Utente:PMarega1998/Sandbox4: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
PMarega1998 (discussione | contributi)
Antefatti
Etichette: Modifica visuale Modifica da mobile Modifica da web per mobile Modifica da mobile avanzata
PMarega1998 (discussione | contributi)
Ampliamento sezione ed aggiunta immagini
Riga 28: Riga 28:


Le forze francesi, inizialmente guidate da [[Barthélemy Louis Joseph Schérer|Schérer]] non trovarono grandi successi nelle loro prime operazioni contro le truppe imperiali austriache. Le prime due battaglie di [[Battaglia di Verona (1799)|Verona]] e di [[Battaglia di Magnano|Magnano]] terminarono solo con una vittoria parziale ed una netta sconfitta per i francesi, permettendo alle truppe di [[Paul Kray von Krajowa|Kray]] di avanzare verso il [[Mincio]], nell'attesa che i rinforzi russi promessi dallo [[zar]] [[Paolo I di Russia|Paolo I]] arrivassero in Italia. Questi erano circa {{formatnum:20000}} uomini, comandati dal temibile ed esperto generale [[Aleksandr Vasil'evič Suvorov|Suvorov]]. Giunto a [[Vienna]], questi venne nominato feldmaresciallo dell'esercito austriaco e venne affidato a lui il comando delle forze austro-russe in Italia.
Le forze francesi, inizialmente guidate da [[Barthélemy Louis Joseph Schérer|Schérer]] non trovarono grandi successi nelle loro prime operazioni contro le truppe imperiali austriache. Le prime due battaglie di [[Battaglia di Verona (1799)|Verona]] e di [[Battaglia di Magnano|Magnano]] terminarono solo con una vittoria parziale ed una netta sconfitta per i francesi, permettendo alle truppe di [[Paul Kray von Krajowa|Kray]] di avanzare verso il [[Mincio]], nell'attesa che i rinforzi russi promessi dallo [[zar]] [[Paolo I di Russia|Paolo I]] arrivassero in Italia. Questi erano circa {{formatnum:20000}} uomini, comandati dal temibile ed esperto generale [[Aleksandr Vasil'evič Suvorov|Suvorov]]. Giunto a [[Vienna]], questi venne nominato feldmaresciallo dell'esercito austriaco e venne affidato a lui il comando delle forze austro-russe in Italia.
[[File:Suvorov in Milan.jpg|miniatura|Il generale [[Aleksandr Vasil'evič Suvorov|Suvorov]] entra a Milano]]

