Raggio di Schwarzschild: differenze tra le versioni

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In [[fisica]] e [[astronomia]], il '''raggio di Schwarzschild''' o '''raggio gravitazionale''' è un [[Raggio (geometria)|raggio]] caratteristico associato a ogni [[massa (fisica)|massa]]. È definito<ref>{{cita libro |cognome=Kutner |nome=Marc |titolo=Astronomy: A Physical Perspective |editore=[[Cambridge University Press]] |anno=2003 |pagina=[https://archive.org/details/astronomyphysica00kutn/page/148 148] |url=https://archive.org/details/astronomyphysica00kutn |isbn=9780521529273 |lingua=en}}</ref><ref>{{cita libro|cognome=Guidry|nome=Mike| url=https://books.google.com/books?id=6HWIDwAAQBAJ|titolo=Modern General Relativity: Black Holes, Gravitational Waves, and Cosmology |anno=2019 |editore=Cambridge University Press |isbn=978-1-107-19789-3|pagina=92|lingua=en}}</ref> da
Il '''raggio di Schwarzschild''' o '''raggio gravitazionale''' è un [[Raggio (geometria)|raggio]] caratteristico associato a ogni [[massa (fisica)|massa]]. Il termine è utilizzato in [[fisica]] e [[astronomia]], soprattutto nei campi della teoria della [[gravitazione]] e della [[relatività generale]], per designare la distanza dal centro della distribuzione di [[massa (fisica)|massa]] a simmetria sferica, che dà origine alla [[metrica di Schwarzschild]], a cui si trova secondo la [[relatività generale]] l'[[orizzonte degli eventi]]. Il raggio di Schwarschild è proporzionale alla massa del corpo: il [[Sole]] ha un raggio di Schwarzschild di circa 3 km mentre quello della [[Terra]] misura 8,869 mm. Altri esempi di valori che assume il raggio di Schwarzschild sono indicati nella seguente tabella:
: <math>r_s = \frac{2G}{c^2} \, M</math>
con <math>M</math> massa del corpo, <math>G</math> [[costante di gravitazione universale]] e <math>c</math> [[velocità della luce]] nel vuoto.

Prende il nome dall'astronomo tedesco [[Karl Schwarzschild]], che nel 1916 calcolò la soluzione esatta delle equazioni della [[relatività generale]] di [[Albert Einstein|Einstein]] nel caso particolare di una [[Massa (fisica)|massa]] [[Sfera|sferica]] [[Rotazione|non rotante]] e priva di [[carica elettrica]]. Il termine è utilizzato soprattutto nei campi della teoria della [[gravitazione]] e della [[relatività generale]], per designare la distanza <math>r_s</math> - che coincide con l'[[orizzonte degli eventi]] - dal centro di un [[buco nero]] di [[metrica di Schwarzschild|Schwarzschild]] (di massa sferica, non rotante e privo di carica elettrica).

==Introduzione==
Il raggio di Schwarzschild è proporzionale alla massa del corpo: il [[Sole]] ha un raggio di Schwarzschild di circa 3 km mentre quello della [[Terra]] misura 8,87 mm. Altri esempi di valori che assume il raggio di Schwarzschild sono indicati nella seguente tabella:


{| class="wikitable" style="text-align:center"
{| class="wikitable" style="text-align:center"
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! [[Sole]] !! <math> 2{,}95 \cdot 10^3 </math> !! <math> 1{,}84 \cdot 10^{16} </math>
! [[Sole]] !! <math> 2{,}95 \cdot 10^3 </math> !! <math> 1{,}84 \cdot 10^{16} </math>
|-
|-
! [[Terra]] !! <math> 8{,}869 \cdot 10^{-3} </math> !! <math> 2{,}04 \cdot 10^{27} </math>
! [[Terra]] !! <math> 8{,} \cdot 10^{-3} </math> !! <math> 2{,}04 \cdot 10^{27} </math>
|-
|-
! [[Sagittarius A*|Sagittarius A* (SMBH)]] !! <math> 1{,}27 \cdot 10^{10} </math> !!
! [[Sagittarius A*|Sagittarius A* (SMBH)]] !! <math> 1{,}27 \cdot 10^{10} </math> !!
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|}
|}


Si tratta di una superficie singolare, nel senso che su di essa le coordinate in cui è comunemente espressa la metrica di Schwartzschild perdono di significato a causa di divergenze nel [[tensore metrico]]. La [[singolarità]] è tuttavia eliminabile, a differenza di quella che ha luogo in un [[buco nero]], ad esempio passando da coordinate sferiche in cui la singolarità è presente a quelle di [[Kruskal-Szekeresh]].
una superficie singolare, su essa le coordinate in cui è comunemente espressa la metrica di perdono di significato a causa di divergenze nel [[tensore metrico]]. [[singolarità]] è eliminabile, a differenza di quella che ha luogo in un [[buco nero]], ad esempio passando da coordinate sferiche in cui la singolarità è presente a quelle di [[Kruskal-Szekeresh]].


La superficie individuata da questo raggio è l'[[orizzonte degli eventi]] per un buco nero di Schwarzschild (privo di carica elettrica e non rotante). Le onde elettromagnetiche e la materia provenienti dall'interno del corpo non possono superare l'orizzonte degli eventi, da qui deriva il nome "buco nero". A titolo di esempio, il raggio di Schwarzschild del [[buco nero supermassiccio]] situato al [[bulge|centro]] della nostra Galassia ([[Sagittarius A*|Sagittarius A* (SMBH)]]) è pari a circa 12,7 milioni di km. Il raggio di un buco nero deve essere uguale o inferiore al suo raggio di Schwarzschild che, come detto, ne delimita
Il raggio di Schwarzschild fu introdotto nel [[1916]] da [[Karl Schwarzschild]], quando scoprì la soluzione esatta per il campo gravitazionale al di fuori di una [[stella]] dotata di simmetria sferica (si veda la [[metrica di Schwarzschild]], che è una soluzione delle [[equazione di campo di Einstein|equazioni di campo di Einstein]]).
l'orizzonte degli eventi. Di norma, le dimensioni fisiche di un buco nero risultano inferiori al suo raggio di Schwarzschild.


