9º Reggimento alpini: differenze tra le versioni

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== Collegamenti esterni ==
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* [http://www.esercito.difesa.it/root/unita_sez/unita_ftralp_9.asp Sito Esercito Italiano - Scheda del 9º Reggimento] - Visto 9 dicembre 2008
* [http://www.esercito.difesa.it/root/unita_sez/unita_ftralp_9.asp Sito Esercito Italiano - Scheda del 9º Reggimento] - Visto 9 dicembre 2008
* [http://www.vecio.it/cms/node/344 Sito Vecio - Scheda del 9º Reggimento] - Visto 9 dicembre 2008
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Versione delle 17:28, 20 ott 2011

9º Reggimento Alpini

Stemma 9º Reggimento Alpini
Descrizione generale
Attiva20 aprile 1920 - oggi
NazioneBandiera dell'Italia Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Servizio Regio esercito
Esercito Italiano
TipoFanteria
RuoloTruppe da montagna
Guarnigione/QGCaserma "Francesco Rossi" L'Aquila
Motto"D'aquila penne, ugne di leonessa" (Gabriele D'Annunzio)
Parte di
Brigata alpina "Taurinense"
Reparti dipendenti
  • Comando di reggimento,
  • 1 compagnia di supporto logistico,
  • 1 battaglione alpini,
  • Alimentato da volontari in ferma breve
Comandanti
Degni di notaColonnello Fabio Asso e Colonello Edmondo Panaioli
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Il Reggimento Alpini è un reparto dell'Esercito Italiano con sede a L'Aquila. L'attuale comandante è il colonnello Fabio Asso, dal 25 novembre 2010.

Simbolo

Scudo

Inquartato, nel primo e quarto d'argento all'aquila di nero dal volo abbassato, coronata, rostrata, linguata e armata d'oro, accostata dalla scritta P.H.S. in capo (l'Aquila). Nel secondo e terzo d'azzurro, alla fascia d'argento ad un palo di rosso caricato di due verghette d'azzurro. Il tutto abbassato al capo d'oro dal quartier franco tagliato: d'azzurro al tridente bizantino d'oro d'Ucraina; fasciato d'azzurro e d'argento.

Ornamenti esteriori

Sullo scudo corona tinta d'oro, accompagnata sotto da cinque nastri, annodati nella corona scendenti e svolazzanti in sbarra e in banda ai lati dello scudo, di cui due d'azzurro filettato d'oro, due d'azzurro filettati d'argento ed uno d'azzurro filettato di bronzo. Su lista bifida d'oro, svolazzante, concavità rivolta verso l'alto, il motto "D'aquila penne, ugne di leonessa"

Storia

Alpini del 9º Reggimento nel 2006

Istituita con regio degreto 2143 del dicembre del 1920, nasce il 1 luglio 1921, al comando del Colonnello Remigio Peretti, con i battaglioni "Vicenza", "Bassano", "Feltre" e Cividale" e inserito nella 3ª Divisione Alpina. Inquadrato nella Divisione "Julia" nel 1935 il 13 aprile a Gorizia viene formato il battaglione "L'Aquila". Il motto del reggimento che racchiude il nome di quattro località dell'Abruzzo, L'Aquila, Leonessa, Ugne (attualmente Orsogna) e Penne, è stato coniato dal poeta pescarese Gabriele D'Annunzio: "D'Aquila Penne, Ugne di Leonessa".

Il battaglione, compreso all'interno del suo reggimento, partecipa alla campagna di Grecia e a quella di Russia, dove viene ricordato per essersi distinto in duri combattimenti, ma soprattutto per essere sfuggito ad un accaerchiamento russo. Rientrato in Italia viene sciolto dopo l'8 settembre (8 settembre 1943) nella zona di Udine. Nel 1944 l'unita' viene ricostruita e rinominata Battaglione alpini "Abruzzi", in seguito rinominato "L'Aquila", combattendo assieme al Gruppo di Combattimento "Legnano", alla guerra di Liberazione., ed infine fu incluso nell'8° reggimento Alpini della brigata "Julia".

Dopoguerra

Durante una delle restrutturazioni dell'Esercito Italiano del 1975 al battaglione "Vicenza", vengono assegnati la bandiera e le tradizioni del 9º Reggimento, il quale rinasce il 26 agosto 1996 a L'Aquila, nella preesistente sede del battaglione alpino "L'Aquila.