L'impatto dato dall'arrivo dei russi fu notevole: arrivato a Verona il 15 aprile, Suvorov e i suoi vennero accolti da folle festanti, che li accoglievano come dei liberatori. Il 19 giugno si erano già messi in marcia ed avevano superato il Mincio. Dopo un brevissimo assedio, [[Presa di Brescia (1799)|conquistarono Brescia]] due giorni dopo e si diressero verso l'[[Adda]], dove le linee francesi erano poste a bloccare la loro avanzata. La superiorità numerica delle forze austro-russe sarebbe forse stata sufficiente da sola per ottenere la vittoria, ma la disposizione scriteriata delle forze francesi lungo tutta la lunghezza del fiume facilitò il lavoro delle forze del maresciallo russo. Nell'arco di tre giorni, dal 26 al 28 aprile, una lunga serie di avvenimenti ebbe luogo: Schérer si dimise, lasciando il proprio posto al suo secondo, il generale [[Jean Victor Marie Moreau|Moreau]]; i russi attaccarono la divisione di Sérurier a [[Battaglia di Lecco|Lecco]], spingendola sulla riva opposta del fiume mentre il giorno seguente le forze austriache [[Battaglia di Cassano d'Adda (1799)|attraversarono in massa il fiume]], scontrandosi ferocemente con i repubblicani. A nulla servirono gli sforzi di Moreau per tentare di respingere l'ondata di uomini che attraversavano l'Adda: la linea francese, sul punto di crollare, abbandonò la posizione, ritirandosi verso il Piemonte, mentre Sérurier, isolato e circondato, [[Battaglia di Verderio|resistette ancora un giorno prima di capitolare]] e consegnate per intero la sua divisione ai russi.
L'impatto dato dall'arrivo dei russi fu notevole: arrivato a Verona il 15 aprile, Suvorov e i suoi vennero accolti da folle festanti, che li accoglievano come dei liberatori. Il 19 giugno si erano già messi in marcia ed avevano superato il Mincio. Dopo un brevissimo assedio, [[Presa di Brescia (1799)|conquistarono Brescia]] due giorni dopo e si diressero verso l'[[Adda]], dove le linee francesi erano poste a bloccare la loro avanzata. La superiorità numerica delle forze austro-russe sarebbe forse stata sufficiente da sola per ottenere la vittoria, ma la disposizione scriteriata delle forze francesi lungo tutta la lunghezza del fiume facilitò il lavoro delle forze del maresciallo russo. Nell'arco di tre giorni, dal 26 al 28 aprile, una lunga serie di avvenimenti ebbe luogo: Schérer si dimise, lasciando il proprio posto al suo secondo, il generale [[Jean Victor Marie Moreau|Moreau]]; i russi attaccarono la divisione di Sérurier a [[Battaglia di Lecco|Lecco]], spingendola sulla riva opposta del fiume mentre il giorno seguente le forze austriache [[Battaglia di Cassano d'Adda (1799)|attraversarono in massa il fiume]], scontrandosi ferocemente con i repubblicani. A nulla servirono gli sforzi di Moreau per tentare di respingere l'ondata di uomini che attraversavano l'Adda: la linea francese, sul punto di crollare, abbandonò la posizione, ritirandosi verso il Piemonte, mentre Sérurier, isolato e circondato, [[Battaglia di Verderio|resistette ancora un giorno prima di capitolare]] e consegnate per intero la sua divisione ai russi.
[[File:Battle of Trebbia (1799).JPG|sinistra|miniatura|[[Battaglia della Trebbia (1799)|La battaglia della Trebbia]]]]

Nelle due settimane successive, i russi tentarono più volte di raggiungere ed ingaggiare i francesi: gli scontri di [[Battaglia di Bassignana (1799)|Bassignana]] e di [[Prima battaglia di Marengo (1799)|Marengo]], tuttavia, furono più favorevoli ai repubblicani, che ottennero una vittoria ed un pareggio. Conclusa questa seconda battaglia, con il Piemonte in [[Insurrezione piemontese del 1799|aperta insurrezione]] e le forze di Suvorov sulle loro tracce, i francesi di Moreau si allontanarono dalla pianura, rifugiandosi sulle montagne della [[Liguria]], bloccando i vari passi montani che permettevano il collegamento tra la costa e l'entroterra. Queste stesse montagne vedranno i francesi fare avanti ed indietro i francesi più e più vte nel corso del successivo anno, sempre respinti dalle forze della coalizione .
Nelle due settimane successive, i russi tentarono più volte di raggiungere ed ingaggiare i francesi: gli scontri di [[Battaglia di Bassignana (1799)|Bassignana]] e di [[Prima battaglia di Marengo (1799)|Marengo]], tuttavia, furono più favorevoli ai repubblicani, che ottennero una vittoria ed un pareggio. Conclusa questa seconda battaglia, con il Piemonte in [[Insurrezione piemontese del 1799|aperta insurrezione]] e le forze di Suvorov sulle loro tracce, i francesi di Moreau si allontanarono dalla pianura, rifugiandosi sulle montagne della [[Liguria]], bloccando i vari passi montani che permettevano il collegamento tra la costa e l'entroterra. Queste stesse montagne vedranno i francesi fare avanti ed indietro i francesi più e più nel corso del successivo anno, sempre respinti dalle forze della coalizione .


=== Championnet alla guida dell'Armata d'Italia ===
=== Championnet alla guida dell'Armata d'Italia ===
{{Vedi anche|Battaglia di Genola|Assedio di Cuneo (1799)}}
{{Vedi anche|Battaglia di Genola|Assedio di Cuneo (1799)}}

===== Il primo tentativo di entrare in Liguria =====
{{Vedi anche|Battaglia di Torriglia}}
Una menziona apposita deve essere rivolta alla battaglia di Torriglia e agli eventi ad essa collegati, dato che l'intera offensiva delle armate austriache dell'anno successivo si basarono sugli stessi principi su cui era stata progettata quest'ultima operazione invernale.

