Antonio Scaramuzza: differenze tra le versioni

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'''Antonio Scaramuzza De Marco''', nato da Fioretto Scaramuzza nel 1902 a Venezia, resta orfano al'età di otto anni, la madre riesce a farlo entrare in collegio,dove compie i suoi studi. Si laurea in Scienze Economiche e Commerciali a Venezia. Entra negli Alpini iniziando la sua carriera militare,frequenta l'Accademia militare e successivamente la Scuola di Guerra. Nel 1926 è nominato tenente degli Alpini, presta servizio in vari paesi europei dalla Francia al Belgio, dalla Germania alla Polonia, dalla Cecoslovacchia all'Austria ed infine alla Gran Bretagna, dove facendo parte di un programma culturale di scambio tra ufficiali dei due paesi, entra nel regimento delle Guardie della regina. Nella sua formazione di militare si è distinto per varie qualità umane e di rettitudine, si ricorda che durante una esercitazione militare, alla quale prese parte il re, al resoconto circa lo svolgimento delle stesse al sovrano fu l'unico ufficiale tra i presenti a dire ciò che non aveva funzionato e quali erano le lacune dell'esercito italiano nell'imminenza delo scoppio di un conflitto. Per tale motivo viene posto alcuni giorni in cella di rigore. Allo scoppio della seconda guerra mondiale ha il grado di capitano. Prende parte alla campagna Greco-Albanese, si distingue con il 7° Regimento degli Alpini, alla guida del Battaglione Feltre, alle pendici del Monte Tomori. Tra i suoi vice si ricordano i tenenti Vincenzi e de La Feld. Tornato dalla Grecia si cura lo scorbuto contratto in quella campagna e poi viene assegnato a dirigere il servizio di controspionaggio in Jugoslavia con il cognome di copertura di de Marco. Alla fine del conflitto mondiale gli viene permesso (per meriti di guerra) di aggiungerlo al suo vero cognome. Sempre in Jugoslavia viene ferito per lo scoppio di una bomba,durante un attentato ad un ristorante frequentato da italiani. Rocambolescamente operato in una struttura civile jugoslava e vegliato dal suo fido attendente Giovanni Montagna mascherato da infermiere, si rimette presto. Alla vigilia dell'8 settembre 1943, capito cosa accade pur in mancanza di ordini superiori, torna alla sede operativa per bruciare gli elenchi dei componenti del servizio di controspionaggio, affinché non cadessero nelle mani dei tedeschi. Riesce a fuggire calandosi, sempre con l'attendente Montagna, per le grondaie del palazzo mentre i tedeschi della Ghestapo fanno irruzione nella sede. Tornato in Italia, sapendo di essere ricercato dalla Ghestapo, salutata la famiglia, in compagnia del suo attendente (Montagna G.), inizia il lungo viaggio che lo porta al Sud. Attraversa la linea Gustav in Abruzzo, durante tale attraversamento si nasconde un intero giorno in un bosco circondato dai tedeschi e attraversa nuotando, di notte in pieno inverno, un fiume. Presentatosi al Re, essendo uno dei pochi ufficiali a conoscere l'inglese, viene mandato a fare da collegamento con la 5 Armata Americana. Per meriti di guerra viene insignito della medaglia d'Argento al valore militare. Nel 1948 diventa Colonnello, dal 1955 al 1957 è nominato Comandante della Julia. Proseguendo la sua carriera viene nominato nel 1960 Generale di Corpo d'Armata, successivamente viene distaccato al Ministero della Difesa, dove ricopre alcuni incarichi speciali come la nomina di rappresentante militare presso la Nato a Washington e quella di Capo di Stato Maggiore delle Forze Terrestri Alleate del Sud Europa. Il suo ultimo incarico, nel 1964, è quello di Comandante della Regione Militare Meridionale a Napoli a Palazzo Salerno. Muore nel 1972 stroncato nella notte da un infarto, nella sua casa di Verona dove si è trasferito dopo il congedo da militare.
