonante sorda b, d, e g si pronunciano rispettivamente [p], [t] e [k] (ig in posizione finale si pronuncia però [ɪç]); ma si nota questa tendenza anche all'inizio delle parole, in particolare in Baviera e Austria (il che caratterizza l'accento tedesco).
- Le consonanti p, t, k subiscono un'aspirazione consonantica, cioè sono seguite da una leggera h [h]. Questo effetto è più forte nelle sillabe accentuate. Non cambia il significato è perciò spesso viene omesso nella trascrizione nell'alfabeto fonetico, ma è una caratteristica che si nota molto nell'accento tedesco ("thutthi noi siamo thedeschhi").
- tz si pronuncia [ʦ], mentre anche se risulta difficile nelle parole con zt, come jetzt, la (seconda in questo caso) t si deve sentire.
Lessico
La maggior parte del lessico della lingua tedesca deriva dal ramo germanico delle lingue indo-europee, sebbene vi siano significative minoranze di parole derivate da francese, latino e, recentemente, dall'inglese. Allo stesso tempo, è stupefacente come il tedesco riesca a sostituire parole straniere con il solo utilizzo del repertorio lessicale puramente germanico: così Notker di San Gallo riuscì a tradurre i trattati aristotelici in puro alto tedesco antico attorno all'anno 1000.
A prima vista il lessico del tedesco è poco accessibile. Ma bisogna anche prendere in considerazione che una parte considerevole dei sostantivi è da ascrivere a semplici traduzioni letterali dal latino. A modo indiretto, dunque, è possibile riscontrare l'internazionalità dei linguaggi. Specie gli usi dell'ambiente ecclesiastico risalgono al latino, p.es. die Wieder-aufersteh-ung (re-surrect-io). Anche le parole prestate dal latino sono più frequenti di quanto non ci si potrebbe aspettare, p.es. nüchtern ("digiuno", "non ubriaco", da nocturnus), keusch ("casto", probabilmente da conscius), die Laune ("lo stato d'animo", da luna), die Ziegel (tegula), die Pfeife (pipa) oppure kosten (omonimo di gustare e di constare) ecc.
Sistema di scrittura
Alfabeto
![]() |
Per approfondire, vedi Nomi delle lettere dell'alfabeto latino. |
Il tedesco viene scritto usando l'alfabeto latino (comprese quindi le lettere J, K, W, X e Y). Oltre alle 26 lettere tipiche di molti alfabeti europei, il tedesco usa i tre Umlaute ovvero ä, ö e ü, nonché la legatura, ß (chiamata Eszett o anche Scharfes S) che rappresenta la doppia s in certe parole.
- A, Ä, B, C, D, E, F, G, H, I, J, K, L, M, N, O, Ö, P, Q, R, S, T, U, Ü, V, W, X, Y, Z.
- a, ä, b, c, d, e, f, g, h, i, j, k, l, m, n, o, ö, p, q, r, s, t, u, ü, v, w, x, y, z.
Lettere speciali (Eszett e Umlaute)
![]() |
Per approfondire, vedi ß. |
Queste lettere non alterano l'ordine alfabetico.
ß = Scharfes S oppure Eszett (doppia s; nessuna parola ha questa lettera come iniziale e la riforma ortografica del 1996 ha ridotto il loro numero, mentre Svizzera e Liechtenstein le hanno abolite).
Ä = a mit Umlaut.[5]
Ö = o mit Umlaut.[5]
Ü = u mit Umlaut.[5]
Da notare che, sebbene i due puntini siano pressoché uguali a una dieresi, è scorretto chiamarli così perché derivano storicamente da un fenomeno di metafonia e, nella scrittura Fraktur, si ponevano due trattini (simili a una e nella stessa scrittura) sopra la vocale. Talvolta quest'usanza è stata ripresa anche nella scrittura latina, ponendo una piccola e sopra la lettera.
La riforma ortografica
![]() |
Per approfondire, vedi riforma ortografica tedesca. |
Con l'ultima riforma ortografica del 1996, la ß viene sostituita da una doppia s dopo ogni vocale breve, come ad esempio in Fluss (fiume), Kuss (bacio) e dass (che, congiunzione), mentre rimane dopo la vocale lunga, come Gruß (saluto), Fuß (piede) e aß (mangiava). Da notare che non esiste una versione maiuscola della lettera ß (non capitando mai ad inizio di parola), e pertanto viene sempre scritta SS nelle parole scritte interamente a lettere maiuscole, oppure si usa lo stesso segno. In Svizzera e Liechtenstein, infine, la ß non viene mai usata ed è sempre sostituita da ss.