== Raggio gravitazionale classico ==
Un ''[[buco nero]]'' è definito come l'oggetto le cui dimensioni siano inferiori al suo raggio di Schwarzschild. La superficie individuata da questo raggio funge da [[orizzonte degli eventi]] per un corpo statico mentre un [[buco nero rotante]] mostra un comportamento leggermente diverso. Le onde elettromagnetiche e la materia non possono superare l'orizzonte degli eventi provenendo dall'interno del corpo e da qui deriva il nome "buco nero". A titolo di esempio, il raggio di Schwarzschild del [[buco nero supermassiccio]] situato al [[bulge|centro]] della nostra Galassia ([[Sagittarius A*|Sagittarius A* (SMBH)]]) è pari a circa 12,7 milioni di km.


L'espressione matematica del raggio di Schwarzschild può essere ottenuta anche senza ricorrere al complesso formalismo della [[relatività generale]]. [[John Michell]] fu il primo, in un saggio<ref>[[Piero Bianucci]], ''Vedere, guardare'', [[UTET]], Torino 2015, p. 344.</ref> del [[1783]], a sostenere che un [[Oggetto celeste| corpo celeste]] di [[Massa (fisica)| massa]] molto elevata è in grado di trattenere la sua stessa luce. Egli ipotizzò che un [[oggetto celeste]] di questo genere (successivamente chiamato [[buco nero]]) non sia direttamente visibile ma possa, se parte di un [[Sistema binario (astronomia)|sistema binario]], essere identificato tramite il moto di un [[astro]] visibile suo compagno. Indipendentemente da Michell, anche [[Pierre Simon Laplace]] suppose, nel 1796, che potessero esistere "corpi oscuri", la cui enorme forza di gravità impedisce alla loro stessa luce di raggiungerci. Questi lavori si basavano sulla [[teoria corpuscolare della luce]] di [[Isaac Newton]], allora generalmente accettata.
Un buco nero è quasi sempre molto più piccolo del suo raggio di Schwarzschild, perché continua a contrarsi; il raggio denota solo la distanza minima dal centro del buco nero a cui la luce può passare senza essere inghiottita definitivamente. Infatti all'interno del campo gravitazionale di un buco nero la velocità di fuga risulta superiore a quella della luce, sicché tale zona appare sempre buia.


Dato un corpo sferico di massa M e raggio R, la [[velocità di fuga]] di un altro corpo di massa m che si trovi ad una distanza
== Formula classica del raggio di Schwarzschild ==
<math>r \geq R</math> dal centro di M è data da
La formula esprime la velocità di fuga che deve possedere un corpo che si trova a distanza r<sub>s</sub> dalla massa M, per sfuggire all'attrazione gravitazionale di quest'ultima.
:<math>v_f = \sqrt{\frac{2 G M}{r}}</math>
con <math>G</math> [[costante di gravitazione universale]].
Si noti che nella formula non è presente la massa m del corpo in fuga, ma soltanto la massa M che genera il campo gravitazionale. Da ciò si deduce che la formula sulla velocità di fuga si applica anche a particelle prive di massa, come la luce. A conferma diretta, si ha che non esce luce dall'orizzonte degli eventi di un buco nero.


Il raggio gravitazionale <math>r_s</math> (che coincide col raggio di Schwarschild relativistico) di un corpo sferico di massa M è il raggio r per cui la [[velocità di fuga]] è pari alla velocità della luce:
Noto che nessun corpo può avere una velocità maggiore di quella della luce, la formula permette di calcolare la distanza limite entro cui nessuna massa può allontanarsi da M.
:<math>v_f = \sqrt{\frac{2 G M}{r_s}} = c</math>
Da cui si ricava:
: <math>r_s = \frac{2G}{c^2} \, M</math>


La costante di proporzionalità <math>2G/c^2</math> vale circa {{M|1,48|e=-27}} m/kg, per cui
L'espressione matematica del raggio di Schwarzschild può essere ottenuta anche senza ricorrere al complesso formalismo matematico della [[relatività generale]], cercando il raggio di un corpo di massa M per cui la [[velocità di fuga]] è pari alla velocità della luce. Si può risolvere questo problema utilizzando l'[[energia cinetica]] e l'[[energia potenziale gravitazionale]] del corpo in questione:
: <math>E_c =\frac{1}{2}mv^2</math>
: <math> \1{}</math>
Siccome il diametro di un nucleo atomico è circa {{M|5|e=-15|ul=m}}, una forza tale da portare una massa di 1 kg al suo raggio gravitazionale <math>r_s</math> dovrebbe vincere le forze nucleari che impediscono ai nucleoni di fondersi.
in cui <math>v=c</math> cioè la [[velocità della luce]]
: <math>E_g=mg(h)h=hG\frac{mM}{d^2}</math>
in cui h (altezza)=d (distanza dal centro del corpo) e quindi
: <math>E_g=G\frac{mM}{d}</math>


== Raggio di Schwarzschild relativistico==
eguagliando le energie si ottiene
:<math>\frac{1}{2}mc^2=G\frac{mM}{d}</math>