'''Antonio Scaramuzza De Marco''', nato da Fioretto Scaramuzza nel 1902 a Venezia, resta orfano al'età di otto anni, la madre riesce a farlo entrare in collegio,dove compie i suoi studi. Si laurea in Scienze Economiche e Commerciali a Venezia. Entra negli Alpini iniziando la sua carriera militare,frequenta l'Accademia militare e successivamente la Scuola di Guerra. Nel 1926 è nominato tenente degli Alpini, presta servizio in vari paesi europei dalla Francia al Belgio, dalla Germania alla Polonia, dalla Cecoslovacchia all'Austria ed infine alla Gran Bretagna, dove facendo parte di un programma culturale di scambio tra ufficiali dei due paesi, entra nel regimento delle Guardie della regina. Nella sua formazione di militare si è distinto per varie qualità umane e di rettitudine, si ricorda che durante una esercitazione militare, alla quale prese parte il re, al resoconto circa lo svolgimento delle stesse al sovrano fu l'unico ufficiale tra i presenti a dire ciò che non aveva funzionato e quali erano le lacune dell'esercito italiano nell'imminenza delo scoppio di un conflitto. Per tale motivo viene posto alcuni giorni in cella di rigore. Allo scoppio della seconda guerra mondiale ha il grado di capitano. Prende parte alla campagna Greco-Albanese, si distingue con il 7° Regimento degli Alpini, alla guida del Battaglione Feltre, alle pendici del Monte Tomori. Tra i suoi vice si ricordano i tenenti e La Feld. Tornato dalla Grecia si cura lo scorbuto contratto in quella campagna e poi viene assegnato a dirigere il servizio in Jugoslavia con il cognome di copertura di . . Sempre in Jugoslavia viene ferito per lo scoppio di una bomba,durante un attentato ad un ristorante frequentato da italiani. Rocambolescamente operato in una struttura civile jugoslava e vegliato dal suo fido attendente Giovanni Montagna mascherato da infermiere, si rimette presto. Alla vigilia dell'8 settembre 1943, capito cosa accade pur in mancanza di ordini superiori, torna alla sede operativa per bruciare gli elenchi dei componenti del servizio , affinché non cadessero nelle mani dei tedeschi. Riesce a fuggire calandosi, sempre con l'attendente Montagna, per le grondaie del palazzo mentre i tedeschi della Ghestapo fanno irruzione nella sede. Tornato in Italia, sapendo di essere ricercato dalla Ghestapo, salutata la famiglia, in compagnia del suo attendente (Montagna G.), inizia il lungo viaggio che lo porta al Sud. Attraversa la linea Gustav in Abruzzo, durante tale si nasconde un intero giorno in un bosco circondato dai tedeschi, di . Presentatosi al Re, essendo uno dei pochi ufficiali a conoscere l'inglese, viene mandato a fare da collegamento con la 5 Armata Americana. Per meriti di guerra viene insignito della medaglia d'Argento al valore militare. Nel 1948 diventa Colonnello, dal 1955 al 1957 è nominato Comandante della Julia. Proseguendo la sua carriera viene nominato nel 1960 Generale di Corpo d'Armata, successivamente viene distaccato al Ministero della Difesa, dove ricopre alcuni incarichi speciali come la nomina di rappresentante militare presso la Nato a Washington e quella di Capo di Stato Maggiore delle Forze Terrestri Alleate del Sud Europa. Il suo ultimo incarico, nel 1964, è quello di Comandante della Regione Militare Meridionale a Napoli a Palazzo Salerno. Muore nel 1972 stroncato nella notte da un infarto, nella sua casa di Verona dove si è trasferito dopo il congedo da militare.