Al computer
Le vocali con l'Umlaut (Ä, Ö, Ü) possono essere scritte ae, oe ed ue, qualora non fosse possibile, per ragioni tecniche, scriverle con i due puntini (per esempio nelle tastiere che ne sono sprovviste): l'uso però, tranne che per le maiuscole, è considerato un errore. Allo stesso modo, ß può essere sostituita dalla doppia s. I tedeschi comprendono questo sistema alternativo (anche se ai loro occhi sembra strano), ma è sempre meglio evitarlo se i caratteri speciali sono disponibili, visto che ae, oe ed ue in certi rari casi possono rappresentare una regolare vocale lunga (per esempio, ae può essere letto come una a lunga piuttosto che una ä). La stessa cosa vale per l'Eszett, dato che a volte serve a distinguere parole altrimenti omografe, come ad esempio Maße (misure) da Masse (massa). Attualmente, con la diffusione dei programmi di videoscrittura per computer dotati di un elenco di caratteri speciali in cui sono inserite queste lettere, è sempre più infrequente dover ricorrere a questi "mezzi di emergenza".
Sulla tastiera italiana, con tastierino numerico e sotto sistema operativo Microsoft Windows, si possono usare le seguenti combinazioni di tasti:
|
|
Parole composte
In tedesco molto spesso i sostantivi e i complementi di specificazione possono essere uniti, con delle regole molto precise:
- Una parola composta deve identificare qualcosa di preciso: posso unire per esempio "porta di casa" (die Haustür) ma non "il colore del mare", perché se vedo qualcosa di blu, dico che è blu, non che ha il colore del mare, mentre la porta di casa è una cosa ben precisa. Ci sono però rare eccezioni, difatti si può dire Hautfarbe ("colore della pelle"). La regola non vale in generale per gli aggettivi, è comunissimo dire per esempio mausfarbig ("color topo") oppure anche papageienfarbig ("color pappagallo", cioè multicolore).
- Il sostantivo più importante è al fondo, e determina il genere e il plurale: "la chiave" (der Schlüssel, plurale invariato, genitivo des Schlüssels) "della porta" (die Tür, pl. die Türen, gen der Tür) "di casa" (das Haus, pl. die Häuser, gen des Hauses) si dice der Haustürschlüssel plurale invariato, genitivo des Haustürschlüssels, perché la chiave della porta di casa è prima di tutto una chiave, quindi la parola chiave va al fondo.
Questa caratteristica può dare origine a parole molto lunghe, con addirittura tre consonanti consecutive. A volte per fare l'esempio della parola più lunga in tedesco si usa:
Rhein-Main-Donaugrossschifffahrtswegdampfschifffahrtgesellschaftskapitänsuniformknopf
che significa "il bottone dell'uniforme del capitano della linea di navigazione a vapore della grande linea di navigazione Reno-Meno-Danubio". Come si nota, knopf (bottone) è l'ultima parola, perché si tratta prima di tutto di un bottone. Quel bottone si può presumibilmente distinguere dagli altri perché avrà un particolare simbolo sopra, quindi può teoricamente essere definito con una sola parola. In realtà non si userebbe mai una parola del genere (con ben 83 lettere), ma non di rado capitano parole da 20 o 30 lettere, come "le discussioni sui problemi del riscaldamento globale"!
È però ritenuto cattivo stile lo scrivere parole composte di oltre tre singoli lemmi.
Dialetti
![]() |
Per approfondire, vedi Dialetti della lingua tedesca. |
![](https://cdn.statically.io/img/upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/c/c7/Dialetti_tedeschi.png/300px-Dialetti_tedeschi.png)
I dialetti parlati in Germania si dividono in due macrogruppi:
- alto-tedesco, (Hochdeutsch): le parlate derivate dall'antico alto-tedesco, che hanno subito la seconda rotazione consonantica agli inizi del VI secolo, comprendenti l'antico alto-tedesco, la lingua parlata fino al 1100 circa, e il moderno tedesco, con i dialetti facenti parte dei gruppi del "tedesco superiore" (Oberdeutsch) e del "tedesco medio" (Mitteldeutsch).
- basso-tedesco (Niederdeutsch): i dialetti della lingua basso-tedesca (Plattdeutsch), parlati soprattutto nella Germania settentrionale, comprendente i gruppi del basso sassone (Niedersächsisch) e del basso tedesco orientale (Ostniederdeutsch), e il gruppo del basso francone (Niederfränkisch), che comprende l'olandese dei Paesi Bassi e il fiammingo del Belgio.
Normalmente viene considerato propriamente tedesco la lingua parlata nelle regioni settentrionali, in particolare nella città di Hannover. Quelle regioni, una volta da ascrivere al basso tedesco, hanno adottato una pronuncia molto vicina allo scritto. Questa parlata è anche il tedesco che viene normalmente studiato all'estero. Risulta quindi più difficile per uno straniero che studia il tedesco comprendere i dialetti dell'intero sud, specie il vocalismo e non pochi particolari del lessico di bavaresi, svevi, austriaci ed anzitutto degli svizzeri. Nonostante ciò, la conoscenza dello standard è frequente a tal punto da poter essere considerata perfetta e la forza dei dialetti regredisce già da molti decenni e di generazione in generazione. Una vera e propria situazione di diglossia persiste solo nelle parlate svizzere.