Nella teoria della [[relatività generale]], l'[[energia potenziale gravitazionale]] (che è parte dell'[[energia meccanica]] [[Legge di conservazione dell'energia|conservata]]) di una [[Particella (fisica)|particella]] di prova è correlata a delle [[costante del moto|costanti del moto]] attraverso la [[geodetica]]. Queste costanti sono date da un [[campo vettoriale di Killing]], che è un generatore infinitesimale di un'[[isometria]]: lo [[spaziotempo]] "sembra uguale" nella direzione di un vettore di Killing. La maggior parte degli spaziotempo possibili non ha un campo vettoriale di Killing ma, per definizione, uno spaziotempo [[Statica|statico]] (come, ad esempio, lo [[spaziotempo di Schwarzschild]]) ha un campo vettoriale di Killing simile al tempo, che può essere scritto nella forma
a questo punto si dividono entrambi i membri dell'equazione per la massa non nulla dell'oggetto in fuga mettendo in evidenza d che corrisponde al raggio di Schwarzschild
: <math>r_s =\displaystyle{ \frac{2GM}{c^2}}</math>
:<math> =\ \^2</math>
in cui <math>ds</math> è la geodetica, <math>d \Sigma</math> la metrica per una qualsiasi [[Varietà (geometria)|varietà]] spaziale e <math>\lambda</math> risulta indipendente dal tempo.<ref>{{cita web|url=https://physics.stackexchange.com/questions/45145/potential-energy-in-general-relativity|titolo= Potential Energy in General Relativity|accesso=11 giugno 2023}}</ref>

Il fattore <math>\lambda^{1/2}</math> è chiamato [[Spostamento verso il rosso|''redshift gravitazionale'']] e, nello [[spaziotempo di Schwarzschild]], è dato da
:<math>\lambda^{1/2} = \frac{1}{1 + z} = \frac{\lambda_e}{\lambda_o} = \frac{\nu_o}{\nu_e} = \, \sqrt{\frac{1 - {r_s}/{r_e}}{1 - {r_s}/{r_o}}}</math>
dove
dove
* <math>\lambda_e</math> lunghezza d'onda della [[radiazione elettromagnetica]] ([[fotone]]) misurata alla sorgente d'emissione;
: <math>r_s</math> è il raggio di Schwarzschild;
* <math>\lambda_o</math> lunghezza d'onda misurata dall'osservatore;
: <math>G</math> è la [[costante di gravitazione universale]], pari a circa {{M|6,67|e=-11}} N m²/ kg²;
* <math>\nu_e</math> frequenza della [[radiazione elettromagnetica]] ([[fotone]]) misurata alla sorgente d'emissione, con <math>\lambda_e \nu_e = c</math>;
: ''M'' è la massa dell'oggetto;
* <math>\nu_o</math> frequenza misurata dall'osservatore, con <math>\lambda_o \nu_o = c</math>;
: ''c''² è il quadrato della [[velocità della luce]] nel vuoto, pari a (299 792 458 m/s)²; = {{M|8,98755|e=16}} m²/s².
* <math>r_s</math> raggio di Schwarzschild;
* <math>r_e</math> distanza tra il [[centro di massa]] del corpo gravitante di massa M e raggio R ed il punto dal quale è stato emesso il fotone <math>(r_e \ge R)</math>;
* <math>r_o</math> distanza tra il [[centro di massa]] del corpo gravitante di massa M e raggio R ed il punto in cui viene osservato il fotone <math>(r_o \ge r_e \ge R)</math>;
* <math>z</math> variazione frazionaria della lunghezza d'onda o della frequenza <math>(z > 0):</math>
: <math>z = \frac{\lambda_o - \lambda_e}{\lambda_e} = \frac{\nu_e - \nu_o}{\nu_o}</math>


Se l'osservatore si trova ad una distanza infinita da M (<math>r_o = \infty</math>), la formula del redshift gravitazionale si semplifica:
La costante di proporzionalità <math>2G/c^2</math>vale circa {{M|1,48|e=-27}} m / kg.
:<math>\lambda^{1/2} = \frac{\lambda_e}{\lambda_\infty} = \frac{\nu_\infty}{\nu_e} = \, \sqrt{1 - \frac{r_s}{r_e}} = \, \sqrt{1 - \frac{2G}{c^2} \frac{M}{r_e}}</math>


Un fotone emerge da un [[campo gravitazionale]], prodotto per esempio da una [[stella]], avendo perso energia a causa di tale campo. Presenta quindi uno spostamento verso frequenze minori ([[Spostamento verso il rosso gravitazionale|redshift gravitazionale]]) che dipende dalla intensità del campo gravitazionale nel punto in cui è stato emesso. L'energia misurata per tale fotone sarà quindi <math>E_\infty = h \nu_\infty</math>, pari alla differenza fra quella in assenza di campo <math>(E_e = h \nu_e)</math> e quella persa a causa del campo gravitazionale:
Una forma approssimata della formula è la seguente:
:<math>E_\infty = h \nu_\infty = \, h \nu_e \, \sqrt{1 - \frac{r_s}{r_e}} \,=\, h \nu_e \, \sqrt{1 - \frac{2G}{c^2} \frac{M}{r_e}}</math>
: r<sub>s</sub> = {{M|1,48|e=-27}} × M
Come si vede, all'aumentare della massa M diminuiscono l'energia e la frequenza; aumenta quindi lo spostamento del fotone verso il rosso. Quando l'energia osservata dall'infinito si annulla <math>(E_\infty = 0)</math>, il fotone è, per così dire, intrappolato nel campo gravitazionale. Tale condizione si verifica quando
:<math>r_e = \frac{2G}{c^2} \, M \equiv r_s</math>
che è la derivazione relativistica del raggio di Schwarzschild <math>r_s</math>.