Dopo aver preso la città di Cuneo, la stagione invernale era oramai alle porte e le operazioni da entrambi gli schieramenti erano giunte ad una sosta forzata: i passi montani tra Piemonte e Liguria venivano puntualmente ricoperti dalle nevi, divenendo del tutto inagibili. Per questo motivo, von Melas aveva portato la maggior parte delle sue truppe nei quartieri invernali di Torino e Bellinzona, preparandosi a ricominciare la guerra la primavera dell'anno successivo. Due divisioni fecero eccezione: quella di Klenau, stanziata nella valle della Trebbia, e quella di Hohenzollern, rimasta ad Alessandria, erano state rinforzate con un cospicuo numero di uomini e mandate a creare una testa di ponte in Liguria. Sebbene molti dei passi fossero bloccati dalle condizioni meteorologiche avverse, alcuni valichi della Riviera di Levante erano ancora praticabili e potevano essere usati dalle truppe austriche per penetrare in Liguria.


=== L'arrivo di Massena ed i preparativi di von Melas ===
=== L'arrivo di Massena ed i preparativi di von Melas ===
Dopo le dimissioni di Championnet, il neonato organo del consolato aveva l'arduo compito di trovare una nuovo comandante per l'Armata d'Italia. Non era una scelta semplice. Come testimoniato dallo stesso Championnet e dai suoi ufficiali, le condizioni in cui versava l'esercito francese in Italia erano pessime: non c'erano razioni di cibo, vestiti adatti e le paghe mancavano da mesi. La disciplina era tenuta a malapena e diserzioni ed ammutinamenti si verificavano piuttosto di frequente. Serviva un generale di prestigio, che riuscisse a risollevare con la fama del suo nome il morale delle truppe e con il suo talento le sorti della guerra. Un generale simile non era affatto semplice da trovare: Joubert era morto ad agosto, Moreau era appena stato affidato al fronte del [[Reno]], [[Jean-Baptiste Jourdan|Jourdan]] era impopolare tra le truppe e [[Guillaume Marie-Anne Brune|Brune]] era impegnato in [[Guerre di Vandea|Vandea]]. L'unico volontario presentatosi per il ruolo era il generale Marbot, palesemente non qualificato per un lavoro così complesso e delicato. Agli occhi di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], l'unica scelta plausibile e possibile era quella di [[Andrea Massena|Massena]], vincitore dei russi in [[Svizzera]]:<ref>{{Cita|Gachot|pp. 6-12}}.</ref> aveva servito per anni in Italia, quindi conosceva sia il territorio sia gli uomini che sarebbe andato a comandare, ed il suo talento era cristallino.<ref>Massena aveva servito nell'Armata d'Italia dal [[1792]] al [[1797]], anni duranti i quali aveva fatto carriera rapidamente. Aveva riportato vari successi sia da solo (come a [[Seconda battaglia di Saorgio (1794)|Saorgio]]), sia sotto la supervisione di Napoleone, del quale fu un valente sottoposto.</ref>
Dopo le dimissioni di Championnet, il neonato organo del consolato aveva l'arduo compito di trovare una nuovo comandante per l'Armata d'Italia. Non era una scelta semplice. Come testimoniato dallo stesso Championnet e dai suoi ufficiali, le condizioni in cui versava l'esercito francese in Italia erano pessime: non c'erano razioni di cibo, vestiti adatti e le paghe mancavano da mesi. La disciplina era tenuta a malapena e diserzioni ed ammutinamenti si verificavano piuttosto di frequente. Serviva un generale di prestigio, che riuscisse a risollevare con la fama del suo nome il morale delle truppe e con il suo talento le sorti della guerra. Un generale simile non era affatto semplice da trovare: Joubert era morto ad agosto, Moreau era appena stato affidato al fronte del [[Reno]], [[Jean-Baptiste Jourdan|Jourdan]] era impopolare tra le truppe e [[Guillaume Marie-Anne Brune|Brune]] era impegnato in [[Guerre di Vandea|Vandea]]. L'unico volontario presentatosi per il ruolo era il generale Marbot, palesemente non qualificato per un lavoro così complesso e delicato. Agli occhi di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], l'unica scelta plausibile e possibile era quella di [[Andrea Massena|Massena]], vincitore dei russi in [[Svizzera]]:<ref>{{Cita|Gachot|pp. 6-12}}.</ref> aveva servito per anni in Italia, quindi conosceva sia il territorio sia gli uomini che sarebbe andato a comandare, ed il suo talento era cristallino.<ref>Massena aveva servito nell'Armata d'Italia dal [[1792]] al [[1797]], anni duranti i quali aveva fatto carriera rapidamente. Aveva riportato vari successi sia da solo (come a [[Seconda battaglia di Saorgio (1794)|Saorgio]]), sia sotto la supervisione di Napoleone, del quale fu un sottoposto.</ref>


