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Propulsione aerea/Capitolo II°: differenze tra le versioni

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, la superficie che delimita il tubicino può essere fluida, cioè definita dai filetti fluidi di contorno, o rigida (fig.2).
, la superficie che delimita il tubicino può essere fluida, cioè definita dai filetti fluidi di contorno, o rigida (fig.2).


[[File:Air flow in a tube.png|miniatura]]
[[File:Air flow in a tube.png]]

Supposgto il moto permanente ( cioè invariabile nel tempo il vettore '''V''', ma variabile da posto a posto) la [[w:portata|portata]] che attraversa una sezione generica è costante e vale '''ρ Ω V'''; '''ρ, Ω, V''' sono la [[w:densità|densità]], l'area della sezione e la velocità nel posto considerato.
Supposgto il moto permanente ( cioè invariabile nel tempo il vettore '''V''', ma variabile da posto a posto) la [[w:portata|portata]] che attraversa una sezione generica è costante e vale '''ρ Ω V'''; '''ρ, Ω, V''' sono la [[w:densità|densità]], l'area della sezione e la velocità nel posto considerato.


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Si considerino il recipiente di fig.3 munito di ugello di riflusso (schema del razzo) ed il condotto ad asse rettilineo aperto alle estremità (schema dell'autoreattore)) fig.4.
Si considerino il recipiente di fig.3 munito di ugello di riflusso (schema del razzo) ed il condotto ad asse rettilineo aperto alle estremità (schema dell'autoreattore)) fig.4.


[[File:Rocket diagram.png]]
:::::::::::::::::::::::::fig.3

[[File:Autoreactor diagram.png]]


::::::::::::::::::::::::::....fig.4


Il fluido esercità sulle pareti interne pressioni sostanzialmente normali alla superficie; le componenti normali all'asse sono in equilibrio, cioè non ammettono risultante normale all'asse, mentre le componenti assiali , non equilibrate, imprimono la spinta al corpo. Per calcolarla necessiterebbe fare l'integrazione delle componenti assiali delle forze elementari dovute alle pressioni; però non vi è necessità di operazione, concettualmennte semplice anche se effettivamente noiosa, perchè il teorema delle quantità di moto ci permette l'immediata valutazione della spinta. Nel primo caso '''m' V<sub>e</sub>'''. Nel secondo '''m' (V<sub>e</sub>-V)=m' ΔV'''; l'incremento '''ΔV''' è dovuto come vedremo all'apporto di calore; si sono ammesse nulle le forze '''P<sub>1</sub>''' e '''P<sub>2</sub>'''. Se per ipotesi l'espansione non è completa, cioè non arriva sino alla pressione '''p<sub>0</sub>''' necessita aggiungere il contributo delle pressioni; al contrario accade se l'espansione è fatta avvenire al disotto del valore '''p<sub>0</sub>'''.
Il fluido sulle pareti interne pressioni sostanzialmente normali alla superficie; le componenti normali all'asse sono in equilibrio, cioè non ammettono risultante normale all'asse, mentre le componenti assiali , non equilibrate, imprimono la spinta al corpo. Per calcolarla necessiterebbe fare l'integrazione delle componenti assiali delle forze elementari dovute alle pressioni; però non vi è necessità di operazione, concettualmennte semplice anche se effettivamente noiosa, perchè il teorema delle quantità di moto ci permette l'immediata valutazione della spinta. Nel primo caso '''m' V<sub>e</sub>'''. Nel secondo '''m' (V<sub>e</sub>-V)=m' ΔV'''; l'incremento '''ΔV''' è dovuto come vedremo all'apporto di calore; si sono ammesse nulle le forze '''P<sub>1</sub>''' e '''P<sub>2</sub>'''. Se per ipotesi l'espansione non è completa, cioè non arriva sino alla pressione '''p<sub>0</sub>''' necessita aggiungere il contributo delle pressioni; al contrario accade se l'espansione è fatta avvenire al disotto del valore '''p<sub>0</sub>'''.