Nel limite newtoniano, quando <math>r_e</math> è sufficientemente grande rispetto al raggio di Schwarzschild <math>(r_e >> r_s)</math>, il [[Spostamento verso il rosso gravitazionale|redshift gravitazionale]] diventa
Il diametro di un nucleo di atomo è circa {{M|5|e=-15|-|m}}, per cui una forza tale da portare l'unità di massa a diametri inferiori a questo valore dovrebbe vincere le forze nucleari che tengono unito l'atomo.
:<math>\lambda^{1/2} \, \approx \, 1 - \frac{1}{2} \frac{r_s}{r_e} \, \approx \, 1 - \frac{G}{c^2} \frac{M}{r_e}</math>


== Raggio di Schwarzschild quantistico ==
In ogni caso, il raggio di Schwarzschild non può essere mai minore del doppio della [[lunghezza di Planck]], né la massa minore della [[massa di Planck]].


La determinazione del raggio di Schwarzschild per una [[Atomo| particella atomica]] o [[Particella (fisica)|subatomica]] si ottiene partendo dall'equazione della [[lunghezza d'onda Compton]]
<!-- parte nascosta - vedi discussione
:<math> \lambda_c = \frac {h}{m c} </math>
== Formula Relativistica del raggio di Schwarzschild ==
La massa e la lunghezza d'onda Compton sono quindi inversamente proporzionali:
Partiamo dalla definizione di [[spostamento verso il rosso#Effetti gravitazionali|redshift gravitazionale]] secondo la quale un fotone che emerge dal [[campo gravitazionale]], prodotto per esempio da una stella, perde energia e quindi presenta uno spostamento verso il rosso che dipende dalla intensità del campo gravitazionale misurata nel punto in cui si trova il fotone.
: <math>m = \frac{h}{c \lambda_c}</math>
Sostituendo tale relazione nella definizione classica del raggio di Schwarzschild si ottiene, per una [[Atomo| particella atomica]] o [[Particella (fisica)|subatomica]], che
: <math>r_s = \frac{2G}{c^2} \, \frac{h}{c \lambda_c} = \frac{2}{\lambda_c} \, \frac{h G}{c^3} =
\frac{2}{\lambda_c} \, 2 \pi \, \frac{\hbar G}{c^3}</math>
con <math>h</math> [[costante di Planck]] e <math>\hbar</math> [[costante di Planck ridotta]].


Poiché <math>\lambda_c</math> rappresenta l'ordine di grandezza del [[diametro]] con cui possiamo localizzare un micro-oggetto, il suo raggio di Schwarzschild è <math>r_s \approx \lambda_c /2</math>. Si ha quindi
La formula dell'[[energia potenziale gravitazionale]] è, come noto:
: <math>\frac{2}{\lambda_c} \approx \frac{1}{r_s} \; \Rightarrow \; r_s^2 \approx 2 \pi \, \frac{\hbar G}{c^3}</math>
: <math>r_s \approx \sqrt{2 \pi} \; \sqrt{\frac{\hbar G}{c^3}} \approx \sqrt{2 \pi} \; \ell_P \approx 2,5 \; \ell_P</math>
dove <math>\ell_P</math> è la [[lunghezza di Planck]].


Per sostituzione algebrica diretta si trova che il doppio della lunghezza di Planck <math>\ell_P</math> corrisponde esattamente al raggio di Schwarzschild di una [[massa di Planck]] <math>m_P:</math>
:<math>U(r)=\frac{GMm}{r}</math>
: <math>r_s(m_P) = \frac{2G}{c^2} \, m_P = 2 \, \ell_P </math>
Il raggio di Schwarzschild non può quindi essere minore del doppio della [[lunghezza di Planck]] <math>\ell_P</math>, né la massa M minore della [[massa di Planck]] <math>m_P</math>.


Le considerazioni precedenti vanno tuttavia prese con le dovute precauzioni:
Dalla espressione relativistica dell'energia
{{Citazione
:<math> \ E= mc^2 = h \nu</math>
|Per essere pittoreschi possiamo dire che se abbiamo un buco nero della grandezza della lunghezza di Planck e proviamo a localizzarlo con un'accuratezza uguale al suo raggio, il [[principio di indeterminazione di Heisenberg]] implica che la quantità di moto del buco nero sia conosciuta con un'imprecisione tale che potrebbe esserci abbastanza energia intorno da creare un altro buco nero di quella grandezza! Metto in guardia il lettore sul prendere questo ''cum grano salis'', dato che non c'è ancora nessuna buona teoria su questa sorta di cose e ancor meno una qualsiasi evidenza sperimentale. Tuttavia questi esperimenti immaginari sono stati sempre più affinati e alla lunghezza di Planck la situazione diviene veramente molto strana. Per analogia con la fisica delle particelle ci si potrebbe aspettare che i processi che coinvolgano buchi neri virtuali siano davvero importanti a questa scala di lunghezza. Hawking e altri hanno scritto interessanti articoli sulle reazioni indotte da buchi neri virtuali... ma non prenderei queste previsioni troppo seriamente per il momento.
|''John Baez'', ''[http://math.ucr.edu/home/baez/lengths.html#planck_length math.ucr.edu]''
|To be picturesque, we can say that if we have a black hole about the size of the Planck length, and we try to locate it to an accuracy equal to its radius, the Heisenberg uncertainty principle makes the momentum of the black hole so poorly known that there may be enough energy around to create another black hole of that size! I warn the reader to take this with a massive grain of salt, since there is no good theory of this sort of thing yet - much less any experimental evidence. But people have sharpened this sort of thought experiment and seen that things get awfully funny at the Planck length. By analogy with particle physics, one might expect processes involving virtual black holes to be very important at this length scale. Hawking and others have written interesting papers on reactions induced by virtual black holes... but I would not take these predictions too seriously yet.
|lingua=en
|lingua2=it
}}