== L'offensiva ==
== L'offensiva ==
Riga 47: Riga 53:


== Conseguenze ==
== Conseguenze ==
{{Vedi anche|Assedio di Genova (1522)|Campagna d'Italia (1800)}}
{{Vedi anche|Assedio di Genova ()|Campagna d'Italia (1800)}}
Dopo che le forze di Suchet erano state respinte sulla valle del [[Var (fiume)|Var]], quel che rimaneva dell'Armata d'Italia, sotto la guida di Massena, era completamente circondato dalle forze della coalizione: a terra le forze austriache circondavano Genova su tre lati mentre sul mare era la Marina britannica ad impedire che potessero arrivare una qualsiasi forma di supporto alle truppe francesi.


Dopo che le forze di Suchet erano state respinte sulla valle del [[Var (fiume)|Var]], quel che rimaneva dell'Armata d'Italia, sotto la guida di Massena, era completamente circondato dalle forze della coalizione: a terra le forze austriache circondavano Genova su tre lati mentre sul mare era la Marina britannica ad impedire che potessero arrivare una qualsiasi forma di supporto alle truppe francesi.
[[File:Capitulation de Masséna à Cornigliano près de Gênes, en juin 1800.jpg|miniatura|''Capitolazione di Massena a Cornigliano presso Genova nel giugno 1800'', [[Felician Myrbach|Myrbach]], 1906]]
Così messo, Massena non vide altra soluzione che tentare di resistere all'assedio della città portuale. La sfida si dimostrò molto ardua fin da subito: non potendo ricevere alcune tipo di rifornimento e dovendo sfamare circa {{formatnum:30000}} uomini e quasi il doppio dei civili, le riserve di cibo della città iniziarono ad esaurirsi molto presto ed i suoi occupanti furono presto costretti alla fame. Massena fece il possibile per razionare le scorte e permettere ai suoi uomini di resistere a lungo all'assedio, ma questo non fu sufficiente. Il generale francese, decidendo di condividere le asperità che pativano le sue truppe, finì per ammalarsi gravemente, sebbene non in maniera tale da rischiare la propria vita.
Così messo, Massena non vide altra soluzione che tentare di resistere all'assedio della città portuale. La sfida si dimostrò molto ardua fin da subito: non potendo ricevere alcune tipo di rifornimento e dovendo sfamare circa {{formatnum:30000}} uomini e quasi il doppio dei civili, le riserve di cibo della città iniziarono ad esaurirsi molto presto ed i suoi occupanti furono presto costretti alla fame. Massena fece il possibile per razionare le scorte e permettere ai suoi uomini di resistere a lungo all'assedio, ma questo non fu sufficiente. Il generale francese, decidendo di condividere le asperità che pativano le sue truppe, finì per ammalarsi gravemente, sebbene non in maniera tale da rischiare la propria vita.
[[File:David - Napoleon crossing the Alps - Malmaison1.jpg|miniatura|''Napoleone attraversa il passo del Gran San Bernardo,'' [[Jacques-Louis David]], [[1805]]]]
[[File:David - Napoleon crossing the Alps - Malmaison1.jpg|miniatura|''Napoleone attraversa il passo del Gran San Bernardo,'' [[Jacques-Louis David]], [[1805]]]]
Nel frattempo, sfruttando il fatto che il grosso dell' esercito austriaco fosse impegnato in Liguria, il generale Bonaparte ne approfittò per condurre una nuova armata francese, l'Armata di Riserva, oltre alle Alpi, passando per il [[Colle del Gran San Bernardo|Passo del Gran San Bernardo]] e attraverso alla [[Valle d'Aosta|Val d'Aosta]], fino a giungere nel cuore della pianura Padana, alle spalle degli austriaci. Dirigendosi verso [[Milano]] invece che verso la Liguria, per sollevare Massena dall'assedio che lo cingeva, Napoleone minacciò di tagliare le vie di comunicazione dell'esercito austriaco e di marciare direttamente verso il cuore dell'impero, ora che le armate che dovevano difenderlo erano troppo lontane per poterlo fermare.
Nel frattempo, sfruttando il fatto che il grosso dell' esercito austriaco fosse impegnato in Liguria, il generale Bonaparte ne approfittò per condurre una nuova armata francese, l'Armata di Riserva, oltre alle Alpi, passando per il [[Colle del Gran San Bernardo|Passo del Gran San Bernardo]] e attraverso alla [[Valle d'Aosta|Val d'Aosta]], fino a giungere nel cuore della pianura Padana, alle spalle degli austriaci. Dirigendosi verso [[Milano]] invece che verso la Liguria, per sollevare Massena dall'assedio che lo cingeva, Napoleone minacciò di tagliare le vie di comunicazione dell'esercito austriaco e di marciare direttamente verso il cuore dell'impero, ora che le armate che dovevano difenderlo erano troppo lontane per poterlo fermare.