Si consideri per esempioil sistema formato dalle due pale di un rotore di elicottero azionato mediante due autoreattori (fig.5).
Si consideri per esempioil sistema formato dalle due pale di un rotore di elicottero azionato mediante due autoreattori (fig.5).

Versione delle 22:29, 11 dic 2012

Indice del libro

Azione e reazione

Il 3° principio della Meccanica afferma che ad ogno azione corrisponde una reazione uguale e contraria; cioè le forze che si esrcitano tra due parti di un sistema sono sempre uguali e dirette in senso contrario. Azione e reazione sono sostantivi scambiabili tra loro dal punto di vista della meccanica: la scelta dell'uno e dell'altro è un atto soggettivo nei confronti del fenomeno considerato; per esempio un gas racchiuso entro un recipiente agisce sulle pareti, queste reagiscono a loro volta sul gas; dal punto di vista della meccanica si può dire che le pareti agiscono sul gas e che questo reagisce sulle pareti. Il fatto non cambia se il recipiente è aperto , come per esempio nei razzi e nei reattori, o anche se addirittura si tratta delle mutue azioni di una massa gassosa e di un corpo immerso in esso, come per esempio avviene per un'ala in moto entro un gas; le azioni e le reazioni, nei casi considerati, si esercitano tramite lo stesso sistema di pressioni agenti sulle superfici che delimitano le due parti.

Il 3° principio domina tutti i fenomeni fisici dell'universo; dai più semplici e banali dell'esperienza di ogni giorno ai più grandiosi, interessanti i fatti astronomici.

Quantità di moto e momento della quantità di moto

Si rammenti il teorema generale della dinamica: la derivata rispetto al tempo del risultante della quantità di moto di un insieme di masse è uguale al risultante delle forze esterne agenti sull'insieme stesso.

Per definizione quantità di moto di una massa m è il vettore .

Per un corpo di massa m si ha allora la notissima

con a accelerazione (vettore) risultante di quella tangenziale

e di quella normale o centripeta

R raggio di curvatura in atto della traiettoria del c.g. della massa m, il vettore F risultante delle forze esterne agenti sul corpo è l'azione; la reazione R_e=-F agisce sull'altra parte del sistema considerato.

A chiarimento si possono portare gli esempi del sistema cannone-proiettile e della fionda oltre quelli già accennati del gas e del recipiente. Nel primo sistema, composto del proiettile e del cannone ove si trascuri la piccola massa della carica, all'atto dello sparo il proiettile è spinto dalla forza F risultante delle pressioni dovute ai gas della carica agenti sul fondo; il cannone è spinto per verso oppostodalla forza F=-F dovuta alle stesse pressioni del gas agenti sul fondo della canna. Nella fionda la forza F è quella centripeta dovuta al filo di vincolo; la Re=-F è la reazione agente sulla mano attraverso lo stesso filo.

Per quanto detto può scambiarsi Re con F.

Il teorema della quantità di moto è anche valido, naturalmente, per masse fluide in moto; necessità però una formulazione adeguata.

Allo scopo si consideeri un tubicino di flusso , la superficie che delimita il tubicino può essere fluida, cioè definita dai filetti fluidi di contorno, o rigida (fig.2).

Supposgto il moto permanente ( cioè invariabile nel tempo il vettore V, ma variabile da posto a posto) la portata che attraversa una sezione generica è costante e vale ρ Ω V; ρ, Ω, V sono la densità, l'area della sezione e la velocità nel posto considerato.

Si supponga il tubicino decomposto in elementi tramite piani normali alla direzione della velocità locale e si consideri la massa di un generico elemento, delimitato da due piani molto vicini. Se ds=V dt è l'altezza media dell'elemento di base Ω si ha dm = ρ Ω V dt:

è la portata massica. Le forze agenti sull'elemento, supposto isolato, provengono dalle pressioni distgribuite su tutta la superficie che delimità l'elemento e dalla gravità. Supposta trascurabile la forza di gravità rispetto alle pressioni, conviene distinguere tra le forze dovute ale pressioni trasmesse dalle pareti del tubo di flusso e quelle dovute alle masse contigue del fluido dello stesso tubicino.