Versione delle 16:19, 12 giu 2011

'Antonio Scaramuzza De Marco', nato da Fioretto Scaramuzza nel 1902 a Venezia, resta orfano al'età di otto anni, la madre riesce a farlo entrare in collegio,dove compie i suoi studi. Si laurea in Scienze Economiche e Commerciali a Venezia. Entra negli Alpini iniziando la sua carriera militare,frequenta l'Accademia militare e successivamente la Scuola di Guerra. Nel 1926 è nominato tenente degli Alpini, presta servizio in vari paesi europei dalla Francia al Belgio, dalla Germania alla Polonia, dalla Cecoslovacchia all'Austria ed infine alla Gran Bretagna, dove facendo parte di un programma culturale di scambio tra ufficiali dei due paesi, entra nel regimento delle Guardie della regina. Nella sua formazione di militare si è distinto per varie qualità umane e di rettitudine, si ricorda che durante una esercitazione militare, alla quale prese parte il re, al resoconto circa lo svolgimento delle stesse al sovrano fu l'unico ufficiale tra i presenti a dire ciò che non aveva funzionato e quali erano le lacune dell'esercito italiano nell'imminenza delo scoppio di un conflitto. Per tale motivo viene posto alcuni giorni in cella di rigore. Allo scoppio della seconda guerra mondiale ha il grado di capitano. Prende parte alla campagna Greco-Albanese con il grado di maggiore, si distingue con il 7° Regimento degli Alpini, alla guida del Battaglione Feltre http://lnx.vecidelcadore.it/index.php?option=com_content&view=article&id=58&Itemid=63, alle pendici del Monte Tomori. Tra i suoi vice si ricordano il s.tenente Vincenzi, i tenenti Motta G., Brigenti C. e De La Feld [1]. Tornato dalla Grecia si cura lo scorbuto contratto in quella campagna e poi viene assegnato a dirigere il servizio d'informazioni in Jugoslavia con il cognome di copertura di dott. Baraldi. Sempre in Jugoslavia viene ferito per lo scoppio di una bomba,durante un attentato ad un ristorante frequentato da italiani. Rocambolescamente operato in una struttura civile jugoslava e vegliato dal suo fido attendente Giovanni Montagna mascherato da infermiere, si rimette presto. Alla vigilia dell'8 settembre 1943, capito cosa accade pur in mancanza di ordini superiori, torna alla sede operativa per bruciare gli elenchi dei componenti del servizio informazioni, affinché non cadessero nelle mani dei tedeschi. Riesce a fuggire calandosi, sempre con l'attendente Montagna, per le grondaie del palazzo mentre i tedeschi della Ghestapo fanno irruzione nella sede. Tornato in Italia, sapendo di essere ricercato dalla Ghestapo, salutata la famiglia, in compagnia del suo attendente (Montagna G.), inizia il lungo viaggio che lo porta al Sud con il cognome di copertura di de Marco. Alla fine del conflitto mondiale gli viene permesso (per meriti di guerra) di aggiungerlo al suo vero cognome. Attraversa la linea Gustav in Abruzzo, durante tale passaggio attraversa nuotando, di notte in pieno inverno, un fiume e si nasconde un intero giorno in un bosco circondato dai tedeschi, prima di poter riprendere l'avvicinamento alle linee Alleate. Presentatosi al Re, essendo uno dei pochi ufficiali a conoscere l'inglese, viene mandato a fare da collegamento con la 5 Armata Americana. Per meriti di guerra viene insignito della medaglia d'Argento al valore militare. Nel 1948 diventa Colonnello, dal 1955 al 1957 è nominato Comandante della Julia. Proseguendo la sua carriera viene nominato nel 1960 Generale di Corpo d'Armata, successivamente viene distaccato al Ministero della Difesa, dove ricopre alcuni incarichi speciali come la nomina di rappresentante militare presso la Nato a Washington e quella di Capo di Stato Maggiore delle Forze Terrestri Alleate del Sud Europa. Il suo ultimo incarico, nel 1964, è quello di Comandante della Regione Militare Meridionale a Napoli a Palazzo Salerno. Muore nel 1972 stroncato nella notte da un infarto, nella sua casa di Verona dove si è trasferito dopo il congedo da militare.

  1. ^ Tratto da Storia del /à Regimento Alpini di Manlio Barilli