[[File:Lejeune - Bataille de Marengo.jpg|miniatura|''La battaglia di Marengo'', [[Louis-François Lejeune]]]]
Von Melas, che fino a quel momento aveva svolto un egregio lavoro come comandante, comprese di aver commesso un grave errore e fu costretto a firmare un'armistizio con l'armata comandata da Massena. Nonostante i francesi fossero sul punto di arrendersi, per accelerare la partenza delle proprie truppe verso l'armata di Napoleone, von Melas dovette concedere termini di resa piuttosto generosi nei confronti degli sconfitti. Ritornato in Piemonte, stabilì la propria base operativa ad Alessandria e in pochi giorni sfidò la sorte attaccando le truppe di Bonaparte il 14 giugno nei pressi di [[Battaglia di Marengo|Marengo]]. La battaglia, decisiva nel suo esito, si concluse con una rocambolesca e costosa vittoria per le truppe francesi, portando di lì a breve ad un armistizio che conclude definitivamente la guerra sul fronte italiano.
Von Melas, che fino a quel momento aveva svolto un egregio lavoro come comandante, comprese di aver commesso un grave errore e fu costretto a firmare un'armistizio con l'armata comandata da Massena. Nonostante i francesi fossero sul punto di arrendersi, per accelerare la partenza delle proprie truppe verso l'armata di Napoleone, von Melas dovette concedere termini di resa piuttosto generosi nei confronti degli sconfitti. Ritornato in Piemonte, stabilì la propria base operativa ad Alessandria e in pochi giorni sfidò la sorte attaccando le truppe di Bonaparte il 14 giugno nei pressi di [[Battaglia di Marengo|Marengo]]. La battaglia, decisiva nel suo esito, si concluse con una rocambolesca e costosa vittoria per le truppe francesi, portando di lì a breve ad un armistizio che conclude definitivamente la guerra sul fronte italiano.


Riga 60: Riga 67:


== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
* {{Cita web|url=https://www.napoleon-series.org/military-info/battles/1799/c_1799z36.html|titolo=The 1799 Campaign in Italy: The Last Battles & the End of the Directory’s Wars August-December 1799|autore=Enrico Acerbi|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=Gaston Bodart|titolo=Militär-historisches Kriegs-Lexikon (1618-1905)|url=https://archive.org/details/bub_gb_A0kNAAAAYAAJ/page/330/mode/2up|anno=1908|editore=C. W. Stern|città=Vienna e Lipsia|lingua=de|cid=Bodart}}
* {{Cita libro|autore=Gaston Bodart|titolo=Militär-historisches Kriegs-Lexikon (1618-1905)|url=https://archive.org/details/bub_gb_A0kNAAAAYAAJ/page/330/mode/2up|anno=1908|editore=C. W. Stern|città=Vienna e Lipsia|lingua=de|cid=Bodart}}
* {{Cita libro|autore=Carlo G. G. Botta|titolo=Storia d'Italia dal 1789 al 1814|url=https://books.google.it/books?id=2ccFAAAAQAAJ&pg=RA1-PA341|anno=1824|città=Parigi|cid=Botta|isbn=9-788-82810116-1}}
* {{Cita libro|autore=Carlo G. G. Botta|titolo=Storia d'Italia dal 1789 al 1814|url=https://books.google.it/books?id=2ccFAAAAQAAJ&pg=RA1-PA341|anno=1824|città=Parigi|cid=Botta|isbn=9-788-82810116-1}}