Parentela con altre lingue germaniche
Ci sono molte parole tedesche che sono imparentate con quelle inglesi (ricordando che le due lingue fanno parte della stessa famiglia linguistica). Molte di esse sono facilmente identificabili ed hanno praticamente lo stesso significato. In particolare alcune parole contrassegnate con * si pronunciano nello stesso modo ma vengono scritte in modo diverso.
TEDESCO | INGLESE | TRADUZIONE |
---|---|---|
Winter | winter | inverno |
Sommer | summer | estate |
beste/r | best | migliore |
grün | green | verde |
haben | (to) have | avere |
Finger | finger | dito |
Bett | bed | letto |
Haus* | house | casa |
Hund, Dogge | hound, dog | cane |
Eis* | ice | ghiaccio |
Hallo | hello | ciao |
lachen | laugh | ridere |
Schiff | ship | nave |
singen, sang, gesungen | sing, sang, sung | canto, cantai, cantato |
gut | good | buono |
Fuchs | fox | volpe |
Mann | man | uomo |
Maus* | mouse | topo |
zwanzig | twenty | venti (numero) |
Buch | book | libro |
kalt | cold | freddo |
kühl | cool | fresco |
Fisch* | fish | pesce |
warm | warm | caldo |
trinken, trank, getrunken | drink, drank, drunk | bevo, bevvi, bevuto |
Wald | wood / forest | foresta |
wild | wild | selvaggio |
machen, machte, gemacht | make, made, made | faccio, feci, fatto |
gehen, ging, gegangen | go, went, gone | vado, andai, andato |
Brot | bread | pane |
Apfel | apple | mela |
Garten | garden | giardino |
Gold | gold | oro |
Feuer | fire | fuoco |
Wasser | water | acqua |
Hundert | hundred | cento |
Tausend | thousand | mille |
Alcune parole hanno consonanti diverse in queste lingue e ciò è dovuto alla rotazione consonantica dell'alto tedesco.[7] Per esempio in molte parole imparentate la consonante "b" intervocalica del tedesco è resa dalla "v" dell'inglese.
Tedesco: Liebe (amore) >> Inglese: love
Tedesco: geben (dare) >> Inglese: (to) give
Questo avviene inoltre con la sibilante "ff" che nell'inglese è resa con "p" e nella "ss" che in inglese è resa con "t"
Tedesco: Schiff (nave) >> Inglese: ship
Tedesco: lassen (lasciare) >> Inglese: let
Confrontando la lingua olandese con quella tedesca e quella inglese si può notare in essa un "grado" intermedio. Poniamo tre semplici esempi per osservare lo scambio consonantico:
TEDESCO | OLANDESE | INGLESE |
---|---|---|
vergessen (dimenticare) | vergeten | (to) forget |
geben (dare) | geven | (to) give |
helfen (aiutare) | helpen | (to) help |
gut (buono) | goed (pron. gut) | good |
Buch (libro) | boek (pron. buk) | book |
Anche nella grammatica si nota questa caratteristica: l'olandese infatti conserva alcune declinazioni e coniugazioni caratteristiche del tedesco, ma in molti casi si utilizzano forme semplificate come in inglese.
Pur essendo una lingua germanica moderna il tedesco ha conservato più caratteristiche delle lingue indoeuropee antiche rispetto ad altre lingue indoeuropee moderne, ad esempio i casi e tre generi, che la rendono per alcuni versi paragonabile a lingue come latino, anche se non è stata così conservativa come, ad esempio, le lingue slave, che in alcuni casi conservano più casi dello stesso latino (la lingua polacca ha sette casi: ha perso l'ablativo, ma ha conservato strumentale e locativo che il latino classico aveva già perso).
Premi Nobel per la letteratura in lingua tedesca
|
|
Note
- ↑ German Language Guide, su germanlanguageguide.com. URL consultato il 12-12-2009.
- ↑ Ethnologue Statistical Summaries
- ↑ 3,0 3,1 Ethnologue report for language code: deu
- ↑ ad esempio: das Ich, l'Io, oppure das Essen, il mangiare.
- ↑ 5,0 5,1 5,2 In tedesco la parola "mit" significa "con"
- ↑ Le maiuscole con l'Umlaut capitano abbastanza raramente.
- ↑ Per il consonantismo tedesco si veda Fausto Cercignani, The Consonants of German: Synchrony and Diachrony, Milano, Cisalpino, 1979.