== Classificazione dei buchi neri secondo il raggio di Schwarzschild ==
ricaviamo la massa equivalente del fotone:


:<math>m= \frac{h \nu}{c^2}</math>

da cui ricaviamo l'espressione dell'energia di un fotone in un campo gravitazionale:

:<math>U_f(r)= \frac{GMh \nu}{rc^2}</math>

Quindi, un fotone che esce da un campo gravitazionale, avrà una energia pari alla differenza fra quella iniziale <math> E=h \nu </math> e quella dissipata nel campo gravitazionale:

:<math>h \nu' =h \nu \left[1- \frac{GM}{rc^2}\right]</math>

da cui l'espressione del redshift gravitazionale:

:<math>\nu' = \nu \left[1- \frac{GM}{rc^2}\right]</math>

Come si vede, all'aumentare di M aumenta il redshift del fotone, quando la sua frequenza <math> \nu </math> si annulla significa che il fotone è, per così dire, intrappolato nel campo gravitazionale.
Come è facilmente verificabile la condizione <math> \nu = 0</math> si verifica quando

:<math>r = \frac{GM}{c^2}</math>
Che è appunto l'espressione relativistica del raggio di Schwarzschild.

Come si vede essa differisce di un fattore 2 rispetto all'espressione classica, cosa che dipende dall'uso improprio dell'espressione della [[energia cinetica]] di una particella quando si effettua la sostituzione <math>v=c.</math> nella derivazione della formula del raggio di Schwarzschild. Non a caso essa coincide con l'espressione classica della [[velocità di fuga]] di un corpo da un campo gravitazionale che è appunto:

:<math>V_f = \sqrt{ \frac{2GM}{r}}</math>
-->

== Classificazione dei buchi neri a seconda del raggio di Schwarzschild ==
A seconda dell'ordine di grandezza della massa, e quindi del raggio, i buchi neri sono classificati in tre categorie: [[buco nero supermassiccio|supermassicci]], [[buco nero stellare|stellari]] e [[buco nero primordiale|primordiali]]. Questa classificazione, come suggerisce il nome, è strettamente legata ai diversi processi che hanno dato origine ai diversi tipi di buchi neri.
A seconda dell'ordine di grandezza della massa, e quindi del raggio, i buchi neri sono classificati in tre categorie: [[buco nero supermassiccio|supermassicci]], [[buco nero stellare|stellari]] e [[buco nero primordiale|primordiali]]. Questa classificazione, come suggerisce il nome, è strettamente legata ai diversi processi che hanno dato origine ai diversi tipi di buchi neri.


=== Buchi neri supermassicci ===
=== Buchi neri supermassicci ===


Accumulando materia di densità ordinaria, ad esempio 1 000 kg/m³, come la densità dell'acqua che per coincidenza è abbastanza simile alla densità media del [[Sole]], fino a raggiungere circa 150 milioni di volte la massa del Sole, un agglomerato assume dimensioni inferiori al suo raggio di Schwarzschild, assumendo i connotati di un [[buco nero supermassiccio]] (o ''supermassivo'') di 150 milioni di masse solari (si ritiene che un limite superiore per la classe dei buchi neri supermassicci potrebbe essere pari ad alcuni miliardi di masse solari). L'esistenza di un buco nero supermassiccio, dalla massa pari a oltre 2,5 milioni di masse solari, al centro della [[via Lattea]] è la migliore prova sperimentale sinora trovata per giustificare l'esistenza dei buchi neri in generale. Si ritiene che i buchi neri supermassicci non si formino direttamente dal collasso di una stella o di un ammasso stellare; potrebbero piuttosto avere origine come buchi neri di dimensioni stellari e accrescere gradualmente la propria massa grazie alla cattura di altri corpi celesti e alla fusione con altri buchi neri. Maggiore è la massa complessiva di una galassia, maggiore sarà la massa del buco nero supermassiccio posto al centro di essa.
Accumulando materia di densità ordinaria ad esempio 1 000 kg/m³, come la densità dell'acqua che per coincidenza è abbastanza simile alla densità media del [[Sole]], fino a raggiungere circa 150 milioni di volte la massa del Sole, un agglomerato assume dimensioni inferiori al suo raggio di Schwarzschild, un [[buco nero supermassiccio]] (o ''supermassivo'') ritiene che limite superiore per la classe dei buchi neri supermassicci essere pari ad alcuni miliardi di masse solari. L'esistenza di un buco nero supermassiccio massa pari a oltre milioni di masse solari la Si ritiene che i buchi neri supermassicci non si formino direttamente dal collasso di una stella o di un ammasso stellare; potrebbero piuttosto avere origine come buchi neri di dimensioni stellari e accrescere gradualmente la propria massa grazie alla cattura di altri corpi celesti e alla fusione con altri buchi neri. Maggiore è la massa complessiva di una galassia, maggiore la massa del buco nero supermassiccio posto al centro di essa.