Versione delle 00:07, 1 lug 2024

Offensiva ligure di von Melas
Fanti francesi all'assalto durante l'assedio di Genova
DataAprile-Giugno 1800
LuogoLiguria e valle del Var
EsitoVittoria imperiale
Modifiche territorialiMomentanea conquista della Liguria da parte dell'Austria
Schieramenti
Comandanti
Voci di guerre presenti su Wikipedia

L'offensiva ligure di von Melas è stata una rapida sequenza di operazioni militari avvenute nell'aprile del 1800. L'esercito imperiale austriaco, guidato per l'appunto dal generale Michael von Melas, intraprese una coraggiosa e ben organizzata offensiva con l'obiettivo di cacciare le truppe francesi del generale Andrea Massena dai passi montani che occupavano e schiacciarli contro la costiera ligure.

Dopo una lunga serie di battaglie, che videro coinvolte numerose unità da entrambi i lati, ad emergere come vincitore del conflitto furono proprio gli austriaci, che riuscirono a separare in due tronconi l'Armata d'Italia e a porre sotto assedio la città di Genova, dove Massena si era rifugiato assieme al grosso dell'esercito.

L'assedio, prolungatosi per oltre un mese, permise alle truppe dell'Armata di Riserva, guidate dal Primo Console della Repubblica francese Napoleone Bonaparte, di attraversare le Alpi con un'epica marcia e di entrare nella Pianura Padana per tagliare le linee di comunicazione nemiche, forzandoli a scendere in campo nella decisiva battaglia di Marengo.

Antefatti

La campagna di Suvorov

Lo stesso argomento in dettaglio: Campagna italiana di Suvorov.

Le forze francesi, inizialmente guidate da Schérer non trovarono grandi successi nelle loro prime operazioni contro le truppe imperiali austriache. Le prime due battaglie di Verona e di Magnano terminarono solo con una vittoria parziale ed una netta sconfitta per i francesi, permettendo alle truppe di Kray di avanzare verso il Mincio, nell'attesa che i rinforzi russi promessi dallo zar Paolo I arrivassero in Italia. Questi erano circa 20 000 uomini, comandati dal temibile ed esperto generale Suvorov. Giunto a Vienna, questi venne nominato feldmaresciallo dell'esercito austriaco e venne affidato a lui il comando delle forze austro-russe in Italia.

Il generale Suvorov entra a Milano

L'impatto dato dall'arrivo dei russi fu notevole: arrivato a Verona il 15 aprile, Suvorov e i suoi vennero accolti da folle festanti, che li accoglievano come dei liberatori. Il 19 giugno si erano già messi in marcia ed avevano superato il Mincio. Dopo un brevissimo assedio, conquistarono Brescia due giorni dopo e si diressero verso l'Adda, dove le linee francesi erano poste a bloccare la loro avanzata. La superiorità numerica delle forze austro-russe sarebbe forse stata sufficiente da sola per ottenere la vittoria, ma la disposizione scriteriata delle forze francesi lungo tutta la lunghezza del fiume facilitò il lavoro delle forze del maresciallo russo. Nell'arco di tre giorni, dal 26 al 28 aprile, una lunga serie di avvenimenti ebbe luogo: Schérer si dimise, lasciando il proprio posto al suo secondo, il generale Moreau; i russi attaccarono la divisione di Sérurier a Lecco, spingendola sulla riva opposta del fiume mentre il giorno seguente le forze austriache attraversarono in massa il fiume, scontrandosi ferocemente con i repubblicani. A nulla servirono gli sforzi di Moreau per tentare di respingere l'ondata di uomini che attraversavano l'Adda: la linea francese, sul punto di crollare, abbandonò la posizione, ritirandosi verso il Piemonte, mentre Sérurier, isolato e circondato, resistette ancora un giorno prima di capitolare e consegnate per intero la sua divisione ai russi. Due giorni dopo, le forze della coalizione entrarono trionflamente a Milano, ripristiando il controllo austriaco sulla zona dopo due anni.