Il reggimento ha preso parte alle recenti operazioni dell'esercito: in Mozambico nel 1993; in Bosnia nel 1998; in Albania nel 1999; in Kosovo nel 2000, nel 2001 e nel 2007; in Afghanistan nel 2003 a Khost, nel 2005, 2006 e 2008 a Kabul e nel 2010 a Farah. Ha anche partecipato all'Operazione Enduring Freedom, con la denominazione "Contingente Nibbio", per la quale il reggimento è stato decorato con la Croce di Cavaliere dell'ordine militare.

A seguito del terremoto che ha colpito l'Abruzzo il 6 aprile 2009, il reggimento ha subito preso parte ai soccorsi e successivamente è stato impiegato in attività di concorso alle Forze di Polizia per prevenire i fenomeni di "sciacallaggio" nel centro stroico della città de L'Aquila e in altre zone. Il 15 novembre 2009 Teramo gli ha riconosciuto la cittadinanza onoraria.

Dal mese di aprile 2010 all'ottobre 2010, il 9° reggimento è stato impiegato in Afghanistan, dando vita alla Task Force South dislocata nella Provincia di Farah e inquadrata nell'ambito del Regional Command West su base Brigata alpina Taurinense. L'unità era costituita dalla 108^, 143^ compagnia alpina e dalla compagnia di conando e supporto logistico. In rinforzo alla Task Force South erano anche impiegate una compagnia di bersaglieri, una compagnia genio gustatori, una compagnia trasmissioni e una squadra di polizia militare.

Oggigiorno il reggimento è inquadrato nella Brigata alpina "Taurinense" che dipende dal Comando Truppe Alpine.

Il 9° reggimento Alpini ha celebrato con il 1^ luglio 2011 i 90 anni dalla sua fondazione.

Onorificenze

Alla bandiera

Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
«Impegnato in zona di operazioni montuosa in Afghanistan, ha fronteggiato molteplici difficoltà e pericoli determinati da degrado ambientale, forti tensioni sociali e politiche e da una situazione operativa difficile ed altamente rischiosa. Ha assolto la missione affidatagli con valorosa professionalità ed altissimo senso di responsabilità, fornendo costante esempio di valore, slancio e spirito di abnegazione. Il pieno successo conseguito testimonia il coraggio e l'elevata efficienza ed efficacia di tutti gli uomini e le donne del Reggimento, che hanno così contribuito ad accrescere il prestigio dell'Esercito e della Nazione nel contesto internazionale.»
— Khost (Afghanistan), 15 marzo - 15 giugno 2003[1].
Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
«Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell'aspra battaglia,conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace , domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d'Italia.»
— Guerra 1915-18 (conferito il 5 giugno 1920)[2].
Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Fedele ad una superba tradizione di gloria, con suoi granitici battaglioni "Vicenza", "L’Aquila", "Vai Cismon" e 83ª compagnia cannoni controcarro respingeva con gagliardo impeto reiterati violenti attacchi. Destinato successivamente in altro settore per sbarrare al nemico la via del successo, per oltre trenta giorni, nella aperta e ghiacciata steppa russa, resisteva con incrollabile tenacia a diuturna formidabile pressione dei nemico grandemente superiore per numero di uomini e mezzi, lo inchiodava sul terreno, lo contrattaccava con aggressiva violenza, gli infliggeva gravissime perdite, dando prova di sublime eroismo ed immolandosi per l’onore della Patria. Avuto ordine di ripiegare, i superstiti, con aspri combattimenti, riuscivano ad aprirsi il varco attraverso l’accerchiamento nemico confermando ancora una volta le leggendarie virtù degli Alpini d'Italia.[3]
— Fronte russo, 15 settembre 1942 - 1º febbraio 1943.
Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Per la superba condotta dei battaglioni "Vicenza" e "L’Aquila", durante la guerra italo-greca: irruenti nell’attacco, calcarono vittoriosamente le giogaie del Pindo; tenacissimi nella difesa, scrissero pagine di gloria e di sangue sulla dorsale dei Mali, sullo Scindeli e sul Golico, sbarrando col sacrificio, la strada alle soverchianti forze nemiche. Granitici e fieri alpini, furono sui monti di Grecia e di Albania ben degni dell’eroico e vittorioso loro passato di guerra.[4]
— Fronte greco - Pindo - Mali - Scindeli - Golico, 28 ottobre 1940 - 23 aprile 1941.
  • 2 Medaglie d'Argento al Valor militare
  • 1 Medaglie di Bronzo al Valor militare