=== Buchi neri stellari ===
=== Buchi neri stellari ===


Accumulando materia con una densità simile a quella di un nucleo atomico (circa 10<sup>18</sup> kg/m³, anche le [[stella di neutroni|stelle di neutroni]] sono caratterizzate da un simile valore di densità) fino a raggiungere circa 3 masse solari, un agglomerato collassa entro le dimensioni del suo raggio di Schwarzschild, divenendo un [[buco nero stellare]].
Accumulando materia densità simile a quella di un nucleo atomico (circa 10<sup>18</sup> kg/m³) fino a raggiungere circa 3 masse solari, un agglomerato collassa entro le dimensioni del suo raggio di Schwarzschild, divenendo un [[buco nero stellare]].


=== Buchi neri primordiali ===
=== Buchi neri primordiali ===
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Il raggio di Schwarzschild associato a una piccola massa è estremamente ridotto. Una massa pari a quella del [[Everest|monte Everest]] è caratterizzata da un raggio di Schwarzschild inferiore a un [[nanometro]]; nessun meccanismo oggi noto sarebbe in grado di generare un oggetto così compatto. Buchi neri di questo tipo potrebbero essersi formati in una fase primordiale dell'evoluzione dell'universo, poco dopo il [[Big Bang]], quando la densità della materia era estremamente alta. Questi ipotetici buchi neri di piccole dimensioni sono noti come [[buco nero primordiale|buchi neri primordiali]].
Il raggio di Schwarzschild associato a una piccola massa è estremamente ridotto. Una massa pari a quella del [[Everest|monte Everest]] è caratterizzata da un raggio di Schwarzschild inferiore a un [[nanometro]]; nessun meccanismo oggi noto sarebbe in grado di generare un oggetto così compatto. Buchi neri di questo tipo potrebbero essersi formati in una fase primordiale dell'evoluzione dell'universo, poco dopo il [[Big Bang]], quando la densità della materia era estremamente alta. Questi ipotetici buchi neri di piccole dimensioni sono noti come [[buco nero primordiale|buchi neri primordiali]].


== Curiosità ==
== ==
Il racconto [[fantascienza hard|fantascientifico]] "''Il raggio di Schwarzschild''", opera di [[Connie Willis]], fornisce una spiegazione accessibile e al tempo stesso sufficientemente accurata del concetto di raggio di Schwarzschild.
Il racconto [[fantascienza hard|fantascientifico]] ''Il raggio di Schwarzschild'', di [[Connie Willis]] fornisce una spiegazione e sufficientemente accurata del raggio di Schwarzschild.

Il libro ''Un verdor terrible''<ref>Benjamín Labatut, ''Quando abbiamo smesso di capire il mondo'', Adelphi, Milano 2021, ISBN 978-88-45-93518-3.</ref> (ES, 2020) di [[Benjamín Labatut]] contiene il racconto ''La singolarità di Schwarzschild'', dedicato alla scoperta del raggio di Schwarzschild e alla prematura scomparsa dello scienziato.

== Note ==
<references/>


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
* [[Karl Schwarzschild]]
* [[Karl Schwarzschild]]
* [[Spazio-tempo di Schwarzschild]]
* [[Spazio-tempo di Schwarzschild]]

== Altri progetti ==
{{interprogetto}}


== Collegamenti esterni ==
== Collegamenti esterni ==

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In fisica e astronomia, il raggio di Schwarzschild o raggio gravitazionale è un raggio caratteristico associato a ogni massa. È definito[1][2] da

con massa del corpo, costante di gravitazione universale e velocità della luce nel vuoto.

Prende il nome dall'astronomo tedesco Karl Schwarzschild, che nel 1916 calcolò la soluzione esatta delle equazioni della relatività generale di Einstein nel caso particolare di una massa sferica non rotante e priva di carica elettrica. Il termine è utilizzato soprattutto nei campi della teoria della gravitazione e della relatività generale, per designare la distanza - che coincide con l'orizzonte degli eventi - dal centro di un buco nero di Schwarzschild (di massa sferica, non rotante e privo di carica elettrica).

Il raggio di Schwarzschild è proporzionale alla massa del corpo: il Sole ha un raggio di Schwarzschild di circa 3 km mentre quello della Terra misura 8,87 mm. Altri esempi di valori che assume il raggio di Schwarzschild sono indicati nella seguente tabella:

Oggetto Raggio di Schwarzschild (m) Densità corrispondente (g/cm3)
Via Lattea (~ a.l.)
Sole
Terra
Sagittarius A* (SMBH)
Andromeda (SMBH)
NGC 4889 (SMBH)

La sfera avente questo raggio è una superficie apparentemente singolare, ovvero su essa le coordinate in cui è comunemente espressa la metrica di Schwarzschild perdono di significato a causa di divergenze nel tensore metrico. Tuttavia la singolarità è eliminabile, a differenza di quella che ha luogo in un buco nero, ad esempio passando da coordinate sferiche, in cui la singolarità è presente, a quelle di Kruskal-Szekeresh nelle quali è assente.

La superficie individuata da questo raggio è l'orizzonte degli eventi per un buco nero di Schwarzschild (privo di carica elettrica e non rotante). Le onde elettromagnetiche e la materia provenienti dall'interno del corpo non possono superare l'orizzonte degli eventi, da qui deriva il nome "buco nero". A titolo di esempio, il raggio di Schwarzschild del buco nero supermassiccio situato al centro della nostra Galassia (Sagittarius A* (SMBH)) è pari a circa 12,7 milioni di km. Il raggio di un buco nero deve essere uguale o inferiore al suo raggio di Schwarzschild che, come detto, ne delimita l'orizzonte degli eventi. Di norma, le dimensioni fisiche di un buco nero risultano inferiori al suo raggio di Schwarzschild.