La battaglia della Trebbia

Nelle due settimane successive, i russi tentarono più volte di raggiungere ed ingaggiare i francesi: gli scontri di Bassignana e di Marengo, tuttavia, furono più favorevoli ai repubblicani, che ottennero una vittoria ed un pareggio. Conclusa questa seconda battaglia, con il Piemonte in aperta insurrezione e le forze di Suvorov sulle loro tracce, i francesi di Moreau si allontanarono dalla pianura, rifugiandosi sulle montagne della Liguria, bloccando i vari passi montani che permettevano il collegamento tra la costa e l'entroterra. Queste stesse montagne vedranno i francesi fare avanti ed indietro i francesi più e più volte nel corso del successivo anno, sempre respinti dalle forze della coalizione. La prima discesa delle truppe francesi dalle Alpi coincise con l'abbandono del Piemonte da parte dell'esercito di Suvorov, direttosi verso l'Emilia per affrontare l'Armata di Napoli del generale MacDonald. In quel frangente, Moreau ed i suoi uomini riuscirono a sollevare momentaneamente il blocco a cui era sottoposta Tortona e a sconfiggere le forze di Bellegarde, rimanendo in pianura ad attendere l'arrivo dei commilitoni. La congiunzione delle due armate effettivamente avvenne, ma solo un mese dopo a Genova: Suvorov era riuscito a fermare l'avanzata dei repubblicani sulla Trebbia, infliggendo loro pesantissime perdite e riuscendo a disintegrare completamente la coesione dell'Armata di Napoli, che giunse nel capoluogo ligure stancam demoralizzata e senza la minima organizzazione. Ovviamente, alla notizia della vittoria degli austro-russi, Moreau fece immediatamente ritorno sulle sicure montagne liguri.

Championnet alla guida dell'Armata d'Italia

Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia di Genola e Assedio di Cuneo (1799).
Il primo tentativo di entrare in Liguria
Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia di Torriglia.

Una menziona apposita deve essere rivolta alla battaglia di Torriglia e agli eventi ad essa collegati, dato che l'intera offensiva delle armate austriache dell'anno successivo si basarono sugli stessi principi su cui era stata progettata quest'ultima operazione invernale.

Dopo aver preso la città di Cuneo, la stagione invernale era oramai alle porte e le operazioni da entrambi gli schieramenti erano giunte ad una sosta forzata: i passi montani tra Piemonte e Liguria venivano puntualmente ricoperti dalle nevi, divenendo del tutto inagibili. Per questo motivo, von Melas aveva portato la maggior parte delle sue truppe nei quartieri invernali di Torino e Bellinzona, preparandosi a ricominciare la guerra la primavera dell'anno successivo. Due divisioni fecero eccezione: quella di Klenau, stanziata nella valle della Trebbia, e quella di Hohenzollern, rimasta ad Alessandria, erano state rinforzate con un cospicuo numero di uomini e mandate a creare una testa di ponte in Liguria. Sebbene molti dei passi fossero bloccati dalle condizioni meteorologiche avverse, alcuni valichi della Riviera di Levante erano ancora praticabili e potevano essere usati dalle truppe austriche per penetrare in Liguria.

