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Induismo

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Rituale religioso presso il Gange, fiume sacro per gli induisti

Citazioni sull'Induismo, denominato Sanātanadharma (perpetua conoscenza) in India.

Citazioni

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  • Con ciò le Upaniṣad rappresentano la migliore porta di ingresso alla conoscenza, e della speculazione indiana nella sua prima formazione, e di quel vastissimo mondo della mistica e della religione dell'India, che costituisce uno degli aspetti principali del fenomeno umano in tutti i tempi. (Pio Filippani Ronconi)
  • Gli Indo-Europei portavano una società di struttura patriarcale, una economia pastorale ed il culto degli dei del Cielo e dell'atomosfera, in una parola "la religione del Padre". Gli aborigeni preariani conoscevano già l'agricoltura e l'urbanesimo (la civiltà dell'Indo) e, in generale, partecipavano alla "Religione della Madre". L'induismo, come si presenta alla fine del medioevo, rappresenta la sintesi di queste due tradizioni, ma con un accentuato predominio dei fattori aborigeni: l'apporto degli Indo-Europei ha finito per essere radicalmente asiatizzato. L'indusimo significa la vittoria religiosa della tradizione locale. (Mircea Eliade)
  • L'induismo è una religione senza dogmi. Fin dalla sua origine, la società hindu è stata edificata su basi razionali, da saggi che cercarono di comprendere la natura e il ruolo dell'uomo nella creazione come un tutt'uno. (Alain Daniélou)
  • L'induismo non è affatto come il cristianesimo. Assomiglia di più a uno stile di vita che, come dite voi, a una religione. (I sopravvissuti)
  • L'induismo (per utilizzare un termine piuttosto vago ma comodo) medievale era, come l'ortodossia indiana moderna che è venuta dopo, in larga parte tantrico. (John Woodroffe)
  • La religione hindu non consiste in lotte e tentativi per credere in una certa dottrina o dogma, ma nel realizzarsi nell'essere e nel divenire, non nel credere. (Vivekananda)
  • Nel corso dei secoli l'induismo è stato fortemente tantricizzato, sicché al giorno d'oggi esso si presenta carico di quelle nozioni e pratiche che sono state analizzate nei capitoli precedenti.[…]
    È in particolar modo nei riti, nelle tecniche religiose e nell'iconografia che sopravvive lo sfondo tantrico, presente un po' ovunque, senza essere sempre percepito come tale. (André Padoux)
  • Nessuna filosofia, nessuna gnosi indiana naufragano nella disperazione. La rivelazione del "dolore" come legge dell'esistenza può, al contrario, essere considerata la conditio sine qua non della liberazione; questa sofferenza universale ha dunque un intrinseco valore positivo e stimolante. (Mircea Eliade)
  • Non è mia intenzione sminuire una qualsiasi altra religione soltanto a causa della mia passione per l'Induismo. Non credo nel confronto fra le religioni o fra gli esseri umani. Fare un confronto è cosa davvero meschina. Io ho ricevuto una reale soddisfazione spirituale dall'Induismo. (Julia Roberts)
  • Se l'induismo sarà destinato ad avere un qualche avvenire fuori dalle frontiere del paese in cui è nato, in quanto parte integrante di un vasto movimento spirituale accettabile da tutti, ciò potrà essere realizzato solo attraverso una riflessione diretta, a partire da rappresentazioni autenticamente indiane, concepite da Indiani. (Louis Renou)
  • Troviamo così in tutti i settori del pensiero indiano questa esitazione tra un monismo intransigente e una certa forma di dualismo. La maggior parte dei darshana, e soprattutto Io yoga e il Vedanta, trovano d'altro canto il mezzo per conciliare queste due tendenze e subordinare la seconda alla prima, situando l'unità "al di là" della dualità che essa trascende. (Jean Varenne)
  • L'induismo, al pari del taoismo, pone l'accento sulla comprensione, più che sull'azione, e in questo modo l'ignoranza diventa il contrario del bene e dunque l'unico, vero peccato.