Raggio gravitazionale classico

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L'espressione matematica del raggio di Schwarzschild può essere ottenuta anche senza ricorrere al complesso formalismo della relatività generale. John Michell fu il primo, in un saggio[3] del 1783, a sostenere che un corpo celeste di massa molto elevata è in grado di trattenere la sua stessa luce. Egli ipotizzò che un oggetto celeste di questo genere (successivamente chiamato buco nero) non sia direttamente visibile ma possa, se parte di un sistema binario, essere identificato tramite il moto di un astro visibile suo compagno. Indipendentemente da Michell, anche Pierre Simon Laplace suppose, nel 1796, che potessero esistere "corpi oscuri", la cui enorme forza di gravità impedisce alla loro stessa luce di raggiungerci. Questi lavori si basavano sulla teoria corpuscolare della luce di Isaac Newton, allora generalmente accettata.

Dato un corpo sferico di massa M e raggio R, la velocità di fuga di un altro corpo di massa m che si trovi ad una distanza dal centro di M è data da

con costante di gravitazione universale. Si noti che nella formula non è presente la massa m del corpo in fuga, ma soltanto la massa M che genera il campo gravitazionale. Da ciò si deduce che la formula sulla velocità di fuga si applica anche a particelle prive di massa, come la luce. A conferma diretta, si ha che non esce luce dall'orizzonte degli eventi di un buco nero.

Il raggio gravitazionale (che coincide col raggio di Schwarschild relativistico) di un corpo sferico di massa M è il raggio r per cui la velocità di fuga è pari alla velocità della luce:

Da cui si ricava:

La costante di proporzionalità vale circa 1,48×10−27 m/kg, per cui

Siccome il diametro di un nucleo atomico è circa 5×10−15 m, una forza tale da portare una massa di 1 kg al suo raggio gravitazionale dovrebbe vincere le forze nucleari che impediscono ai nucleoni di fondersi.

Raggio di Schwarzschild relativistico

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Nella teoria della relatività generale, l'energia potenziale gravitazionale (che è parte dell'energia meccanica conservata) di una particella di prova è correlata a delle costanti del moto attraverso la geodetica. Queste costanti sono date da un campo vettoriale di Killing, che è un generatore infinitesimale di un'isometria: lo spaziotempo "sembra uguale" nella direzione di un vettore di Killing. La maggior parte degli spaziotempo possibili non ha un campo vettoriale di Killing ma, per definizione, uno spaziotempo statico (come, ad esempio, lo spaziotempo di Schwarzschild) ha un campo vettoriale di Killing simile al tempo, che può essere scritto nella forma

in cui è la geodetica, la metrica per una qualsiasi varietà spaziale e risulta indipendente dal tempo.[4]

Il fattore è chiamato redshift gravitazionale e, nello spaziotempo di Schwarzschild, è dato da

dove

  • lunghezza d'onda della radiazione elettromagnetica (fotone) misurata alla sorgente d'emissione;
  • lunghezza d'onda misurata dall'osservatore;
  • frequenza della radiazione elettromagnetica (fotone) misurata alla sorgente d'emissione, con ;
  • frequenza misurata dall'osservatore, con ;
  • raggio di Schwarzschild;
  • distanza tra il centro di massa del corpo gravitante di massa M e raggio R ed il punto dal quale è stato emesso il fotone ;
  • distanza tra il centro di massa del corpo gravitante di massa M e raggio R ed il punto in cui viene osservato il fotone ;
  • variazione frazionaria della lunghezza d'onda o della frequenza

Se l'osservatore si trova ad una distanza infinita da M (), la formula del redshift gravitazionale si semplifica:

Un fotone emerge da un campo gravitazionale, prodotto per esempio da una stella, avendo perso energia a causa di tale campo. Presenta quindi uno spostamento verso frequenze minori (redshift gravitazionale) che dipende dalla intensità del campo gravitazionale nel punto in cui è stato emesso. L'energia misurata per tale fotone sarà quindi , pari alla differenza fra quella in assenza di campo e quella persa a causa del campo gravitazionale:

Come si vede, all'aumentare della massa M diminuiscono l'energia e la frequenza; aumenta quindi lo spostamento del fotone verso il rosso. Quando l'energia osservata dall'infinito si annulla , il fotone è, per così dire, intrappolato nel campo gravitazionale. Tale condizione si verifica quando

che è la derivazione relativistica del raggio di Schwarzschild .

Nel limite newtoniano, quando è sufficientemente grande rispetto al raggio di Schwarzschild , il redshift gravitazionale diventa

Raggio di Schwarzschild quantistico

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La determinazione del raggio di Schwarzschild per una particella atomica o subatomica si ottiene partendo dall'equazione della lunghezza d'onda Compton

La massa e la lunghezza d'onda Compton sono quindi inversamente proporzionali:

Sostituendo tale relazione nella definizione classica del raggio di Schwarzschild si ottiene, per una particella atomica o subatomica, che

con costante di Planck e costante di Planck ridotta.

Poiché rappresenta l'ordine di grandezza del diametro con cui possiamo localizzare un micro-oggetto, il suo raggio di Schwarzschild è . Si ha quindi

dove è la lunghezza di Planck.

Per sostituzione algebrica diretta si trova che il doppio della lunghezza di Planck corrisponde esattamente al raggio di Schwarzschild di una massa di Planck

Il raggio di Schwarzschild non può quindi essere minore del doppio della lunghezza di Planck , né la massa M minore della massa di Planck .