L'arrivo di Massena ed i preparativi di von Melas

Dopo le dimissioni di Championnet, il neonato organo del consolato aveva l'arduo compito di trovare una nuovo comandante per l'Armata d'Italia. Non era una scelta semplice. Come testimoniato dallo stesso Championnet e dai suoi ufficiali, le condizioni in cui versava l'esercito francese in Italia erano pessime: non c'erano razioni di cibo, vestiti adatti e le paghe mancavano da mesi. La disciplina era tenuta a malapena e diserzioni ed ammutinamenti si verificavano piuttosto di frequente. Serviva un generale di prestigio, che riuscisse a risollevare con la fama del suo nome il morale delle truppe e con il suo talento le sorti della guerra. Un generale simile non era affatto semplice da trovare: Joubert era morto ad agosto, Moreau era appena stato affidato al fronte del Reno, Jourdan era impopolare tra le truppe e Brune era impegnato in Vandea. L'unico volontario presentatosi per il ruolo era il generale Marbot, palesemente non qualificato per un lavoro così complesso e delicato. Agli occhi di Napoleone, l'unica scelta plausibile e possibile era quella di Massena, vincitore dei russi in Svizzera:[1] aveva servito per anni in Italia, quindi conosceva sia il territorio sia gli uomini che sarebbe andato a comandare, ed il suo talento era cristallino.[2]

L'offensiva

Blocco navale di Genova

Battaglia di Cogoleto

Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia di Cogoleto.

Conseguenze

Lo stesso argomento in dettaglio: Assedio di Genova (1800) e Campagna d'Italia (1800).

Dopo che le forze di Suchet erano state respinte sulla valle del Var, quel che rimaneva dell'Armata d'Italia, sotto la guida di Massena, era completamente circondato dalle forze della coalizione: a terra le forze austriache circondavano Genova su tre lati mentre sul mare era la Marina britannica ad impedire che potessero arrivare una qualsiasi forma di supporto alle truppe francesi.

Capitolazione di Massena a Cornigliano presso Genova nel giugno 1800, Myrbach, 1906

Così messo, Massena non vide altra soluzione che tentare di resistere all'assedio della città portuale. La sfida si dimostrò molto ardua fin da subito: non potendo ricevere alcune tipo di rifornimento e dovendo sfamare circa 30 000 uomini e quasi il doppio dei civili, le riserve di cibo della città iniziarono ad esaurirsi molto presto ed i suoi occupanti furono presto costretti alla fame. Massena fece il possibile per razionare le scorte e permettere ai suoi uomini di resistere a lungo all'assedio, ma questo non fu sufficiente. Il generale francese, decidendo di condividere le asperità che pativano le sue truppe, finì per ammalarsi gravemente, sebbene non in maniera tale da rischiare la propria vita.

Napoleone attraversa il passo del Gran San Bernardo, Jacques-Louis David, 1805

Nel frattempo, sfruttando il fatto che il grosso dell' esercito austriaco fosse impegnato in Liguria, il generale Bonaparte ne approfittò per condurre una nuova armata francese, l'Armata di Riserva, oltre alle Alpi, passando per il Passo del Gran San Bernardo e attraverso alla Val d'Aosta, fino a giungere nel cuore della pianura Padana, alle spalle degli austriaci. Dirigendosi verso Milano invece che verso la Liguria, per sollevare Massena dall'assedio che lo cingeva, Napoleone minacciò di tagliare le vie di comunicazione dell'esercito austriaco e di marciare direttamente verso il cuore dell'impero, ora che le armate che dovevano difenderlo erano troppo lontane per poterlo fermare.

Von Melas, che fino a quel momento aveva svolto un egregio lavoro come comandante, comprese di aver commesso un grave errore e fu costretto a firmare un'armistizio con l'armata comandata da Massena. Nonostante i francesi fossero sul punto di arrendersi, per accelerare la partenza delle proprie truppe verso l'armata di Napoleone, von Melas dovette concedere termini di resa piuttosto generosi nei confronti degli sconfitti. Ritornato in Piemonte, stabilì la propria base operativa ad Alessandria e in pochi giorni sfidò la sorte attaccando le truppe di Bonaparte il 14 giugno nei pressi di Marengo. La battaglia, decisiva nel suo esito, si concluse con una rocambolesca e costosa vittoria per le truppe francesi, portando di lì a breve ad un armistizio che conclude definitivamente la guerra sul fronte italiano.

Note

  1. ^ Gachot, pp. 6-12.
  2. ^ Massena aveva servito nell'Armata d'Italia dal 1792 al 1797, anni duranti i quali aveva fatto carriera rapidamente. Aveva riportato vari successi sia da solo (come a Saorgio), sia sotto la supervisione di Napoleone, del quale fu un eccellente sottoposto.

Bibliografia