Decorati

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria

«Nacque ad Acciano (Aq) nel 1915 e divenuto Sergente Maggiore degli Alpini prese parte alle spedizioni in Albania e a Durazzo nel 1939, morì l'11 novembre 1940 nel fatto d’arma di Sella Cristo Basilea come da copia atto di morte del 9º Reggimento Alpini. Nella causa per la Medaglia d' Oro si legge testualmente: "Sottufficiale dotato di spiccate virtù militari e di magnifico ascendente verso i suoi inferiori che aveva animato d’ogni fervido entusiasmo, accorreva - per quanto per quanto addetto alla salmeria del reparto - in linea per presidiare con i suoi conducenti, una posizione particolarmente delicata. Imbracciato il fucile mitragliatore in piedi arrecava gravi perdite al nemico che attaccava in forze soverchianti. Colpito gravemente in più parti, rifiutava di abbandonare la posizione e trovata ancora l'estrema energia per dirigere la difesa, spirava dopo poco al grido di viva l’Italia fra i suoi alpini che animati dall'eroico esempio del loro comandante, si battevano strenuamente e riuscivano a mantenere il saldo possesso della posizione. Kristolasileo (Fronte greco) 11 novembre 1940 A.D. XIX A.F."»

«Ritornato dalla Francia per combattere nell’Esercito italiano, sempre presente nelle azioni più rischiose, per ben tre volte rientrava nelle nostre linee ferito e rifiutava di essere ricoverato accontentandosi della semplice medicazione. Durante un preponderante attacco nemico, fattosi legare con una mitragliatrice, allo scoperto, sullo scafo di un carro armato al fine di aumentare la potenza di fuoco, contribuiva efficacemente a stroncare l’avanzata delle masse avversarie. Rientrato dall’azione, veniva raggiunto da un colpo di mortaio che lo lasciava gravemente ferito agli occhi e ad una mano. Fulgido esempio di eroismo e profondo attaccamento alla Patria. —Selenji-Yar-Deresowka (Fronte russo), 28 dicembre 1942.[6]»

«Fiero alpino portaordini emerge in ogni fronte sempre eroico e generoso. in Russia, in rischiosa azione, sopravanzando, malgrado ordini di prudenza, un nostro carro armato, si lancia unico superstite contro munita posizione e malgrado forte reazione nemica e ferite multiple, ne ha ragione e cattura armi e materiale in altra occasione, con l’ascendente del noto valore, mantiene tratto di linea privo di superiori caduti e guida poi i superstiti in intelligente ripiegamento più volte ordinato. Nella steppa gelata si priva generosamente di indumenti e viveri per soccorrere un superiore caduto e minacciato di cattura. Sdegnoso di turni ed anzianità si offre sempre e reclama per sé le azioni più audaci e pericolose. Magnifico campione di nostra razza montanara. — Selen) - Jar Novo Gussevizza (Fronte russo), 27 dicembre 1942- 10 febbraio 1943.[7]»

Croce d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria

Luca Polsinelli

«Giovane sottufficiale comandante di plotone dalle straordinarie qualità morali e professionali, impegnato in missione in terra afghana, nell'ambito dell'operazione "ISAF VIII", si prodigava con elevatissimo senso del dovere, assoluta dedizione al servizio e profondo entusiasmo per il completo assolvimento dei compiti affidatigli. il 5 maggio 2006, nel corso di una delicata ed importante attività di controllo del territorio condotta con fermezza di intenti in un'area ad alto rischio, a causa dell'esplosione di un potente ordigno occultato proditoriamente da mano ignota, perdeva la vita nell'adempimento del dovere. con il suo sacrificio ha contribuito in misura rilevante all'intensa attività di sostegno della rinascita locale accrescendo, così, il prestigio dell'Italia e delle sue Forze Armate in un contesto internazionale. (Kabul - Afghanistan, 5 maggio 2006)[8]»

Personalità legate al reggimento

Note

  1. ^ [1] Sito Quirinale - visto 20 aprile 2010
  2. ^ L'ordine militare venne assegnato a quasi tutte le unità di fanteria che parteciparono alla Prima guerra mondiale
  3. ^ Quirinale - scheda - visto 22 dicembre 2008
  4. ^ [2] Quirinale - scheda - visto 22 dicembre 2008
  5. ^ Sito Vecio - Scheda del 9º Reggimento - Visto 9 dicembre 2008
  6. ^ [3] Sito quirinale visto 20 aprile 2010
  7. ^ [4] Sito quirinale visto 20 aprile 2010
  8. ^ [5] Sito quirinale visto 20 aprile 2010

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