Sia il risultante delle prime e il risultante delle seconde, differenza vettoriale delle forze agenti sulle due faccie; il teorema fondamentale della dinamica permette di scrivere

od anche

Per ogni elemento può scriversi una relazione analoga; facendo la somma vettoriale (al limite l'integrale) si ottiene in termini finiti

od ancora

formula fondamentale della dinamica dei fluidi e della quale sarà fatto ampio impiego.

Pochè i vettori e sono paralleli, dalla composizione vettoriale segnata in fig.2 si ottiene la loro differenza , cioè l'azione che le pareti del condotto esercitano sul fluido. Il vettore è la reazione del condotto esercitata dal fluido.

Se p1 e p2 sono le pressioni del fluido nelle sezioni 1 e 2 e se con p0 si indica la pressione ambiente si ha

la pressione p0 può ssere eventualmente nulla. Se il fluido alle estremità del condotto ha la pressione uguale a quella ambiente,

Per condotto ad asse rettilineo le differenze vettoriali divengono differenze algebriche.

Se il fluido esce da un serbatoio, poichè la velocità iniziale V1 è pressocheè nulla,

con Ve velocità di eflusso, pe pressione nella sezione Ωe di eflusso.

Entro il condotto possono esistere dispositivi meccanici o termici che impartiscono al fluido energia (un'elica per esempio), energia che viene comunicata mediante incrementi di pressioni evidentemente.

In tal caso la è l'azione totale proveniente dalle pareti del condotto e dalle superficie del dispositivo meccanico o termico.

Un corpo in generale è assoggettato oltre che ad una forza ad un aumento; le considerazioni precedenti possono essere estese per calcolare il momento delle azioni rispetto ad un asse e si hanno momenti dovuti alle quantità di moto e momenti dovuti alle forze P.

Esempi significativi

In seguito sarà fatto esteso impiego dei concetti esposti avanti.

Per una migliore comprensione immediata si ritiene opportuno riportare alcuni esmpi significativi per la fluidodinamica.

Si considerino il recipiente di fig.3 munito di ugello di riflusso (schema del razzo) ed il condotto ad asse rettilineo aperto alle estremità (schema dell'autoreattore)) fig.4.


Il fluido esercita sulle pareti interne pressioni sostanzialmente normali alla superficie; le componenti normali all'asse sono in equilibrio, cioè non ammettono risultante normale all'asse, mentre le componenti assiali , non equilibrate, imprimono la spinta al corpo. Per calcolarla necessiterebbe fare l'integrazione delle componenti assiali delle forze elementari dovute alle pressioni; però non vi è necessità di operazione, concettualmennte semplice anche se effettivamente noiosa, perchè il teorema delle quantità di moto ci permette l'immediata valutazione della spinta. Nel primo caso m' Ve. Nel secondo m' (Ve-V)=m' ΔV; l'incremento ΔV è dovuto come vedremo all'apporto di calore; si sono ammesse nulle le forze P1 e P2. Se per ipotesi l'espansione non è completa, cioè non arriva sino alla pressione p0 necessita aggiungere il contributo delle pressioni; al contrario accade se l'espansione è fatta avvenire al disotto del valore p0.

Si consideri per esempioil sistema formato dalle due pale di un rotore di elicottero azionato mediante due autoreattori (fig.5).

..fig.5

Se Ω è la sezione di imbocco di un reattore, ρ la densità, V=ωR la velocità periferica , la coppia per il teorema del momento della quantità di moto è

Altro esempio è costituito dal vasno tra due palette di una turbina (/fig.6).

figura 6

Altro esempio significativo è fornito da un corpo resistente immerso in una corrente (fig.7): per esempio un'ala.

figura 7

Circolazione e quantità di moto