  • L'induismo è correttamente e naturalmente politeistico nell'ambito del mondo manifesto, ma monoteista nella dottrina dell'Uno, del Brahman. L'apparente politeismo è, in effetti, una pluralità unificata, o anche l'azione dell'Uno nella molteplicità.
  • Questa spontaneità [dell'uomo saggio], fra l'altro, corrisponde esattamente a quel 'gioco' cosmico che le religioni orientali esprimono con un simbolismo tanto stupendo. Nell'induismo, in particolare, questo simbolo è la danza divina di creazione, l'illustrazione più felice dell'intima unità dell'universo, in quanto il danzatore e la danza non possono in alcun modo essere disgiunti l'uno dall'altra: la forza creativa che agisce nel cosmo non può disgiungersi dalla propria creazione.
  • Che cos'è l'induismo? Una risposta semplice potrebbe essere che il termine «induismo» indica la religione della maggioranza della popolazione di India e Nepal e quella di alcune comunità, presenti in altri continenti, che si riferiscono a se stesse come «hindu». Le difficoltà sorgono nel momento in cui cerchiamo di capire esattamente che cosa questo significhi, in quanto le differenze all'interno dell'induismo sono davvero profonde, così come è lunga e complessa la storia che lo caratterizza. Qualcuno, dall'interno o dall'esterno della tradizione, potrebbe sostenere che a causa di queste differenze non esiste «nulla che possa essere definito induismo», qualcun altro potrebbe al contrario affermare che esiste, malgrado le differenze, un'«essenza» che struttura e modella le manifestazioni dell'induismo. La verità risiede probabilmente in qualche punto compreso tra queste due affermazioni.[...]
  • Come tutte le religioni, l'induismo ha causato spargimenti di sangue e comportamenti intolleranti; esso contiene tuttavia in sé radicate risorse di pace e conciliazione, che chiedono di esprimersi e che potrebbero contribuire a trovare soluzioni ai problemi globali che l'umanità dovrà affrontare nel corso del prossimo secolo.
  • Il problema della definizione dipende in parte dal fatto che l'induismo, al contrario di molte altre religioni, non ha un singolo fondatore storico, non ha un sistema unitario di credenze codificate in un credo o in una dichiarazione di fede, non ha un unico sistema soteriologico e non ha un'autorità centrale o una struttura burocratica.
  • Il valore principale dell'Induismo sta nell'effettiva convinzione che tutta la vita (non solo gli esseri umani, ma ogni creatura sensibile) sia una sola, ossia che tutta la vita derivi da un'unica sorgente universale, che la si chiami Allah, Dio o Parameshwara.
  • L'induismo è ricerca senza fine della Verità. "La verità è Dio", e se oggi [la Verità] è diventata moribonda, inattiva, refrattaria alla crescita, è perché noi siamo stanchi; ma non appena la fatica sarà finita, l'Induismo scoppierà nel mondo con uno splendore forse prima mai conosciuto.
  • L'Induismo non è una religione esclusiva. In esso c'è spazio per l'adorazione di tutti i profeti del mondo. Non è una religione missionaria nel senso comune del termine. Ha indubbiamente assorbito molte tribù tra le sue fila, ma lo ha fatto in modo evolutivo, impercettibile. L'Induismo dice a ognuno di adorare Dio secondo la propria fede, e in questo modo vive in pace con tutte le religioni.
  • La mancanza di un credo ufficiale è la fortuna o la sfortuna dell'Induismo. [...]. Se mi chiedessero di definire il credo indù direi semplicemente: la ricerca della verità tramite mezzi non-violenti. Un uomo può non credere in Dio e continuare a considerarsi un Indù. L'Induismo è la ricerca incessante della verità e se oggi è divenuto morente, inoperoso, refrattario alla crescita, è perché siamo affaticati, ma non appena ci saremo ripresi l'Induismo irromperà dilagando in tutto il mondo con un'intensità forse sconosciuta. Perciò, naturalmente, l'Induismo è la più tollerante di tutte le religioni. Il suo credo è onnicomprensivo.
  • Sono arrivato alla conclusione che la Teosofia sia l'induismo in teoria, e l'induismo sia la Teosofia in pratica.

Voci correlate

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