Le considerazioni precedenti vanno tuttavia prese con le dovute precauzioni:

(EN)

«To be picturesque, we can say that if we have a black hole about the size of the Planck length, and we try to locate it to an accuracy equal to its radius, the Heisenberg uncertainty principle makes the momentum of the black hole so poorly known that there may be enough energy around to create another black hole of that size! I warn the reader to take this with a massive grain of salt, since there is no good theory of this sort of thing yet - much less any experimental evidence. But people have sharpened this sort of thought experiment and seen that things get awfully funny at the Planck length. By analogy with particle physics, one might expect processes involving virtual black holes to be very important at this length scale. Hawking and others have written interesting papers on reactions induced by virtual black holes... but I would not take these predictions too seriously yet.»

(IT)

«Per essere pittoreschi possiamo dire che se abbiamo un buco nero della grandezza della lunghezza di Planck e proviamo a localizzarlo con un'accuratezza uguale al suo raggio, il principio di indeterminazione di Heisenberg implica che la quantità di moto del buco nero sia conosciuta con un'imprecisione tale che potrebbe esserci abbastanza energia intorno da creare un altro buco nero di quella grandezza! Metto in guardia il lettore sul prendere questo cum grano salis, dato che non c'è ancora nessuna buona teoria su questa sorta di cose e ancor meno una qualsiasi evidenza sperimentale. Tuttavia questi esperimenti immaginari sono stati sempre più affinati e alla lunghezza di Planck la situazione diviene veramente molto strana. Per analogia con la fisica delle particelle ci si potrebbe aspettare che i processi che coinvolgano buchi neri virtuali siano davvero importanti a questa scala di lunghezza. Hawking e altri hanno scritto interessanti articoli sulle reazioni indotte da buchi neri virtuali... ma non prenderei queste previsioni troppo seriamente per il momento.»

Classificazione dei buchi neri secondo il raggio di Schwarzschild

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A seconda dell'ordine di grandezza della massa, e quindi del raggio, i buchi neri sono classificati in tre categorie: supermassicci, stellari e primordiali. Questa classificazione, come suggerisce il nome, è strettamente legata ai diversi processi che hanno dato origine ai diversi tipi di buchi neri.

Buchi neri supermassicci

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Accumulando materia di densità ordinaria (ad esempio 1 000 kg/m³, come la densità dell'acqua che per coincidenza è abbastanza simile alla densità media del Sole), fino a raggiungere circa 150 milioni di volte la massa del Sole, un agglomerato assume dimensioni inferiori al suo raggio di Schwarzschild, diventando un buco nero supermassiccio (o supermassivo). Si ritiene che il limite superiore per la classe dei buchi neri supermassicci possa essere pari ad alcuni miliardi di masse solari. L'esistenza, al centro della via Lattea, di un buco nero supermassiccio di massa pari a oltre 4 milioni di masse solari è una prova sperimentale dell'esistenza dei buchi neri.[5] Si ritiene che i buchi neri supermassicci non si formino direttamente dal collasso di una stella o di un ammasso stellare; potrebbero piuttosto avere origine come buchi neri di dimensioni stellari e accrescere gradualmente la propria massa grazie alla cattura di altri corpi celesti e alla fusione con altri buchi neri. Maggiore è la massa complessiva di una galassia, maggiore è la massa del buco nero supermassiccio posto al centro di essa.

Buchi neri stellari

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Accumulando materia ad densità simile a quella di un nucleo atomico (circa 1018 kg/m³) fino a raggiungere circa 3 masse solari, un agglomerato collassa entro le dimensioni del suo raggio di Schwarzschild, divenendo un buco nero stellare. Anche le stelle di neutroni sono caratterizzate da un valore di densità simile.

Buchi neri primordiali

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Il raggio di Schwarzschild associato a una piccola massa è estremamente ridotto. Una massa pari a quella del monte Everest è caratterizzata da un raggio di Schwarzschild inferiore a un nanometro; nessun meccanismo oggi noto sarebbe in grado di generare un oggetto così compatto. Buchi neri di questo tipo potrebbero essersi formati in una fase primordiale dell'evoluzione dell'universo, poco dopo il Big Bang, quando la densità della materia era estremamente alta. Questi ipotetici buchi neri di piccole dimensioni sono noti come buchi neri primordiali.

Riferimenti letterari

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Il racconto fantascientifico Schwarzschild Radius[6] (EN, 1987) di Connie Willis fornisce una spiegazione comprensibile e sufficientemente accurata del raggio di Schwarzschild.

Il libro Un verdor terrible[7] (ES, 2020) di Benjamín Labatut contiene il racconto La singolarità di Schwarzschild, dedicato alla scoperta del raggio di Schwarzschild e alla prematura scomparsa dello scienziato.

  1. ^ (EN) Marc Kutner, Astronomy: A Physical Perspective, Cambridge University Press, 2003, p. 148, ISBN 9780521529273.
  2. ^ (EN) Mike Guidry, Modern General Relativity: Black Holes, Gravitational Waves, and Cosmology, Cambridge University Press, 2019, p. 92, ISBN 978-1-107-19789-3.
  3. ^ Piero Bianucci, Vedere, guardare, UTET, Torino 2015, p. 344.
  4. ^ Potential Energy in General Relativity, su physics.stackexchange.com. URL consultato l'11 giugno 2023.
  5. ^ Svelata la prima immagine del buco nero al centro della Via Lattea, su repubblica.it, 12 maggio 2022. URL consultato l'11 giugno 2023.
  6. ^ Connie Willis, Il raggio di Schwarzschild, Fanucci Editore, Roma 1988, ISBN 8834706234.
  7. ^ Benjamín Labatut, Quando abbiamo smesso di capire il mondo, Adelphi, Milano 2021, ISBN 978-88-45-93518-3.

Voci correlate

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